Non si può spegnere l’Intelligenza Artificiale, l’esperto lancia l’allarme

Violetta Silvestri

30 Giugno 2024 - 13:50

L’Intelligenza Artificiale rischia di travolgerci, questo è l’allarme di un esperto sulla tecnologia digitale. L’IA non ha un bottone di spegnimento, come gestirla?

Non si può spegnere l’Intelligenza Artificiale, l’esperto lancia l’allarme

L’Intelligenza Artificiale è il grande tema del momento, che interroga su potenzialità e rischi del suo ampio utilizzo.

In meno di due anni, da quando il chatbot ChatGPT di OpenAI è stato reso pubblico e ampiamente utilizzato, l’IA ha raggiunto traguardi sorprendenti, segnando un prima e un dopo in diversi ambiti della conoscenza e del modo in cui interagiamo quotidianamente con la società.

I progressi sono stati di tale portata che gli accademici ritengono che l’anno 2023 abbia segnato una pietra miliare storica con lo sviluppo di diversi strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale generativa, come il generatore di immagini DALL-E 2, Copilot di Github, il generatore di arte MidJourney, AlphaCode di DeepMind sistema di risoluzione dei problemi di programmazione, nonché nuove versioni di ChatGPT, Bing e Gemini, che utilizzano algoritmi avanzati di intelligenza artificiale per creare nuovi contenuti, siano essi testo, immagini, codice o video, da descrizioni o brevi istruzioni (prompt).

L’euforia si affianca però ai timori sull’impossibilità di controllare l’impiego dell’IA, come se una volta avviata non ci sia più un bottone in grado di spegnerla quando può potenzialmente provocare danni. È quello che sostiene il professor Martin Hilbert dell’Università della California, accademico di fama internazionale che ha dedicato la sua carriera a svelare complessi sistemi sociali digitalizzati. In una intervista rilasciata su El Colombiano, ha lanciato un allarme sull’IA.

IA, attenzione a questo rischio. Parola di esperto

Il professor Martin Hilbert ha offerto la sua visione sul presente e sul futuro dell’Intelligenza Artificiale, evidenziando le sfide e le opportunità che questa tecnologia presenta per la società.

Inoltre, ha evidenziato come l’IA generativa, oltre a essere uno strumento di persuasione, sia progettata per migliorare le nostre relazioni, aumentando l’empatia e l’intelligenza emotiva. “Ora possiamo dire che sistemi come ChatGPT sono indistinguibili dagli esseri umani in queste interazioni. Anche qui all’Università della California, dove valutiamo l’intelligenza attraverso test di ammissione come il SAT, la media degli esseri umani è del 65%, mentre ChatGPT è del 90%”.

Traguardi sorprendenti raggiunti e straordinarie conquiste tecnologiche non possono però offuscare i punti oscuri dell’IA.

Al riguardo, Hilbert ha ricordato che 20 anni fa, in una conversazione filosofica con un amico, immaginava come sarebbe stato il mondo se l’intelligenza artificiale fosse davvero esistita. L’entusiasmo si affiancava già alla considerazione di possibili pericoli.

“Allora, abbiamo stabilito tre regole”, ha ricordato, non collegarla a una rete Internet aperta, impedirle di interagire con persone vulnerabili come bambini e persone con problemi di salute mentale, e assicurarsi che non possa programmarsi per raggiungere la superintelligenza”.

Tuttavia, questo non è avvenuto. L’intelligenza artificiale è integrata in tutti i processi aperti, interagisce con i bambini e scrive codice in modo più efficiente rispetto a molti dei miei studenti. “Abbiamo superato il punto in cui potremmo semplicemente spegnerlo con un pulsante rosso”, ha ammonito. L’allarme è di non riuscire a governare un fenomeno così potente e diffuso.

Come gestire l’Intelligenza Artificiale?

L’IA, che supera l’umanità iniziale in termini di intelligenza, si sta rapidamente integrando in tutti i settori: economia, istruzione e persino salute personale delle persone. Questa integrazione abbraccia anche ambiti come la politica e la democrazia, anche se non ne comprendiamo appieno le implicazioni secondo il professore.

Questa complessità e mancanza di comprensione non sono nuove nelle scienze sociali e nei sistemi adattivi come l’economia o la guerra. “L’Intelligenza Artificiale aggiunge un ulteriore livello di complessità a questi sistemi e dobbiamo gestirla con grande cura e rispetto, riconoscendo che non l’abbiamo compresa appieno fin dall’inizio e che la comprendiamo ancora meno adesso”, ha spiegato.

Cosa fare? Con l’intelligenza artificiale bisogna procedere senza cadere nell’ansia.

La soluzione per la sua ottimale gestione passa attraverso due strade principali per Hilbert. Innanzitutto dobbiamo concentrarci sulla mitigazione dei rischi esistenziali che questa tecnologia comporta, automatizzando aspetti fondamentali della nostra specie. Ciò richiede di investire maggiori risorse nella ricerca e nella comprensione dell’impatto dell’intelligenza artificiale, nonché di istituire una sovrintendenza agli algoritmi per verificarne e controllarne l’utilizzo.

In secondo luogo, dobbiamo esplorare come sfruttare i vantaggi dell’IA in modo positivo, promuovendone l’integrazione responsabile nei diversi processi sociali ed economici. La sfida è iniziata.

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