Lavori notturni, vantaggi per la pensione: ecco di quanto è possibile anticipare il collocamento in quiescenza.
Per chi lavora di notte ci sono diverse agevolazioni che consentono di anticipare l’accesso alla pensione. D’altronde il lavoro di notte è particolarmente usurante ed è per questo che ai fini del conseguimento del diritto alla pensione è trattato alla pari - o quasi - degli altri mestieri gravosi.
Ovviamente per avere diritto alle agevolazioni per la pensione è necessario che il lavoro notturno sia stato svolto per diverso tempo; a tal proposito, di seguito vedremo quali sono le condizioni che chi lavora di notte deve soddisfare per andare prima in pensione, oltre a fare chiarezza ovviamente sulle opzioni a questi riservate.
D’altronde, solo conoscendo tutte le strade possibili per l’uscita dal mercato del lavoro potrete sapere con certezza quando riuscirete a raggiungere il diritto alla pensione e cosa fare per non ritardare per neppure un mese.
Lavoro di notte, quando è riconosciuto ai fini pensionistici
È il dlgs 67/2011 a specificare cosa si intende per “lavoratore notturno”. Nel dettaglio, chi lavora di notte ha diritto ad agevolazioni per l’accesso alla pensione quando:
- sono lavoratori a turni che prestano la loro attività nel periodo notturno per almeno 6 ore, per un numero di giorni lavorativi all’anno non inferiore a 64;
- sono lavoratori a turni che prestano la loro attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo;
A partire dal 1° gennaio 2017, per effetto di quanto stabilito dalla manovra finanziaria (legge 232/2016), per far sì che si possa godere delle agevolazioni è necessario che il periodo minimo di attività sia di almeno 7 anni negli ultimi 10, oppure di almeno la metà della vita lavorativa complessiva.
Pensione per chi lavora di notte: quali agevolazioni?
Chi lavora di notte può anticipare l’accesso alla pensione per diversi anni, in quanto per loro c’è la possibilità di ricorrere al vecchio sistema delle Quote vigente prima della riforma Fornero.
Questi, ad esempio, possono andare in pensione al raggiungimento - contestuale - di tutti i seguenti requisiti:
- età anagrafica non inferiore a 61 anni e 7 mesi;
- anzianità contributiva non inferiore a 35 anni;
- somma tra età e contributi pari almeno al quorum 97,6.
Per poter accedere alla pensione con Quota 97,6 i lavoratori notturni devono svolgere l’attività lavorativa per almeno 3 ore nell’intervallo che va tra la mezzanotte e le cinque nell’intero anno lavorativo. In alternativa per 78 giorni l’anno ma per almeno 6 ore nel suddetto intervallo.
Qualora non si riesca a raggiungere il requisito dei 78 giorni l’anno allora i valori di età e di quota pensionistica saranno aumentati rispettivamente di:
- 1 anno, nel caso in cui l’attività lavorativa sia stata svolta per un numero di giorni compreso tra i 64 e i 71;
- 2 anni, nel caso in cui l’attività lavorativa sia stata svolta per un numero di giorni compreso tra i 72 e i 77.
Inoltre, per i lavoratori notturni che soddisfano le suddette condizioni, si applica un’altra agevolazione per l’accesso alla pensione. Questi, infatti, possono accedere alla pensione di vecchiaia al netto di quanto disposto dall’ultimo adeguamento con le aspettative di vita, quindi all’età di 66 anni e 7 mesi, ma con 30 anni di contributi (anziché 20).
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