Il prezzo del gas in Europa è in calo, ma le rigide temperature in arrivo sono un test sulla sicurezza energetica del vecchio continente. Quali previsioni per l’inverno?
Per il prezzo del gas in Europa arriva il test del primo freddo con l’inverno ormai alle porte.
I futures del gas naturale nel benchmark olandese continuano a scendere in questo inizio di settimana a circa 44 euro per megawattora, registrando un calo di oltre il 4%. Le abbondanti forniture hanno più che compensato le previsioni che stimano temperature molto basse in gran parte dell’Europa all’inizio di dicembre.
Il gelo si sta diffondendo un po’ ovunque nei Paesi europei, con previsioni di neve dalla Germania al Regno Unito e anche in Italia. Questa brusca inversione meteorologica mette alla prova i sistemi energetici del vecchio continente in quello che è il secondo inverno senza la maggior parte delle forniture di carburante russe.
In un contesto globale incerto, con le forniture di Gnl a dominare ormai gli approvvigionamenti europei e il destino della crescita economica cupo, la sicurezza energetica rimane un tema centrale nell’agenda dell’Europa. Il sollievo per stoccaggi pieni non può distogliere l’attenzione su potenziali rischi di fornitura e di un’impennata dei prezzi del gas.
Prezzo del gas in calo in Europa, ma il freddo è in arrivo
Temperature gelide e nevicate si stanno diffondendo in tutto il continente e la domanda di energia è quindi destinata ad aumentare.
Si prevede che Berlino e Helsinki registreranno minime rispettivamente di -4,5°C e -8°C, e anche parti della Scozia, Nord-Est dell’Inghilterra e Londra dovrebbero registrare temperature sotto lo zero. La stessa Italia è interessata già da un vortice di aria fredda.
Guardando al futuro, le previsioni indicano freddo per gran parte dell’Europa nelle prossime due settimane, anche se alcuni modelli suggeriscono un potenziale aumento della temperatura nel nord-ovest a partire dal 6 dicembre. In questo contesto di anticipo invernale, l’osservazione si focalizza sul mercato del gas.
L’aspetto positivo per l’approvvigionamento energetico europeo è che le attuali riserve di gas naturale in Germania e Francia sono quasi piene e quelle italiane superano il 96%. Il binomio temperature superiori alla norma e stoccaggi ben forniti ha evitato il peggio finora, con il prezzo del gas rimasto piuttosto sotto controllo.
Il gas TTF è diminuito di 31,73 EUR/MWh o del 41,58% dall’inizio del 2023, anche se alcuni segnali di allerta si sono palesati negli ultimi mesi. I prezzi del gas sono aumentati del 40% tra ottobre e novembre nel benchmark olandese di riferimento europeo.
La volatilità geopolitica ha scosso i mercati spot e crescenti timori di carenza nelle forniture quest’inverno hanno riportato incertezza. Pur essendo lontani dai massimi dello scorso anno, i prezzi erano quasi il doppio della media storica del periodo dell’anno.
Secondo gli analisti, i serbatoi pieni non garantiscono gas a sufficienza per il riscaldamento delle famiglie per i prossimi mesi. Lo stoccaggio, infatti, non è destinato all’uso quotidiano e la capacità massima di riserva dell’Europa copre meno della metà del suo consumo invernale.
Come afferma l’Agenzia Internazionale per l’Energia: “rimangono grandi incertezze prima della prossima stagione di riscaldamento” e un inverno freddo, insieme a un blocco totale delle forniture di gas verso l’Europa da parte della Russia all’inizio della stagione di riscaldamento, potrebbe facilmente rinnovare le tensioni sul mercato e innescare picchi di volatilità del prezzo.
Quanto pesa il Gnl sul prezzo in Europa
Quella energetica rimane una sfida concreta e quotidiana per il vecchio continente e il rischio di vedere aumentare il prezzo del gas rimane possibile.
“I mercati del gas stanno diventando più rischiosi: i prezzi del gas e del Gnl sono sempre più volatili e fortemente influenzati da fattori globali”, scrive in una nota di ricerca Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista energetica presso l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis.
La questione del gas naturale liquefatto, per esempio, non è affatto trascurabile. La domanda di gas dell’Ue nel secondo trimestre del 2023 è stata inferiore del 19% rispetto alla media del periodo 2019-2021, con una domanda per la produzione di energia in calo del 17%. Sebbene ciò abbia aiutato la regione a far fronte alla netta diminuzione delle forniture di gasdotti russi, le importazioni di Gnl sono state cruciali nel colmare il divario.
La quota totale di gas naturale liquefatto importata nell’Ue è aumentata dal 20% nel 2018-2019 a circa il 40% nel 2022-2023, grazie a un rapido aggiornamento delle infrastrutture. Occorre sottolineare che il 13% delle importazioni di Gnl nell’Ue proviene dalla Russia, le cui spedizioni via mare sono effettivamente cresciute dopo l’invasione.
Questo aumento del Gnl ha reso i Paesi europei vulnerabili alla volatilità di quel mercato, soprattutto perché il 70% di queste importazioni viene acquistato con breve preavviso.
L’anno scorso, il clima invernale eccezionalmente mite ha ridotto la domanda di riscaldamento sia in Europa che in Asia. Oltre al clima mite, un rallentamento economico in Cina ha diminuito le importazioni di Gnl mentre i prezzi elevati di questo combustibile hanno spinto alcune nazioni dell’Asia ad acquistarne di meno.
Gli analisti dell’IEA prevedono che i mercati globali del gas naturale liquefatto vedranno modesti aumenti dell’offerta nei prossimi anni e questa debole crescita dell’offerta abbinata alla forte domanda manterranno i prezzi globali del Gnl strutturalmente elevati.
Quali previsioni sul mercato del gas europeo?
I prezzi possono aumentare o diminuire rispetto ai livelli attuali, ma l’ultimo modello sull’evoluzione del mercato europeo del gas durante questo inverno e fino al 2024 mostra un rischio al rialzo asimmetrico per i prezzi secondo il Timera Global Gas Report.
“I rischi al ribasso esistono sicuramente sotto forma di uno shock negativo della domanda derivante da una forte recessione, o anche solo da un altro inverno mite e volumi di offerta sani”, spiegano gli analisti di Timera.
Secondo l’analisi di Moody’s, i prezzi del carburante in Europa rimarranno più alti che altrove. Gli elevati prezzi del gas hanno rappresentato un ostacolo economico particolare per alcuni Paesi europei – in particolare la Germania, la più grande economia della regione – a causa della loro dipendenza dalle industrie ad alta intensità energetica. Crescono le preoccupazioni che i prezzi energetici costantemente alti possano promuovere la deindustrializzazione poiché le aziende ad alta intensità energetica, come quella automobilistica e chimica, si spostano altrove.
Giovanni Sgaravatti, analista ricercatore di Bruegel, think tank politico-economico con sede a Bruxelles, ritiene che un aumento dei prezzi del gas peggiorerebbe ulteriormente lo stato già precario della competitività dell’industria europea ad alta intensità energetica e si tradurrebbe anche in un aumento dei prezzi dell’elettricità.
“I Paesi che dipendono fortemente dal gas, come l’Italia, dovrebbero aumentare gli sforzi per installare energie rinnovabili e capacità di stoccaggio dell’elettricità per allontanarsi dai combustibili fossili...”, afferma l’esperto.
Vincent Juvyns, stratega del mercato globale presso JP Morgan Asset Management, lancia un’allerta simile all’Europa: prezzi dell’energia più alti e più volatili eroderanno la competitività dell’industria europea, peseranno sulla fiducia delle imprese e rallenteranno la normalizzazione dell’inflazione.
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