Quando verrà abolita l’ora legale?

Maria Paola Pizzonia

18/09/2024

Sapevi che probabilmente verrà abolita l’ora legale? Scopri perché, come e quando.

Quando verrà abolita l’ora legale?

L’ora legale è un concetto che ha accompagnato le nostre vite per decenni. Ogni primavera, spostiamo in avanti le lancette dell’orologio di un’ora, solo per riportarle indietro in autunno. Questo cambiamento stagionale, che apparentemente potrebbe sembrare innocuo, solleva da anni dibattiti e controversie. In molti paesi, compresa l’Italia, si discute se sia ancora utile o necessario mantenere questa pratica. Ma da dove nasce questa idea? E perché, nonostante molte persone chiedano la sua abolizione, l’Unione Europea non ha ancora trovato un accordo?

Le origini dell’ora legale: dal risparmio energetico alla modernità

Forse non lo sapevi, ma l’ora legale è un concetto abbastanza recente. L’ora legale fu introdotta per la prima volta su larga scala durante la Prima guerra mondiale con un obiettivo ben preciso: risparmiare energia. Spostando le lancette avanti durante i mesi estivi, si allungava la durata delle ore di luce naturale la sera, permettendo alle persone di consumare meno energia elettrica per l’illuminazione. Nel corso degli anni, il concetto fu adottato da molti paesi, soprattutto durante periodi di crisi energetica, come la crisi petrolifera degli anni ’70. Anche in Italia, l’ora legale è stata introdotta ufficialmente nel 1966, con la speranza di ridurre i consumi.

Tuttavia, la realtà oggi è molto diversa. Con l’avvento di tecnologie più efficienti, come le lampadine a LED, e con un maggiore utilizzo di fonti di energia rinnovabile, il risparmio ottenuto dal cambio dell’ora è diventato quasi irrisorio. Studi recenti, tra cui un rapporto della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo del 2018, non hanno potuto dimostrare una chiara correlazione tra l’ora legale e il risparmio energetico. Allora, una domanda sorge spontanea: perché continuiamo a spostare le lancette ogni anno?

Spagna e Germania: due visioni diverse sull’ora legale

Vediamo cosa sta succedendo nel mondo. In Europa, il dibattito sull’abolizione dell’ora legale è particolarmente acceso: la questione è dibattuta soprattutto in Spagna e Germania. Si tratta di due paesi che riflettono bene l’incertezza che ruota attorno a questa pratica.

In Spagna, il cambio stagionale dell’ora è stato confermato fino al 2026. Il Ministero della Presidenza ha fissato le date fino a quell’anno, nonostante le discussioni a livello europeo per stabilire un orario definitivo non abbiano prodotto risultati concreti. La Spagna, come altri paesi europei, aveva originariamente adottato l’ora legale per allinearsi con i paesi vicini e allo scopo di risparmiare energia. Ma, come già spiegato, si è constatato che i benefici in termini di risparmio energetico sono pressoché nulli. Un’indagine del 2018 riportata nella Gazzetta Ufficiale spagnola confermava che:

Non esistono report aggiornati che dimostrino una correlazione diretta tra il cambio d’orario e il risparmio energetico.

In Germania, la situazione è simile, ma il dibattito è ancora più acceso. Un sondaggio condotto nel 2023 dall’istituto di ricerca YouGov ha rivelato che il 75% dei tedeschi vorrebbe abolire immediatamente il cambio dell’ora. Questo rappresenta uno dei tassi di opposizione più alti d’Europa. Tuttavia, nonostante questa schiacciante maggioranza, la Germania non prevede cambiamenti prima del 2026. La deputata verde Anna Cavazzini ha dichiarato che il tema non verrà affrontato a livello europeo prima di quella data, rimandando così ogni decisione concreta.

Il problema, in Germania come altrove, non riguarda solo l’efficacia energetica, ma anche l’impatto sulla salute dei cittadini. Un quarto dei tedeschi lamenta disturbi come affaticamento, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione durante i cambi di orario, e le donne sembrano soffrire di questi effetti negativi più degli uomini.

E in Italia? Il rischio di un «mosaico di fusi orari»

Anche in Italia, il dibattito sull’abolizione dell’ora legale è vivo, tuttavia non ha ancora portato a decisioni concrete. Come in Spagna e Germania, l’Italia ha adottato l’ora legale per ragioni di risparmio energetico e per allinearsi con gli altri paesi europei. Ma come già detto, con l’avanzare delle nuove tecnologie di illuminazione e l’introduzione di forme di autoconsumo energetico, molti esperti ritengono che l’ora legale abbia perso gran parte del suo significato originale.

Quindi in Italia la situazione attuale segue quella del resto dell’Unione Europea: il cambio dell’ora continuerà almeno fino al 2026, in attesa di una decisione condivisa a livello continentale. Certo, non è semplice: ciò che rende complicata la situazione è l’enorme diversità geografica e culturale tra i vari paesi europei. Questo porta a tantissime diverse opinioni in merito che rendono complessa una soluzione che metta tutti d’accordo. Mentre nazioni come la Polonia preferiscono mantenere l’ora legale permanente per sfruttare meglio la luce del giorno, paesi come la Spagna, e (in parte) anche l’Italia, sono più indecisi. Il rischio, se non si trovasse un accordo, è quello di creare un mosaico di fusi orari che potrebbe causare confusione nei trasporti, nei commerci e nella vita quotidiana dei cittadini europei.

Cambiamento sì o no?

L’abolizione dell’ora legale potrebbe arrivare. Non è certo, ma se arrivasse sicuramente non arriverebbe prima del 2026. In attesa di una decisione a livello europeo, molti cittadini e paesi rimangono divisi sul tema. Appare però chiaro che l’ora legale, nata in un contesto di necessità, oggi non risponde alle esigenze di un mondo come quello di oggi, che sta cambiando rapidamente e radicalmente. Bisogna poi anche ribadire che la questione non riguarda solo il risparmio e l’ambiente, ma anche la salute psicofisica e il benessere generale delle persone. In definitiva comunque la priorità resta una ed è politica: tener fede alla necessità di un coordinamento europeo per evitare disagi. Fino a quando non si raggiungerà un accordo, continueremo a spostare le lancette. Una cosa resta certa: il dibattito sull’ora legale non si spegnerà facilmente.

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