Quanto è forte l’esercito italiano? Numero di soldati, carri armati e quanto spendiamo

Luna Luciano

17 Novembre 2024 - 12:21

L’esercito italiano è tra i 10 eserciti più potenti al mondo. A rivelarlo è la classifica Global Firepower. Ecco quanti soldati, carri armati ha il nostro Paese e quanto spendiamo ogni anno.

Quanto è forte l’esercito italiano? Numero di soldati, carri armati e quanto spendiamo

L’esercito italiano è tra le prime 10 potenze militari nel mondo. Un risultato non di certo inaspettato, dato che il nostro Paese è al 6° posto a livello globale nell’esportazione di armi, detenendone il 4,3% del mercato globale, secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI).

In un periodo come quello attuale, in cui le tensioni geopolitiche sono tangibili, dalla guerra in Ucraina agli scontri in Medio Oriente, la comunità internazionale ha focalizzato la propria attenzione sulle proprie forze militari. L’Italia è riconosciuto come un membro di primo piano della NATO e secondo il sito Global Firepower, che valuta le capacità militari globali basandosi su oltre 60 fattori, la nostra penisola si posiziona tra i primi dieci eserciti al mondo.

Questa posizione riflette non solo la dimensione e la qualità delle forze armate nostrane, ma anche la capacità tecnologica e l’influenza strategica del Paese. Nonostante questo, il nostro Paese non detiene un proprio arsenale nucleare, ma partecipa al programma di nuclear sharing della NATO, che le consente di ospitare e, in teoria, utilizzare testate nucleari americane in caso di necessità.

Questo aspetto aggiunge un livello di deterrenza strategica che rafforza la posizione militare complessiva dell’Italia. Ma quali sono i punti di forza e di debolezza del nostro esercito? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla potenza militare italiana e quanto investiamo per essa.

Quanto è forte l’esercito italiano

L’esercito italiano dispone di un complesso arsenale e risorse strategiche che ne consolidano la posizione nella top 10 delle potenze militari mondiali. Tra i dati più significativi troviamo:

  • Forza lavoro militare: l’Italia può contare su circa 267.000 militari tra attivi, riservisti e personale paramilitare, contro gli 1,3 milioni degli Stati Uniti, la prima potenza mondiale, che può contare anche su circa 800.000 riservisti: numeri decisamente più grandi. Tuttavia, il personale italiano è altamente addestrato e dotato di equipaggiamenti moderni.
  • Flotta terrestre: L’Italia dispone di 200 mezzi corazzati (carri armati), tra cui l’Ariete C1, adeguati per la difesa e operazioni NATO, gli Stati Uniti, invece, contano più di 6.500 carri armati, tra cui i potenti Abrams M1A2. Oltre a questi la Penisola dispone di 7.000 Veicoli blindati contro le oltre 45.000 degli Stati Uniti.
  • Flotta aerea. L’Italia detiene circa 100 aerei da combattimento tra cui i moderni Eurofighter Typhoon e gli F-35.
  • Flotta navale. In questo campo il nostro Paese risulta essere il 7° al mondo, mantenendo una forza significativa con 184 navi, inclusa una portaerei e otto sottomarini. Ovviamente anche in questo caso gli Stati Uniti possono contare su un numero superiore di mezzi, avendo una flotta di 484 navi, con undici portaerei e circa settanta sottomarini.

Questo confronto evidenzia che, pur non avendo i numeri delle principali superpotenze, l’Italia si distingue per un esercito versatile, in grado di integrarsi efficacemente nelle operazioni congiunte NATO. Inoltre, l’accesso al programma F-35 e le collaborazioni con l’industria bellica europea offrono un importante vantaggio tecnologico.

Armamento nucleare e spesa militare italiana

Un elemento spesso poco discusso è il ruolo dell’Italia nel programma di nuclear sharing della NATO. Sebbene il Paese non possieda armi nucleari proprie, ospita diverse testate americane nelle basi di Ghedi e Aviano. Questo programma consente ai membri NATO di partecipare alla pianificazione strategica nucleare, fungendo da deterrente contro minacce globali. Le testate, sotto controllo americano, potrebbero essere utilizzate dall’Italia in caso di emergenza, a seguito di una decisione congiunta all’interno della NATO. Questo colloca l’Italia in una posizione unica tra i Paesi non nucleari, aumentando la sua rilevanza geopolitica.

In termini di spesa, l’Italia destina circa 28 miliardi di dollari all’anno per la difesa, pari all’1,5% del PIL. Anche se questo dato si avvicina all’obiettivo NATO del 2%, resta lontano dai 877 miliardi di dollari spesi dagli Stati Uniti, pari al 3,5% del loro PIL. Tuttavia, la spesa italiana si concentra su settori strategici, come la modernizzazione degli armamenti e lo sviluppo di tecnologie avanzate, che garantiscono una notevole efficienza.

Pur sembrando lontano dai numeri delle grandi superpotenze, l’Italia dimostra di essere una forza rispettabile con un ruolo chiave nella sicurezza europea e globale.

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