La scoperta è stata fatta in Antartide e lo sfruttamento del giacimento porrebbe la Russia tra le principali potenze petrolifere del mondo.
La Russia ha annunciato di aver scoperto in Antartide un’enorme giacimento di petrolio pari a circa 511 miliardi di barili di petrolio, ovvero 10 volte la produzione dell’intero Mare del Nord negli ultimi 50 anni.
Una riserva enorme che ha ha scosso il panorama energetico globale perché se sfruttata porrebbe la Russia tra le principali potenze mondiali nella produzione di petrolio superando nazioni come Arabia Saudita e Venezuela. Questo potrebbe causare non pochi scossoni nei mercati internazionali e nell’assetto geopolitico con nazioni pronte a porre un veto sullo sfruttamento del petrolio da parte della Russia, in un territorio coperto dalle norme inserite nel Trattato sull’Antartide.
La scoperta è stata fatta dalla nave Alexander Karpinsky gestita dalla Rosgeo, la più grande compagnia di esplorazione geologica in Russia, fondata nel 2011 e riconosciuta per la sua esperienza nell’individuazione di giacimenti significativi in varie parti del mondo. In questa occasione ha individuato un giacimento di proporzioni storiche ma il Trattato sull’Antartide pone il divieto di qualsiasi sfruttamento delle risorse naturali del continente. La Russia però non sembra voler rinunciare a tale ricchezza.
Che cos’è il Trattato sull’Antartide
L’Antartide rappresenta un esempio unico di cooperazione internazionale grazie al Trattato, firmato inizialmente nel 1959 da 12 Paesi e successivamente sottoscritto da molte altre nazioni, inclusa l’Italia nel 1981. Questo trattato, stabilisce principi chiave per la gestione del continente, garantendo che esso sia destinato esclusivamente a scopi pacifici e scientifici, preservandolo da rivendicazioni territoriali e attività militari.
I punti salienti del Trattato sono:
- sospensione delle rivendicazioni territoriali: nessun Paese può avanzare pretese di sovranità sull’Antartide;
- divieto di attività militari: il continente è riservato a scopi pacifici, senza basi o operazioni militari;
- proibizione degli esperimenti nucleari e dello smaltimento di rifiuti nucleari;
- libertà di ricerca scientifica: il continente è un laboratorio globale aperto alla cooperazione internazionale, con obbligo di condividere informazioni e risultati.
Ora alla luce di questi trattati, la Russia, così come le altre nazioni, non possono avere influenza in quell’area se non per motivi scientifici. Per questo, anche se nel sottosuolo ci sono enormi giacimenti di petrolio e gas, non è possibile prelevarli. La Russia ha ammesso di aver svolto ricerche in quell’area, ma ha detto di averlo fatto sempre nel rispetto di quanto stabilito nel Trattato sull’Antartide.
In tanti credono che le ricerche avviate dalla Russia e fatte passare per scientifiche, sono in realtà precursori per la prossima estrazione di petrolio. In pratica con la maschera della ricerca scientifica, la Russia con le proprie navi ha in realtà avviato delle attività di esplorazione mineraria non consentite dal Trattato, con lo scopo poi di avviare in futuro delle trivellazioni.
In tanti temono che dietro questa ricerca ci sia un progetto ben più ampio di sfruttamento della zona e l’inizio di una lotta al controllo dell’Antartide che, come visto, da zona ininfluente da un punto di vista economico e di risorse, in realtà ha nel sottosuolo giacimenti elevatissimi di petrolio e gas che frutterebbero milioni di dollari.
Paesi come Argentina e Cile, che mantengono rivendicazioni storiche su parte del territorio antartico, potrebbero intensificare gli sforzi diplomatici per impedire un’avanzata russa in quei territori, causando ulteriori tensioni geopolitiche.
L’impatto globale della nuova scoperta
La scoperta di uno dei giacimenti di petrolio più importanti al mondo pone il mondo verso nuove sfide. L’impatto dello sfruttamento sarebbe infatti notevole. In primo luogo la Russia potrebbe superare le principali potenze petrolifere come Venezuela e Arabia Saudita e porsi in una posizione di leadership tra i maggiori paesi produttori di petrolio al mondo. Anche sui mercati internazionali l’impatto potrebbe essere importante e potrebbe generare fluttuazioni significative nei prezzi. Poi come detto la scoperta potrebbe provocare scontri diplomatici tra paesi con interessi nella regione.
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