La Norvegia è uno dei Paesi migliori per lavorare: guadagni abbastanza da mettere da parte metà dello stipendio, il tasso di disoccupazione è basso e c’è richiesta nelle professioni meno qualificate.
Si guadagna abbastanza da poter risparmiare almeno metà dello stipendio e non è complicato trovare un lavoro: ecco perché molti italiani guardano con interesse alla possibilità di trasferirsi in Norvegia per lavorare.
Le testimonianze di chi si è trasferito in Norvegia per lavorare non mancano e sono spesso positive. Ad esempio, c’è chi descrive una realtà lavorativa dove si premiano competenze e dedizione, dove anche lavori meno qualificati, come può essere il fattorino, vengono pagati 180 Nok, l’equivalente di 15 euro l’ora. Uno stipendio di questo tipo in Norvegia è considerato più che dignitoso, e consente anche di mettere da parte qualche soldo, specialmente quando ci si trasferisce nei centri urbani meno popolati (un conto è vivere a Oslo, un altro è a Bergen).
Se quindi state cercando lavoro ma siete stanchi dei rifiuti ricevuti in Italia, o comunque delle offerte di lavoro che non soddisfano le vostre aspettative stipendiali, e non vi siete preclusi la possibilità di trasferirvi all’estero, la Norvegia potrebbe essere la vostra “terra promessa”.
Tant’è che se dovessimo analizzare quali sono i migliori Paesi per lavorare (e lo abbiamo fatto, chiedendo un parere persino all’intelligenza artificiale) la Norvegia entra di diritto almeno nella top ten, se non sul podio.
Perché la Norvegia è uno dei migliori Paesi per lavorare
Se vi state chiedendo perché proprio la Norvegia dovrebbe essere la destinazione per un’opportunità di lavoro all’estero vi basterà consultare questo report, pubblicato da Worldata.info, dove viene specificato qual è il Paese con il miglior potere d’acquisto della retribuzione. Si risponde quindi alla domanda su quanti beni e servizi è possibile comprare con il proprio stipendio, fornendo un’indicazione su qual è la ricchezza reale dei propri cittadini.
D’altronde se si guadagnano molti soldi ma poi bisogna spenderli altrettanti per vitto e alloggio il trasferimento avrebbe poco senso.
Questo report, realizzato prendendo in esame i dati raccolti da Ocse, Banca mondiale, Fmi ed Eurostat, è quindi molto utile per scegliere la destinazione migliore per un eventuale trasferimento all’estero. La base di riferimento sono gli Stati Uniti, a cui è stato assegnato un valore pari a 100: chi sta sotto significa che, o per colpa di uno stipendio più basso o comunque di un costo della vita più alto, ha un potere d’acquisto inferiore. Viceversa nei Paesi con valore superiore a 100 è maggiore.
Ad esempio, l’Italia ha un indice dei costi del 71,8 (il che significa che beni e servizi sono più economici di circa il 28%) e un reddito medio di 3.183$ (rispetto ai 6.692$ degli Usa): ne risulta che il potere d’acquisto è pari a 66,3, il che significa che il potere d’acquisto è più basso di circa il 34% rispetto agli Stati Uniti.
A tal proposito, basti vedere quali sono i Paesi con indice del potere d’acquisto superiore a 100 per avere un’idea di dove il rapporto tra reddito medio e costo della vita è migliore.
Come anticipato, in cima alla classifica troviamo la Norvegia, dove il costo della vita è più basso rispetto agli Usa (l’indice è di 90,8) mentre il reddito medio è più alto in quanto pari a 8.538$ (7.676 euro in euro). Ne risulta che il potere d’acquisto è persino superiore al 40% rispetto agli Usa, circa il 53% rispetto all’Italia.
L’unico altro Paese europeo con un indice di potere d’acquisto superiore a 100 è il Lussemburgo (di cui abbiamo già approfondito): con un costo della vita più basso del 2,5% e un reddito medio di 7.364$, il potere d’acquisto è maggiore di quasi il 13% rispetto agli Usa.
Sotto 100, ma comunque con un valore molto più alto rispetto all’Italia, meritano una menzione anche Paesi come:
- Irlanda, 97,4
- Svizzera, 94
- Svezia, 93,2
- Paesi Bassi, 88,3
- Islanda, 88
- Germania, 84,6
- Belgio, 81,1
- Finlandia, 73,7
Come anticipato poi la Norvegia è anche un Paese dove concentrandosi su quei settori dove c’è particolarmente richiesta di manodopera, che approfondiremo di seguito, è difficile non trovare lavoro. Basti pensare che qui l’ultimo tasso di disoccupazione registrato (fonte Statistic Norway) è stato del 4,1%, esattamente due punti percentuale in meno rispetto all’Italia (con percentuale del 6,2%).
Possiamo dunque parlare di “terra promessa” con tutti i limiti del caso ovviamente visto che ogni Paese presenta comunque le sue difficoltà, specialmente per chi non è altamente qualificato per svolgere le professioni più richieste. I dati macroeconomici comunque non lasciano spazio ai dubbi: sicuramente ci troviamo di fronte a un Paese migliore rispetto all’Italia, come pure di molte altre destinazioni europee.
Come trasferirsi in Norvegia per lavorare
Come anticipato, la Norvegia non fa parte dell’Unione Europea: tuttavia questo non deve far pensare che sia più complicato trasferirsi. Anzi, è più semplice rispetto ad altri Paesi: la Norvegia, infatti, fa comunque parte dell’area Schengen permettendo così la libera circolazione dei cittadini con la sola carta d’identità.
Non servono quindi chissà che documenti per trasferirsi in Norvegia, l’importante è rispettare determinate scadenze quando il soggiorno si protrae per lunghi periodi.
Nel dettaglio, trascorsi 3 mesi va segnalata la propria presenza in quanto persona in cerca di lavoro, passaggio che può essere fatto in via preliminare dal sito dell’immigrazione salvo poi formalizzare il tutto all’ufficio di polizia della zona di residenza. Dopodiché per 6 mesi si può cercare lavoro senza bisogno di altri documenti: scaduto questo termine è invece necessario uscire dal Paese per poi eventualmente farne ritorno e ripetere tutta la procedura.
Ricordate comunque che per trasferirsi in un Paese estero è preferibile avere una certa dimestichezza con la lingua. A tal proposito, dovete sapere che quella ufficiale è il norvegese ma ci sono molte altre lingue diffuse: la maggior parte delle persone infatti parla l’inglese come seconda lingua, ma ci sono buone percentuali anche di spagnolo (scelto dal 30% degli studenti), tedesco (24%) e francese (13,4%).
Quali sono i lavori più cercati in Norvegia
Semmai ci fossero dubbi riguardo al fatto che conviene trasferirsi in Norvegia per lavorare, vi farà piacere sapere anche che questo Paese è da anni in cima alla graduatoria dell’indice di sviluppo umano stilata dall’Onu, merito anche di un elevato livello di parità di genere nel mondo del lavoro, dove tra l’altro c’è anche un buon equilibrio tra lavoro e vita privata.
Ma quali sono i lavoratori con maggiori possibilità di trovare lavoro? Dovete sapere che la Norvegia ha un settore imprenditoriale tecnologicamente avanzato, dove è alta quindi la ricerca di professionisti esperti in nuove tecnologie, come ad esempio l’Intelligenza artificiale. Ma c’è anche molta ricerca nel settore dell’energia (in particolare petrolifero e gas), come pure nel settore marittimo e ittico. Anche i pescatori rientrano quindi tra i lavori con più richiesta in Norvegia, insieme a:
- lavoratori del comparto edile
- ingegneri in vari ambiti
- cuochi
- autisti
- esperti delle IT
Queste sono le figure più ricercate ma non sono di certo le uniche. Tant’è che ad oggi sul portale Eures ci sono più di 13.500 offerte di lavoro per la Norvegia, che riferiscono ai più disparati ambiti.
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