Dalla dispersione scolastica agli scarsi investimenti dell’Italia in materia di Istruzione per arrivare al gender pay gap tra chi ha una laurea: ecco di dati dell’ultimo rapporto Ocse.
L’ultimo rapporto Ocse 2024 riporta dati allarmanti che riguardano la dispersione scolastica in Italia. L’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha presentato a Parigi il 10 settembre i dati raccolti nel rapporto annuale Education at a Glance sui sistemi educativi di 38 Paesi membri e l’Italia sembra avere numerose criticità.
Le criticità non riguardano solo la dispersione scolastica, ma anche la spesa pubblica destinata all’istruzione al di sotto della media Ocse, come anche la carenza di insegnanti dato l’alto tasso di precariato che riguarda il nostro Paese e un’età media dei docenti abbastanza alta sintomo di un lento ricambio generazionale.
Non è un caso che è proprio per il precariato e le politiche del ministro dell’Istruzione Valditara dell’ultimo anno, che i docenti sono scesi in piazza in segno di protesta e preparano una nuova mobilitazione.
Il rapporto Ocse guarda anche a ciò che avviene dopo la scuola evidenziando il gender pay gap presente tra donne e uomini, laddove le prime guadagnano meno dei colleghi maschi.
Vediamo allora i dati allarmanti del rapporto Ocse sulla scuola, la dispersione scolastica in Italia e le differenze con gli altri Paesi membri.
Scuola, dispersione scolastica in Italia: i dati del rapporto Ocse
Per quanto riguarda la dispersione scolastica in Italia il rapporto Ocse evidenzia che il 20 % dei giovani fra i 25 e i 34 anni non ha completato il ciclo di istruzione secondaria di secondo grado laddove la media Ocse è del 14%. Le conseguenze, pertanto, si hanno anche nel campo dell’occupazione in queste fasce d’età e infatti:
- solo il 57% dei 25-34enni senza diploma di maturità trova lavoro;
- il 69% dei diplomati invece trova lavoro.
Non solo l’occupazione perché chi non si diploma è destinato anche a guadagnare meno dal momento che il 27% della popolazione fra i 25 e i 64 anni non diplomata guadagna la metà o meno del reddito medio. Su questi dati sono intervenuti anche i sindacati e in particolare la Flc Cgil che in un comunicato ribadisce quanto sia essenziale elevare l’obbligo scolastico fino a 18 anni.
Sempre dal rapporto Ocse emerge come i giovani che provengono da nuclei familiari non diplomati o non laureati abbiano meno probabilità di diplomarsi o laurearsi. In Italia, sottolinea sempre il sindacato commentando il rapporto Ocse:
- il 37% dei figli di genitori non diplomati non si diploma;
- il 69% dei figli con almeno un genitore laureato consegue la laurea.
E qui arriva un altro dato allarmante del rapporto Ocse e che riguarda gli investimenti e le politiche per l’istruzione. L’Italia, infatti, destina solo il 4% del Pil all’istruzione posizionandosi sotto la media dei Paesi Ocse che sono al 4,9%. Anche il rapporto studenti-insegnanti è deludente perché di 11 a 1 per la scuola primaria e di 10 a 1 per l’istruzione di secondo grado.
Scrive in merito la Flc Cgil:
La politica dei tagli, puntualmente denunciata dalla Flc Cgil, è rappresentata anche dai ridotti numeri di assunzioni che arrivano dopo molti anni di precariato, tanto che l’anagrafica dei docenti italiani è sensibilmente più alta rispetto a quella degli altri membri Ocse: il 53% del corpo docente infatti ha più di 50 anni, contro il 37% nella media dell’area Ocse.
Dal rapporto Ocse, tuttavia, per l’Italia emergono anche dati positivi perché la percentuale di studenti italiani con sufficienti competenze in matematica è nella media sia per le ragazze che per i ragazzi e aumentano le donne con almeno una laurea triennale.
Le giovani donne laureate pagate meno
E se è positiva la presenza delle giovani donne tra le laureate, non è positivo il confronto con i colleghi maschi per quanto riguarda lo stipendio. Dal rapporto Ocse, infatti, emerge che le giovani donne vengono pagate meno. In Italia le laureate guadagnano in media il 58% del salario dei loro coetanei maschi facendo così registrare il più grande divario retributivo di genere tra i Paesi Ocse. Lo stesso divario riguarda anche le giovani donne diplomate che guadagnano l’85% dei loro colleghi maschi.
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