L’analisi di un laboratorio indipendente ha mostrato come il 71% della carne di pollo venduta contiene batteri resistenti agli antibiotici.
C’è un problema sottovalutato che ben presto potrebbe causare una vera e propria emergenza sanitaria. Stiamo parlando della resistenza agli antibiotici. Per anni si è abusato nell’utilizzo di antibiotici con la conseguenza che gli agenti patogeni stanno diventando sempre più resistenti ai farmaci. In futuro potremmo non avere più armi necessarie per contrastare i super batteri e si potrebbe tornare ad avere conseguenze gravissime e letali anche per semplici infezioni.
Uno studio condotto da un laboratorio indipendente supportato dall’organizzazione DAkkS, con sede a Colonia, in Germania, ha mostrato come anche nella carne che mangiamo sono presenti grosse percentuali di batteri resistenti agli antibiotici. La ricerca ha analizzato in primis il pollo venduto da Lidl ma analisi sono state effettuate anche su campioni in vendita da altri marchi come Carrefour, SPAR, Mercadona e E.Leclerc.
Per quanto riguarda il pollo Lidl, in 17 dei 24 campioni analizzati e provenienti dalla Spagna, quindi il 71%, erano presenti batteri resistenti agli antibiotici. Di questi il 38% aveva la Listeria, l’83% conteneva agenti patogeni associati a malattie diarroiche come Escherichia coli e Campylobacter. Lo studio nel complesso ha portato all’analisi di 142 prodotti provenienti da 22 negozi Lidl in Spagna, Germania, Italia, Regno Unito e Polonia. In altri supermercati i numeri sono più bassi ma mostrano comunque la presenza di agenti patogeni resistenti.
Quali rischi?
Secondo lo studio, questi agenti patogeni possono causare infezioni del tratto urinario, polmonite o addirittura setticemia. C’è quindi un significativo rischio per la salute pubblica.
L’Escherichia coli e Campylobacter presenti in diversi campioni possono causare sintomi lievi ma anche gravi come diarrea acuta, febbre o l’infiammazione delle articolazioni. Il batterio Listeria può essere particolarmente pericoloso sopratutto per le donne incinte perché può causare danni al feto e anche l’aborto. In persone fragili può portare malattie gravi e persino la morte. Il problema di così tanti batteri resistenti nei polli è serio perché le persone tendono a non avere sempre un comportamento impeccabile da un punto di vista igienico. Se previa cottura i batteri vengono debellati, c’è da fare attenzione sopratutto con le superfici come taglieri e utensili da cucina la cui pulizia spesso non è impeccabile dopo la manipolazione di pollo crudo. Se tutto viene correttamente igienizzato non si corrono rischi.
Perché tutti questi agenti patogeni?
Ma come mai c’è una percentuale così alta di batteri nella carne di pollo in vendita nei supermercati? Purtroppo per la grande distribuzione si procede ad allevamenti sempre più intensivi. Per evitare il propagarsi dell’influenza aviaria, gli animali ricevono antibiotici anche quando non sono malati in una sorta di cura preventiva. Questa sovraesposizione ha causato la comparsa di batteri resistenti. Inoltre gli ambienti in cui vivono, sporchi e pieni di escrementi facilitano il proliferare di batteri.
Dal canto suo Lidl si difende generalizzando la problematica che non riguarda soltanto la catena tedesca. «Vorremmo sottolineare che i batteri che la carne fresca di pollo può contenere non sono una conseguenza del metodo di allevamento dei nostri specifici fornitori, ma rappresentano piuttosto una sfida generale per l’intero settore della carne di pollame», fanno sapere.
Lidl ha negato le accuse e ha assicurato che la catena effettua controlli di qualità esaustivi attraverso organismi indipendenti e accreditati. I risultati della ricerca sono stati trasferiti ai Ministeri dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione, chiedendo provvedimenti.
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