Mercati nel caos, con le azioni globali che continuano a crollare sotto la pressione dei rendimenti obbligazionari inarrestabili e su livelli massimi. Un terremoto azionario è in corso, che succede?
Mercati travolti da un vero e proprio tsunami, con l’azionario in profondo rosso e rendimenti sovrani che corrono su nuovi massimi.
Un’accelerazione delle vendite di titoli di Stato statunitensi sta iniziando a diffondere il caos sui mercati finanziari, spingendo al rialzo i costi di finanziamento, pesando sulle valute e spingendo le azioni verso una correzione tecnica.
Il nervosismo è ovunque. I titoli azionari asiatici sono crollati ai minimi di 11 mesi, mentre il continuo tonfo dei mercati obbligazionari globali ha visto i rendimenti statunitensi raggiungere i massimi di 16 anni, sfidando le valutazioni azionarie e inasprendo la propensione per gli asset rischiosi in generale.
L’impennata dei rendimenti dei titoli del Tesoro ha portato il dollaro a nuovi massimi, con solo lo yen che ha mostrato una certa lotta tra le speculazioni che le autorità giapponesi potrebbero intervenire dietro le quinte. La valuta giapponese ha superato il livello di 150 per dollaro nel pomeriggio di martedì prima di schizzare improvvisamente a 147,3.
A Wall Street, le azioni sono state svendute e gli investitori hanno ricevuto un promemoria di non aspettarsi un taglio del tasso di interesse da parte della Federal Reserve in tempi brevi.
L’S&P 500 è crollato di quasi l’1,4%, mentre il Dow Jones Industrial Average ha perso circa l’1,3%, ovvero oltre 425 punti. Il Nasdaq Composite, ad alto contenuto tecnologico, è sceso di quasi il 2%.
Cosa succede nei mercati? Azioni e obbligazioni in tilt
Con i mercati della Cina chiusi, l’Asia sta per archiviare una seduta all’insegna di pesanti perdite.
Un benchmark azionario asiatico è caduto per il terzo giorno, portando il calo dai massimi di luglio a poco più del 10%. I titoli coreani e giapponesi hanno registrato un calo di oltre il 2% dopo che il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni ha toccato il livello più alto degli ultimi 16 anni.
Il Kospi della Corea del Sud è sceso di oltre il 2,00%. In Giappone, Nikkei 225 ha chiuso con un - 2,22% toccando il minimo dalla fine di maggio. L’indice S&P/ASX 200 australiano è sceso dello 0,94%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong è diminuito di un altro 0,96%, estendendo le perdite dal crollo del 3% di martedì.
La svendita del debito globale ha spinto i rendimenti delle obbligazioni quinquennali del Giappone ai massimi degli ultimi dieci anni. Lo yen ha registrato un forte rialzo nelle ore di negoziazione degli Stati Uniti dopo un precedente indebolimento a livelli che alcuni operatori sospettavano avrebbero innescato un sostegno all’intervento.
In tutti i mercati emergenti asiatici le obbligazioni sono sotto pressione e il baht tailandese, il dollaro di Taiwan, il ringgit malese, la rupia indonesiana e la rupia indiana sono tutti ai minimi storici o vicini, con alcune banche centrali che intervengono per arginare un affondo di tale portata.
I tassi di interesse statunitensi sono così cruciali per i mercati globali che gli investitori sono costretti a ricalibrare le scommesse su tutto, dalle azioni alle valute, dinanzi alla conclusione che la politica monetaria della Federal Reserve rimarrà restrittiva per un periodo prolungato.
Un’ulteriore ondata di vendite è esplosa martedì, dopo che i dati sulle opportunità di lavoro negli Stati Uniti migliori del previsto hanno rafforzato le scommesse che la banca centrale non avrà finito di aumentare i tassi.
La marcia del dollaro ha spinto l’euro al minimo degli ultimi 10 mesi a 1,0448 dollari durante la notte e la sterlina al minimo di sette mesi a 1,20535. Anche in Europa, intanto, i rendimenti dei titoli di Stato decennali stanno schizzando. È un campanello di allarme per i conti pubblici, con l’Italia indebitata tra i Paesi più osservati.
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