Truffa WhatsApp, presi di mira i genitori. Ecco come riconoscerla

Gabriele Marrone

23 Giugno 2024 - 19:49

Questa nuova truffa prende di mira i genitori. Ecco come riconoscerla e (soprattutto) come evitarla.

Truffa WhatsApp, presi di mira i genitori. Ecco come riconoscerla

Molte nuove truffe su WhatsApp prendono di mira i genitori. I truffatori tentano di impersonare i figli per estorcere denaro con il pretesto di «aiutarli».
La frode, purtroppo, funziona spesso perché sfrutta il potere delle emozioni e punta su un senso di urgenza per indurre i genitori a effettuare velocemente dei bonifici. Per difendersi occorrono vigilanza e cautela costanti.

WhatsApp, la famosa app di messaggistica istantanea, può essere un terreno fertile per le truffe. Sebbene negli ultimi anni siano state numerose le frodi all’interno dell’app, nell’ultimo periodo imperversa un tipo di truffa relativamente nuovo tramite la quale i malintenzionati prendono di mira i genitori, sfruttando il loro amore verso i figli.

Attenzione a questa truffa su WhatsApp che prende di mira i genitori

Si tratta di una truffa con furto d’identità - con cui i truffatori fingono di essere qualcun altro per estorcere denaro – che ha come obiettivi principali i genitori.

Un falso agente di polizia chiama il malcapitato su WhatsApp e cerca di estorcergli denaro in cambio di un aiuto per il figlio, finito (falsamente) nei guai.

Perché il truffatore chiama su WhatsApp? In primo luogo, la chiamata è crittografata end-to-end, il che significa che nessun altro oltre al truffatore e al destinatario ha accesso alla conversazione.
In secondo luogo, è un modo per legittimare chi chiama. I truffatori spesso utilizzano immagini del profilo che raffigurano individui con l’uniforme della polizia per creare l’illusione che si tratti davvero di un’autorità, guadagnandosi così la fiducia della vittima. In alcuni casi, i truffatori possono sfruttare le informazioni personali raccolte dai social media o da altre fonti, come i nomi dei figli.

Dalle informazioni estorte alla paura

Il truffatore poi tenta di affermare la propria legittimità «confermando» l’identità del destinatario, chiedendo se il proprio figlio è nelle vicinanze:

  • Se il figlio è vicino al genitore, il truffatore potrebbe terminare la chiamata, temendo un confronto. Per questo motivo i truffatori prendono di mira i genitori che hanno meno probabilità di verificare le informazioni, come ad esempio chi lavora a tempo pieno.
  • Se il figlio non è presente, il truffatore può sfruttare l’innata preoccupazione del genitore. E così procede ad accusare falsamente il figlio di attività illegali (spesso legate al furto di contanti) e a criticare il genitore per mancanza di supervisione. L’obiettivo è creare un senso di urgenza e panico, rendendo il genitore più suscettibile alla manipolazione.

Quando il genitore chiede dove si trova il figlio e dove si trova chi ha chiamato, il truffatore ricorre all’intimidazione, urlando e minacciando di ripercussioni legali se viene messa in dubbio la propria autorità. Ciò ha lo scopo di mettere a tacere ogni dubbio e spingere i genitori ad agire impulsivamente.

A seguito di queste minacce, i truffatori spingono per una rapida risoluzione chiedendo trasferimenti di denaro online per saldare le presunte accuse contro il ragazzo. È qui che tentano di sfruttare il panico e la paura che hanno instillato.
Un genitore emotivo può cadere facilmente nella truffa e pagare il truffatore nell’immediato pur di far tornare il proprio figlio a casa. Quando si fa chiarezza sull’intera situazione, di solito è troppo tardi. I truffatori sono già fuggiti senza lasciare traccia.

Come evitare la truffa dei genitori su WhatsApp

La consapevolezza è il miglior modo per difendersi da queste truffe.
Attenzione, quindi, ad ogni segnale sospetto. Gli agenti di polizia di solito non chiamano su WhatsApp, soprattutto dai propri telefoni cellulari.

Cerca di non rispondere alle chiamate provenienti da numeri sconosciuti, in particolare da chi ti vuole parlare di questioni urgenti o afferma di far parte di un ufficio pubblico o di un’azienda importante. Prova a entrare in contatto con tuo figlio prima di credere a tali affermazioni provenienti da una persona sconosciuta.

I truffatori utilizzano spesso immagini di profilo false, in particolare quelle che raffigurano figure autoritarie come gli agenti di polizia. Anche qui, attenzione: spesso questo foto celano delle incoerenze o, più semplicemente, si tratta di immagini stranamente sfocate.

Non rivelare dettagli sensibili su di te o sui tuoi familiari che potrebbero essere utilizzati per manipolarti. I truffatori sono ormai abili nel creare il panico sostenendo che una persona cara è nei guai. Non affrettarti a prendere delle decisioni che riguardano i tuoi soldi.

Argomenti

# Truffa

Iscriviti a Money.it