I governi di tutto il mondo spendono 180 trilioni di dollari all’anno per finanziare progetti dannosi per l’ambiente. Lo studio.
Lo scorso novembre, a Glasgow, i capi di Stato e di governo di circa 200 Paesi annunciavano l’intesa per un nuovo patto sul clima con l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature sotto 1,5° C, così come stabilito dall’accordo di Parigi.
Per diversi analisti del settore, il programma ratificato era una mediazione al ribasso, se non un fallimento, rispetto alle politiche da attuare per raggiungere una vera transizione ecologica entro la metà del secolo. La situazione però potrebbe essere peggiore di così.
Come riportato in uno studio commissionato dall’organizzazione senza scopo di lucro newyorkese B Team e sponsorizzata da Business for Nature, coalizione globale che riunisce diverse compagnie internazionali attente al tema della sostenibilità, l’umanità starebbe finanziando la propria estinzione grazie ai sussidi pubblici.
In questa situazione paradossale, infatti, i governi di tutto il mondo spendono 1,8 trilioni di dollari all’anno (circa 1,6 trilioni di euro) in aiuti statali per azioni che provocano l’aumento del riscaldamento globale.
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Gli Stati continuano a investire nei combustibili fossili
Attraverso questi sussidi, equivalenti al 2% del PIL mondiale, gli Stati stanno mettendo in campo delle politiche che vanno direttamente contro i traguardi contenuti nell’accordo di Parigi.
Una consistente parte di queste migliaia di miliardi di dollari, come viene sostenuto dagli autori Doug Koplow e Ronald Steenblik, potrebbe e dovrebbe essere utilizzata, al contrario, per sostenere politiche attive per centrare l’obiettivo emissioni zero.
Nel documento, vengono analizzate le singole voci dei settori in cui vengono allocate queste spese.
L’industria dei combustibili fossili occupa il primo posto con un valore di 620 miliardi di dollari, il settore agricolo si piazza in seconda posizione con 520 miliardi di dollari.
A questi si aggiungono, come voci di spesa più rappresentate, anche l’impiego inefficiente di acqua dolce (350 miliardi di dollari) e la deforestazione (155 miliardi di dollari).
180 trilioni di dollari spesi per continuare a inquinare
La mancanza di trasparenza da parte di governi e aziende private rende molto difficile il reperimento di questi dati. Di conseguenza, il totale di 1,8 trilioni di dollari potrebbe essere una sottostima del valore reale.
Una situazione, quella fotografata, che sembra non tener conto neanche della preoccupazione della popolazione mondiale, sempre più sensibile alle tematiche ambientali e, soprattutto, agli effetti negativi che ne potrebbero derivare.
Secondo un sondaggio commissionato dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il riscaldamento globale, con le conseguenze di una distruzione degli ecosistemi naturali e di condizioni meteorologiche estreme, rappresenta il peggior pericolo per le 12 mila persone intervistate a livello globale, anche rispetto allo scoppio di una guerra.
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