Vivere in Tunisia dopo la pensione, perché conviene

Patrizia Del Pidio

05/10/2023

Trasferirsi all’estero dopo la pensione non è più così raro, scopriamo perché la Tunisia potrebbe essere una delle mete più conveniente tra quelle da scegliere per costo della vita e fiscalità.

Vivere in Tunisia dopo la pensione, perché conviene

Trasferirsi in Tunisia dopo la pensione potrebbe essere una scelta conveniente. In Italia, soprattutto chi percepisce una pensione medio bassa, arriva a stento a fine mese e sicuramente vive una vita dove gli sfizi non possono essere all’ordine del giorno e anche permettersi un regalo a un figlio o a un nipote diventa un problema economico.

Proprio per questo motivo sempre più italiani in pensione decidono di fare le valige per trasferirsi all’estero alla ricerca di un luogo che permetta loro di vivere dignitosamente di quello che l’Inps eroga mensilmente. E se oltre ai vantaggi economici si riesce a trovare un luogo non troppo lontano dalla madre patria e che abbia un clima mite tutto l’anno, sicuramente si trova quello che per i pensionati potrebbe essere un vero e proprio paradiso.

Di posti come questi ce ne sono diversi e quello che andremo a esaminare oggi è la Tunisia cercando di capire perché convenga il trasferimento in questo Paese dopo il pensionamento.

La Tunisia e i pensionati

Sicuramente la Tunisia non è un Paese gettonato come il Portogallo, anche se, a ben vedere, dista solo 150 chilometri dalla Sicilia. In ogni caso si può contare in una comunità di pensionati che conta circa 6.000 persone, abbastanza ridotta forse anche a causa della paura di attacchi terroristici (gli ultimi gravi risalgono a circa 8 anni fa, nel 2015) con uno stato di emergenza in vigore ancora oggi.

Da tenere presente, poi, che si tratta di un Paese che ha una mentalità ancora abbastanza ristretta rispetto all’Italia (si pensi che l’omosessualità è ancora sanzionata) e che la sanità, se ci si allontana dai centri abitati più importanti, non è delle migliori. Questo è una delle cose da mettere in conto perché se si trasferisce la propria residenza si perde il diritto alla sanità italiana e che se a farlo è un pensionato deve tenere conto di essere avanti con gli anni e di andare in contro, anno dopo anno, a problemi di salute.

Perché la Tunisia conviene: il costo della vita

I motivi perché la Tunisia è vista come meta molto conveniente per i pensionati sono essenzialmente due: il costo della vita è molto più basso rispetto all’Italia e ci sono vantaggi fiscali non indifferenti.

Da tenere conto che fino al 2021 un tunisino medio poteva vivere con circa 5.500 dinari l’anno (al cambio attuale corrispondono a circa 1.600 euro, cifra che in Italia permette di vivere per un mese). Questa media tiene conto anche dei tunisini meno abbienti e sicuramente chi si trasferisce non lo fa per vivere nell’indigenza. Per i benestanti il costo della vita annuo, sempre nel 2021, era di circa 12.000 dinari (circa 3.500 euro), un costo che in Italia possiamo solo sognare.

Sicuramente con il tasso di inflazione in aumento in due anni questa spesa si sarà sicuramente alzata ma non avrà mai raggiunto i costi della vita in Italia e possiamo considerare un aumento del 10% che porterebbe la spesa totale annua tra cibo e alloggio a circa 14.000 dinari (che permette di restare sotto i 4.000 euro l’anno).

Un Fisco molto più “amico”

Il secondo motivo che spinge a scegliere la Tunisia come meta per trasferire la propria residenza dopo il pensionamento è rappresentato dalla fiscalità. Trasferirsi in Tunisia può essere molto interessante grazie alla legge 85 del 25 dicembre 2006 che all’articolo 35 prevede che “il provente netto da pensioni e vitalizi è determinato dopo una deduzione dell’80% del suo importo lordo”.

Trasferendosi in questo Paese, quindi, le aliquote di tassazione molto simili a quelle italiane, si applicano solo sul 20% della pensione lorda ed essendo il Paese in convenzione bilaterale con l’Italia non è prevista doppia imposizione. La particolarità della Tunisia, però, è che la convenzione si applica anche per i dipendenti del pubblico impiego (in Portogallo, invece, no) perché il trattato non pone limitazioni per le pensioni pubbliche.

Gli altri vantaggi

Se non bastasse il basso costo della vita e la fiscalità vantaggiosa, trasferirsi in un Paese come la Tunisia comporta decisi risparmi anche sul riscaldamento. Qui le temperature medie sono diverse che in Italia con pochissime piogge e con temperatura intorno agli 11° a gennaio e sui 30° a luglio e agosto. Insomma né troppo freddo in inverno, né troppo caldo in estate.

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