Le tasse sul forex sono rappresentate da tutti quei tributi che colpiscono i guadagni derivanti dal Forex trading nei mercati dei cambi.
In Italia i redditi derivanti dal Forex trading sono classificati come redditi diversi dalla normativa fiscale.
Le tasse sul forex hanno il loro riferimento fondamentale nell’articolo 67, lettera n) 1-ter del TUIR:
“Sono redditi diversi se non costituiscono redditi di capitale ovvero se non sono conseguiti nell’esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da societa’ in nome collettivo e in accomandita semplice, ne’ in relazione alla qualita’ di lavoratore dipendente:
1-ter. Le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di valute estere rivenienti da depositi e conti correnti concorrono a formare il reddito a condizione che nel periodo d’imposta la giacenza dei depositi e conti correnti complessivamente intrattenuti dal contribuente, calcolata secondo il cambio vigente all’inizio del periodo di riferimento sia superiore a 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi continui”.
Tasse sul Forex: i presupposti per la tassazione in Italia
Le tasse sul Forex hanno quindi il loro riferimento normativo fondamentale nel testo unico delle imposte sui redditi, oltre che nell’importante circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 67 E del 6 luglio 2010.
Alla luce, in particolare, dell’articolo 67, lettera n) -ter del TUIR, in passato si riteneva che le tasse sul Forex si applicassero esclusivamente ove ricorressero, contemporaneamente, due presupposti fondamentali esplicitamente previsti dalla norma ovvero:
- oggettivo, nel senso che l’importo deve superare i 51.645,69 euro;
- temporale, nel senso che le valute devono essere tenute per almeno sette giorni lavorativi.
Secondo questa interpretazione, in Italia le tasse sul Forex sarebbero sostanzialmente inesistenti nel senso che normalmente le operazioni poste in essere vengono aperte e chiuse nella stessa giornata, facendo venir meno uno dei due presupposti sostanziali su cui si basano le tasse sul Forex medesime.
L’Agenzia delle Entrate, invece, ha chiarito nella risoluzione numero 102 E del 25 ottobre 2011 che i contratti che hanno per oggetto il Forex ovvero lo scambio di valute estere:
“debbano essere ricondotti tra i rapporti di cui all’articolo 67, comma 1, lettera c-quater), del TUIR, i cui redditi, se percepiti da parte di un soggetto persona fisica, non esercente attività d’impresa, sono soggetti ad imposta sostitutiva a norma dell’articolo 5 del decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461.
Ai sensi dell’articolo 68, comma 8, del TUIR, i suddetti redditi sono costituiti dal risultato che si ottiene facendo la somma algebrica dei differenziali positivi o negativi nonché degli altri proventi od oneri, percepiti o sostenuti, in relazione a ciascuno dei rapporti.
Alla luce di quanto sopra esposto, i chiarimenti forniti con la risoluzione n. 67/E del 6 luglio 2010 devono ritenersi non più attuali a decorrere dal 19 settembre 2010 (data di entrata in vigore dell’articolo 9, comma 7, del citato decreto legislativo n. 141 del 2010)”.
E ancora:
“in tutti i casi in cui un contribuente ponga in essere una pluralità di contratti o atti, tra essi collegati, aventi ad oggetto valute estere, finalizzati a conseguire differenziali positivi o negativi in dipendenza di un evento aleatorio (quale l’andamento delle valute estere), i predetti differenziali assumono rilevanza reddituale agli effetti della lettera c-quinquies) del comma 1 dell’articolo 67 del TUIR”
.
Di conseguenza, le persone fisiche non esercenti attività d’impresa che operano sul mercato del Forex devono pagare le tasse sul Forex medesimo a prescindere dai presupposti sopra citati e previsti dall’articolo 67, lettera n) 1-ter del TUIR.
Calcolo tasse sul Forex
Come effettuare il calcolo delle tasse sul Forex? Su quale base imponibile si calcolano le tasse sul Forex?
Il punto di partenza per effettuare il calcolo delle tasse sul Forex è l’analisi del concetto di capital gain, per approfondire il quale si consiglia la lettura della seguente guida:
Capital gain: cos’è e come si calcola?
In estrema sintesi, il capital gain o guadagno in conto capitale è la differenza positiva che si viene a determinare tra il capitale investito inizialmente ed il capitale ottenuto alla fine dell’operazione considerata.
Il capital gain rappresenta quindi una plusvalenza, ovvero la base imponibile su cui calcolare, in questo caso, le tasse sul Forex.
Si ipotizzi, a titolo di esempio, di investire 100 euro nella valuta A in data 1 febbraio; dopo due giorni, il cambio a noi favorevole determina un aumento del valore della valuta A fino a 120 euro.
Di conseguenza, il capital gain (plusvalenza) sulla valuta A sarà pari a 20 euro ovvero la base imponibile su cui eventualmente calcolare le tasse sul Forex (fermo restando la sussistenza dei due presupposti delle tasse sul Forex poc’anzi citati).