Antibiotici nel latte italiano: marche colpite e rischi

Fiammetta Rubini

24 Gennaio 2020 - 10:38

Trovate tracce di antibiotici e altri medicinali nel latte che compriamo al supermercato. Ecco i marchi famosi analizzati e i possibili rischi per la salute.

Antibiotici nel latte italiano: marche colpite e rischi

Ci sono tracce di antibiotici e farmaci nel latte venduto in Italia, ma non solo: trovati anche antinfiammatori e cortisonici. È quanto emerge dalle analisi condotte da Salvagente, che hanno riscontrato la presenza di farmaci nel latte in oltre la metà delle 21 confezioni di latte fresco e a lunga conservazione che si trovano sugli scaffali di supermercati e discount italiani.

I test, effettuati attraverso un nuovo metodo di analisi messo a punto dall’Università Federico II di Napoli e l’Università di Valencia, hanno rivelato la presenza di dexamethasone (un cortisonico), il neloxicam (un antinfiammatorio) e l’amoxicillina (un antibiotico), in concentrazioni tra 0,022 mcg/kg e 1,80 mcg/kg in alcune blasonate marche di latte.

Antibiotici nel latte italiano: marchi analizzati

Tra i marchi di latte oggetto di analisti da troviamo:

  • Parmalat
  • Granarolo
  • Coop
  • Conad
  • Lidl
  • Esselunga
  • Carrefour

La ricerca ha rivelato che l’unico latte in cui sono state trovate tracce di tutti e tre i farmaci, quindi antibiotici, cortisonici e antinfiammatori, è il latte fresco Lidl.

Ricca Fonte, Esselunga Fresco, Parmalat Zymil fresco e Carrefour fresco presentano tracce di due farmaci e altri cinque campioni, sono risultati positivi a un solo farmaco. 

Il direttore del Salvagente ci tiene a specificare che queste analisi “non vogliono essere uno strumento di penalizzazione per le aziende produttrici di latte”, e dice che molte di queste, informate dei risultati dei test, si sono mostrate sensibili all’argomento e volenterose di trovare soluzioni.

Antibiotici nel latte: quali pericoli per la salute?

I residui di antibiotici e altri farmaci trovati nel latte italiano derivano dalle cure per le infezioni alle mammelle, come le mastiti, nelle vacche da latte.

Le dosi di antibiotici utilizzate sono in regola con i limiti di legge, ma la domanda che sorge spontanea è: anche se bassa, questa quantità di farmaci somministrati alle mucche che finisce nel latte che beviamo, è pericolosa per la salute?

“Partendo dall’utilità dello studio, che rappresenta un metodo diagnostico rapido, non dobbiamo creare allarmismi. Solo nei nostri laboratori, nel 2019, abbiamo analizzato oltre 5500 dati relativi al latte e non abbiamo riscontrato non conformità in relazione a questo argomento”, rassicura Antonio Limone, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno.

Un pericolo a cui si va incontro, spiegano gli esperti, è la più facile creazione di batteri resistenti agli antibiotici; l’altro è la possibilità che venga alterato il microbiota umano. L’assunzione di antibiotici nei prodotti alimentari, sebbene in piccole quantità ma ripetuta nel tempo, può avere ripercussioni sui microrganismi che popolano il nostro intestino e ed esercitano effetti benefici a livello digestivo e immunitario. Rischi a cui sono esposti soprattutto neonati e bambini, principali consumatori di latte.

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