Coronavirus: la sanità in Europa è pronta alla pandemia? Alcuni dati

Violetta Silvestri

27/03/2020

Quali sono le capacità sanitarie nei vari Paesi europei? Dinanzi all’emergenza coronavirus, molto grave soprattutto in certi Stati dell’Europa, alcuni dati aiutano a capire se le nazioni UE sono attrezzate per affrontare la pandemia.

Coronavirus: la sanità in Europa è pronta alla pandemia? Alcuni dati

La pandemia di coronavirus sta mettendo in evidenza pregi e difetti del sistema sanitario nei vari Paesi europei. Gli Stati sono davvero pronti ad affrontare in modo efficiente un’epidemia di così grande portata?

Quello che emerge in queste ore drammatiche per il vecchio continente, è che, in realtà, ospedali e personale medico sono sotto pressione e, alcuni casi, a rischio collasso. Il flusso di malati sta raggiungendo numeri impressionanti, con Italia e Spagna ai primi posti per la quantità di malati e deceduti.

La velocità di diffusione del virus ha sorpreso il mondo e, dinanzi a una epidemia così sconosciuta e repentina nei tempi di infezione, apparecchiature mediche, dispositivi di protezione come mascherine e guanti, strumenti curativi, quali ventilatori e disponibilità di posti letto in terapia intensiva non sembrano sufficienti per curare tutti.

La sanità in Europa è davvero pronta alla pandemia di coronavirus? Il quesito è attuale più che mai. Per rispondere, almeno parzialmente, sono utili alcuni dati sulla capacità ospedaliera nei vari Paesi europei.

Coronavirus: quanti letti in terapia intensiva nei Paesi europei?

Il numero di letti di terapia intensiva disponibile sta diventando uno dei dati sanitari che può davvero fare la differenza tra la vita e la morte dei pazienti affetti da coronavirus.

Maggiore è la capacità di curare i malati con crisi respiratorie gravi in questi specifici reparti ospedalieri, migliore sarà la risposta dello Stato nella lotta all’epidemia.

Un ragionamento, questo, che vale soprattutto per l’Europa. Infatti, mentre i numeri iniziali provenienti dalla Cina hanno mostrato che solo una piccola parte delle persone contagiate si trovava in condizioni di salute critiche, con circa il 14% dei positivi classificati come grave, la situazione europea è completamente diversa.

Gli ospedali stanno soffrendo molto per la loro incapacità di intervenire sui malati con problemi anche molto gravi. Recentemente un ospedale di Londra ha dovuto dichiarare di aver esaurito i letti di terapia intensiva e di non essere in grado di accogliere ulteriori malati.

Uno studio condotto sui Paesi UE (compreso il Regno Unito) nel 2012 ha analizzato la capacità di ricoveri in terapia intensiva nei diversi Stati. Le differenze rilevate sono interessanti e, in alcuni casi, anche di notevole entità.

Nonostante il report non sia proprio recente - occorre considerare infatti che nel frattempo le situazioni potrebbero essere cambiate, come in Italia dove ci sono stati tagli alla sanità - il quadro che ne emerge è indicativo.

Sono stati considerati i posti di terapia intensiva disponibili per 100.000 persone. La Germania risulta la nazione meglio equipaggiata, con 29,2 letti, seguita da Lussemburgo, Austria e Romania con buoni numeri, da 24 a 20 posti ogni 100.000 abitanti.

E l’Italia? Il nostro Paese è al decimo posto, registrando 12,5 letti.

In cosa alla classifica ci sono il Portogallo, all’ultimo posto con un magro 4,2 letti per 100.000 persone e Paesi Bassi, Slovenia, Finlandia, Grecia e Svezia, tutti con meno di 6,5 letti di terapia intensiva. Il Regno Unito si attesta su 6,6.

Tutti i dati sono visibili nel seguente grafico pubblicato dalla rivista online Politico.

Sanità in Europa e coronavirus: quale impatto?

Un altro modo per valutare la preparazione dei diversi Paesi alla pandemia è quello di esaminare il numero di casi di contagiati in rapporto ai letti di terapia intensiva e ai posti complessivi disponibili negli ospedali.

Secondo uno studio Eurostat, la Spagna si trova in grande difficoltà. Ha, infatti, 8,9 casi confermati per ogni letto di terapia intensiva, dato superiore a qualsiasi altro paese dell’UE. In termini di posti ospedalieri complessivi, ha 286 positivi per 1.000 letti.

L’Italia è allo stesso modo in crisi, con 8,5 casi confermati per letto di terapia intensiva e 332 contagiati per 1.000 posti letto totali.

La Germania presenta solo 1,3 casi confermati per letto di terapia intensiva e 47 per 1.000 letti ospedalieri. Bisognerà capire, però, se i contagi aumenteranno o no e a quale ritmo.

Da notare, Regno Unito e Paesi Bassi sembrano trovarsi in una situazione migliore rispetto alla Spagna o all’Italia. Tuttavia il numero di casi continua ad aumentare e la quantità relativamente scarsa di letti di terapia intensiva ogni 100.000 persone in entrambi gli Stati potrebbe tradursi in sfide molto difficili a breve termine.

Lo stesso Boris Johnson, giorni fa, ha allertato la nazione: con numeri come quelli italiani, il sistema sanitario non reggerà.

Il coronavirus in Europa, quindi, sta mostrando anche le falle dell’efficienza ospedaliera e sanitaria dei Paesi UE.

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