Il coronavirus viaggia veloce e in modo drammatico in tutto il mondo. Lo dice l’OMS e lo confermano i numeri di contagiati e morti a livello globale. In Europa, lo scenario più cupo si sta concretizzando in Spagna.
In Spagna il coronavirus continua a far paura. Il Paese è stato uno dei più colpiti a livello mondiale.
Il numero di decessi e infezioni negli ultimi quindici giorni è aumentato, con un bilancio di vittime davvero pesante: oltre 19.000. Il dato complessivo di positivi è salito a 182.816, facendo posizionare il Paese ufficialmente al secondo posto mondiale per casi di contagio, dietro gli Stati Uniti.
In Europa il Paese spagnolo è quello maggiormente attaccato dall’infezione. Nonostante le preoccupazioni, alcuni timidi primi passi verso l’allentamento del blocco totale sono stati intrapresi.
Coronavirus in Spagna: cosa succede e cosa aspettarsi
Le autorità sanitarie affermano che il virus ha raggiunto il picco in Spagna da quando il numero di decessi giornalieri ha raggiunto 950 persone il 2 aprile, ma hanno insistito per mantenere il blocco del 14 marzo, che probabilmente verrà esteso a metà maggio.
Con uno dei lockdown più rigorosi in Europa, il Paese spagnolo sta cercando con prudenza di ripartire. Dal 13 aprile sono state riavviate alcune attività non essenziali, tra uffici e imprese edili. Le polemiche su questa misura non sono mancate, considerando il livello di contagio ancora alto nella nazione.
Per poter circolare e andare a lavorare, comunque, occorre seguire delle regole di sicurezza, quali mantenere il distanziamento, usare mascherine e dotarsi di gel disinfettante.
Locali, scuole, cinema e teatri, invece, restano ancora chiusi.
L’allerta, comunque, rimane massima in Spagna e per ora non sono previste altre misure di alleggerimento del lockdown. Il coronavirus, qui, è ancora molto rischioso.
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