Aumento contagi in Friuli Venezia Giulia: nuove restrizioni a Trieste, cosa sta succedendo

Giorgia Bonamoneta

1 Novembre 2021 - 19:20

Aumentano i contagi in Friuli Venezia Giulia. C’è il rischio di un cambio di colorazione? Il sindaco intanto pensa a nuove restrizioni contro gli assembramenti. Ecco cosa sta accadendo.

Aumento contagi in Friuli Venezia Giulia: nuove restrizioni a Trieste, cosa sta succedendo

Aumentano i casi in Friuli Venezia Giulia e in particolare a Trieste, per la quale si prevedono restrizioni nei prossimi giorni. Le manifestazioni avvenute a partire dal 15 ottobre, giorno nel quale è entrato in vigore l’estensione del green pass per tutti i lavoratori, sono state definite le “colpevoli” di questi aumenti.

In particolare il dito è puntato verso la mancanza di attenzione alle norme anti Covid-19, a partire dagli assembramenti all’aperto, su cui però ha influito il mancato uso delle mascherine. E il sindaco pensa a nuove restrizioni in merito.

La preoccupazione per l’aumento dei contagi in Friuli Venezia Giulia è legata al rischio di saturazione degli ospedali. In effetti i letti in terapia intensiva hanno superato la soglia del 10%, ma la zona non critica è relativamente calma.

Covid: aumentano i casi in Friuli Venezia Giulia

Nell’ultima settimana, dal 18 al 31 ottobre, i casi di positivi sono di 2.343. Nella giornata del primo novembre sono stati riscontrati, su 1.535 tamponi molecolari effettuati, 63 nuovi contagi e nessun decesso. La tendenza è in aumento, ha detto Fabio Barbone, responsabile sanitario per la Regione.

Solo nella provincia di Trieste nell’ultima settimana sono stati trovati 801 positivi, che secondo i dati corrisponde al doppio della settimana precedente. In relazione al numero dei positivi, il tasso d’infezione è di 350 su 100 mila abitanti, uno tra i dati più alti d’Italia. Sempre Barbone ha dichiarato che un simile dato non si verificava dall’autunno 2020 o dalla primavera 2021.

Aumentano i casi, ma di chi è colpa?

Le immagini delle proteste no green pass sono visibili a tutti e in queste, come c’era da aspettarsi in un gruppo che non crede nel vaccino o, in casi estremi, non crede nella stessa pandemia, i comportamenti non sono stati dei più virtuosi.

Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, ha voluto sottolineare che la situazione di Trieste è particolarmente preoccupante. Il motivo risiede nelle conseguenze delle manifestazioni, che non hanno creato molto disagio a livello lavorativo, quanto a livello sanitario.

Infatti tra i nuovi casi riscontrati in Regione 93 sono tra partecipanti a manifestazioni, tutti non vaccinati e senza mascherina. Ci sono alcuni positivi anche tra chi, per motivi di lavoro, si trovava alla manifestazione, come Forze dell’Ordine e giornalisti.

Quella di Fedriga non è una dichiarazione di colpevolezza, come lui stesso fa notare, ma il punto della situazione dopo aver ascoltato o letto le autodichiarazioni dei positivi.

Aumentano i contagi: c’è il rischio di un cambio di colorazione?

A preoccupare maggiormente il Presidente di Regione e i sindaci è il tasso d’incidenza settimanale dei casi, che per Trieste risulta essere tra i più alti d’Italia, insieme a Rieti, Bolzano e Gorizia (sempre in Friuli Venezia Giulia).

L’andamento nelle ultime 4 settimane è di progressivo aumento dei tassi d’incidenza ma nell’ultima settimana in particolare c’è stato un ulteriore aggravamento della situazione”, ha riferito sempre Fabio Barbone.

Accanto a questo dato la sua diretta conseguenza, ovvero la percentuale di occupazione dei letti, che per il Friuli Venezia Giulia ha superato almeno una soglia. Infatti i posti letto in terapia intensiva hanno visto un aumento del +2%, arrivando alla soglia del 10%.

Il cambio di colorazione non avverrà, almeno non ancora, perché per quanto le terapie intensive iniziano a dare segni di preoccupazione, il resto delle aeree delle strutture ospedaliere è ancora in grado di sostenere ritmi abituali.

Conseguenze e restrizioni per l’aumento dei contagi e le manifestazioni

I toni usati in questi giorni sono accusatori verso i manifestanti “no green pass” che si sono riuniti al porto di Trieste e in seguito in Piazza Unità d’Italia. È vero, molte delle persone che hanno manifestato non hanno rispettato le norme anti Covid-19, generando un focolaio di quasi 100 persone, ma impedire qualsiasi forma di assembramento all’aperto suona, come lo stesso sindaco ha voluto sottolineare, al “limite della Legge”.

In ogni caso, per impedire assembramenti di quelli che sono stati definiti “disertori” e per impedire l’aumento dei contagi, il prefetto Valerio Valenti ha chiuso Piazza Unità d’Italia alle manifestazioni fino alla fine di questo anno.

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