Il Bitcoin ha scavallato la soglia dei 50.000 dollari, e l’entusiamo si fa incontenibile: la criptovaluta toccherà quota 1 milione nel lungo periodo? Gli analisti ci credono, ma JP Morgan frena e avverte sui rischi.
Il Bitcoin potrebbe raggiungere quota 500.000 dollari entro la fine del decennio, per poi scavallare, nel lungo periodo, la soglia del milione di dollari. Queste le previsioni spericolate di alcuni analisti, che salutano con toni trionfali la cavalcata della crypto, ormai oltre i 50.000 dollari e in rialzo del 405% su base annua.
A favorire la grande epopea del Bitcoin, come noto, l’interesse crescente degli hedge fund internazionali, l’apertura dei colossi dei pagamenti online verso gli asset digitali e - nelle ultime settimane - il gioco a carte scoperte delle grandi corporate made in USA, con l’investimento record di Tesla sugli scudi, 1,5 miliardi di dollari in BTC.
Non mancano, però, i campanelli d’allarme: JP Morgan, la banca newyorchese che si muove come un pendolo tra posizioni bearish e bullish sulla criptovaluta, punta il dito contro l’alta volatilità del prezzo dell’asset, favorita da una quota ancora troppo elevata di investitori retail: rally a rischio?
Il Bitcoin toccherà quota 1 milione di dollari?
Il grande circo del Bitcoin, dunque, si è rimesso in moto. Dopo aver cavalcato un trend rialzista irrefrenabile nelle ultime settimane dello scorso anno, fino a toccare un picco di 40.000 dollari nei primi giorni del 2021, la criptovaluta aveva iniziato a manifestare alcuni segni di nervosismo, ritracciando persino al di sotto dei 30.000 dollari.
Perché? A pesare erano stati i crescenti timori degli investitori sullo scoppio di una bolla speculativa, un’ombra che continua ad aleggiare intorno al BTC dal crollo del 2018, ma anche quelle oscillazioni del prezzo che ancora oggi turbano il sonno degli investitori.
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Poi, a febbraio, il Bitcoin ha ripreso la sua corsa, favorito dai tweet di Elon Musk e dallo scoop dell’anno: Tesla ha investito 1,5 miliardi di dollari in BTC, sdoganando così le scommesse delle big cap statunitensi nel mercato delle crypto. Non solo: tra la pioggia di endorsement - alcuni diretti, altri velati - anche quelli di Bank of New York Mellon, Mastercard, Morgan Stanley e Deutsche Bank.
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Sarà difficile, ora, frenare gli entusiami, e gli analisti già si scaldano. A rompere gli indugi Anthony Pompliano, co-fondatore di Morgan Creek Digital Assets, che vede il Bitcoin toccare quota 500.000 dollari alla fine degli anni Venti per poi raddoppiare la sua quotazione nel lungo periodo. “Penso che il Bitcoin alla fine supererà la market cap dell’oro”, ha chiosato l’analista, e i bull della crypto si sfregano le mani.
Rischio volatilità sul Bitcoin
D’altra parte, non tutti si stanno facendo trascinare dal rinnovato Bitcoin, seppur vestito a festa. A mescolare le carte negli ultimi giorni è stata JP Morgan, una delle Big four del comparto bancario statunitense, prima bearish sulla crypto (“It’s not my cup of tea”, ebbe a dire con toni sprezzanti il CEO Jamie Dimon sul BTC), poi rialzista, fissando il target di lungo periodo dell’asset a 146.000 dollari. Ed ora di nuovo con i piedi per terra: secondo gli analisti della banca USA, infatti, l’alta volatilità del Bitcoin - cinque volte maggiore rispetto a quella dell’oro - potrebbe finire per minacciare il rally in corso.
Ma perché il prezzo continua ad oscillare? In fondo, la chiave per una maggiore stabilità è l’apertura istituzionale verso l’asset, uno dei fattori che hanno trascinato il BTC alle quote odierne. Cosa manca, dunque? Secondo JP Morgan il volume di investitori retail sulla crypto è ancora troppo alto, e quando la stay-at-home-economy verrà smantellata l’interesse dei trader amatoriali - alcuni sul BTC a tempo perso, altra conseguenza della pandemia - potrebbe rapidamente scemare.
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