La variante Delta non sarà l’ultima mutazione con cui dovremmo fare i conti, ma ce ne saranno delle altre prima che il virus raggiunga la sua mutazione finale, fanno sapere gli scienziati del SAGE.
Il coronavirus continuerà a mutare ed oltre alla Delta compariranno altre varianti. È questa la teoria evoluzionistica che lancia un monito su quello che potrebbe succedere in futuro, dipingendo quattro diversi scenari.
All’interno dello studio, a cui hanno lavorato gli scienziati del Comitato consultivo per le emergenze (SAGE, Scientific Advisory Group for Emergencies) del Regno Unito, è stato ipotizzato che il Sars-CoV-2 è destinato a raggiungere una variante “finale”, ma prima di raggiungere quello stadio potrebbe dover mutare ancora altre volte.
Ci saranno delle nuove varianti oltre alla Delta
In futuro potremmo trovarci a fare i conti con delle nuove varianti di Covid. Secondo gli scienziati del SAGE le mutazioni del Sars-CoV-2 sarebbero in grado di dare al patogeno un vantaggio selettivo che potrebbe condurre a quattro scenari principali, di cui i primi tre rappresentano una “possibilità realistica”, mentre l’ultimo, il migliore per l’uomo, sarebbe altamente improbabile al momento e nel breve termine.
Secondo gli scienziati, nel prossimo futuro il virus continuerà a perfezionarsi sempre più, andando ad aumentare il suo valore R, ossia il numero di persone infettate da un solo positivo, e diminuendo il suo tempo di incubazione. Il SAGE è infatti certo che ci sarà questa “deriva genetica”, ossia un accumulo di diverse mutazioni che potrebbero “influenzare l’abilità del virus e la gravità della malattia”, oltre che “influire sulla trasmissione virale e sulla resistenza agli anticorpi”.
I quattro scenari possibili
- Nel primo scenario, quello più plausibile, viene ipotizzato l’emergere di una nuova variate in grado di causare una malattia grave all’interno della popolazione, ossia quello che sta già accadendo adesso. In questa situazione gli scienziati ritengono “molto probabile che gli attuali vaccini continuino a fornire una protezione dalla malattia grave, anche se non prevengono completamente l’infezione nella maggior parte delle persone”.
- Nel secondo senario viene ipotizzata la nascita di una nuova variante in grado di eludere i vaccini, e in questo caso si dovrebbero elaborare dei nuovi farmaci in grado di contrastare il patogeno.
- Anche il terzo scenario vede l’emergere di una variante resistente, ma allo stesso tempo in grado di contrastare l’azione delle terapie antivirali specifiche: “Quando inizieremo a utilizzare i farmaci antivirali ad azione diretta è molto probabile che verrà selezionata una variante che abbia resistenza ai singoli agenti antivirali”. Questa ipotesi tuttavia è considerata poco probabile dagli scienziati.
- nella quarta ipotesi viene rappresentata una variante molto meno aggressiva. Questo scenario si verificherebbe nel momento in cui il patogeno aumenta la sua trasmissibilità adattandosi all’uomo e diventando endemico, ossia un virus come tanti altri, che causano dei banali raffreddori.
Un’altra prosperità realistica afferma che il virus potrebbe andare incontro a quella che viene chiamata “zoonosi inversa”, rendendo il virus ancora più pericoloso per l’uomo: “Questo sarebbe uno scenario in cui SARS-CoV-2 infetta gli animali, prima di tornare negli esseri umani. Abbiamo già visto SARS-CoV-2 infettare visoni, felini e roditori. Quindi possiamo aspettarci future pandemie quando i virus animali si riverseranno negli esseri umani, proprio come hanno fatto in passato” ha precisato Hamish McCallum, Direttore del Centro per la salute planetaria e la sicurezza alimentare della Griffith University di Brisbane, in Australia, che non è stato coinvolto nello studio.
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