Come sarebbe l’Italia se tutti fossero vaccinati?

Giorgia Bonamoneta

08/01/2022

Sono diversi gli scenari per il prossimo futuro, ma solo uno è considerabile sicuro, quello nel quale tutti sono vaccinati. Ecco come sarebbe l’Italia completamente immunizzata.

Come sarebbe l’Italia se tutti fossero vaccinati?

Come sarebbe l’Italia se tutti fossero vaccinati? Il report di Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) ha risposto a questa domanda analizzando i dati raccolti in 21 ospedali sentinella.

In poche parole, secondo il report, l’Italia sarebbe tutta in zona bianca, con gli ospedali alleggeriti e appena l’1,2% dei posti letto in terapia intensiva occupati. Dati confermati anche dal report dell’ISS uscito oggi (8 gennaio 2022) i cui dati risalgono però a un mese fa.

Se tutti i residenti in Italia fossero vaccinati non servirebbe farsi tale domanda. Invece gli esperti cercano di immaginare i possibili scenari per il futuro, come il patologo Guido Silvestri.

Come sarebbe l’Italia se tutti fossero vaccinati?

Come sarebbe l’Italia se tutti fossero vaccinati? Non è una domanda così scontata (forse), visto che circa ogni mese qualche ente o esperto cerca di dare una risposta. Alla fine però la risposta è sempre la stessa: ci sarebbero meno morti e tutte le regioni sarebbero colorate di bianco.

Se tutti si fossero vaccinati (e quindi immunizzati) la vita sarebbe diversa, in particolare quella degli operatori sanitari, di chi lavora a contatto con il pubblico, delle vittime e delle loro famiglie. Sì, sarebbe diversa. La simulazione di Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) lo conferma ancora una volta.

I risultati della simulazione, basata su i dati raccolti in 21 ospedali sentinella, sono stati riportati sul Sole 24 Ore. Si legge che solo l’1,2% dei posti letto in terapia intensiva sarebbe occupato. Questo perché “emerge un’efficacia del vaccino del 91,5% contro le ospedalizzazioni, un dato che si avvicina molto a quello che aggiorna ogni settimana l’Istituto superiore di Sanità” ha detto Silvio Tafuri, docente di Igiene all’università di Bari che ha elaborato i dati.

L’Italia dei vaccinati: i dati dell’Istituto Superiore di Sanità

L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il report con i dati risalenti al periodo che va da 12 novembre al 12 dicembre 2021. Prima ancora dell’ondata di positivi, l’ISS ha riscontrato (e messo in grafica) i rischi relativi alla terapia intensiva a seconda se si è vaccinati o non e da quanto tempo.

Secondo il grafico il rischio di terapia intensiva (dal 12/11/2021 al 12/12/2021):

  • non vaccinati: 6.660.263 (23,2 ogni 100.000)

  • vaccinati da più di 4 mesi: 26.019.483 (1,5 ogni 100.000)
  • vaccinati da meno di 4 mesi: 11.648.617 (1,0 ogni 100.000)
  • booster: 8.102.818 (0,9 ogni 100.000)
Bollettino ISS
Dati Istituto Superiore di Sanità dal 12/11/2021 al 12/12/2021.

I dati non riportano ancora i numeri relativi alla variante Omicron, ma comunque disegnano una costante chiara: i non vaccinati sono quelli più a rischio.

Gli scenari della variante Omicron

A inserire la variante Omicron nello scenario italiano ci ha pensato Guido Silvestri, patologo, immunologo, virologo e divulgatore scientifico e accademico italiano. Sul Corriere della Sera ha descritto tre scenari possibili legati all’evoluzione dell’onda Omicron.

Il primo scenario, quello migliore, vede la variante Omicron protagonista “buona” della fine della pandemia. Non causando una malattia severa, anche se con alti numeri di contagio, la letalità sarebbe più bassa. “Diventa essenziale capire come la minore severità di Omicron si innesterà sull’effetto dei vaccini di prevenire il Covid severo già osservato per le altre varianti”, scrive Silvestri.

Il secondo scenario, intermedio, assume Omicron come variante con ridotta letalità, ma mortalità assoluta elevata, soprattutto nei soggetti non vaccinati, nelle persone anziane o “fragili”.

Il terzo e peggiore scenario immagina la variante Omicron mutare, Silvestri scrive “fare marcia indietro sulle mutazioni” e diventare più infettiva per il polmone. “Non è uno scenario impossibile”, anche se la possibilità è, fortunatamente, bassa. Bassa non è zero e per questo si deve insistere sulla vaccinazione. Silvestri è chiaro: vaccinazione universale per tutti, compresi i bambini sotto i 5 anni, il prima possibile. Questo è lo scenario migliore, quello nel quale tutti i residenti in Italia sono vaccinati.

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