Dare del terrone è reato quando lo scopo è offendere e denigrare qualcuno a causa della sua provenienza geografica. Si tratta di un’affermazione discriminatoria che può rientrare nella fattispecie di ingiuria e diffamazione. Vediamo cosa si rischia.
Dire a qualcuno che è “terrone” per il fatto di essere nato nel Sud Italia è un reato a tutti gli effetti. Potrebbe sembrare strano, dato che questa espressione è entrata ormai nel gergo comune, ma nonostante la sua diffusione cela un carattere offensivo e denigratorio.
In altre parole, dare del “terrore” equivale ad una offesa di stampo discriminatorio, per l’esattezza una discriminazione dovuta dalla provenienza geografica, al pari di un insulto sessista, razzista e così via.
Inutile dire che bisogna sempre considerare il contesto in cui la parola “terrone” viene pronunciata, se tra amici in maniera scherzosa o durante una discussione. In quest’ultimo caso si avrà un reato - tuttavia depenalizzato - a tutti gli effetti che può rientrare nell’ingiuria (se la persona offesa è presente) o nella diffamazione (se la persona offesa è assente in quel momento).
Dunque, cosa fare in questi casi e cosa rischia chi ha pronunciato l’insulto? Facciamo chiarezza.
Dare del terrone, quando e perché è reato
Chiamare qualcuno “terrone” può costare molto caro. Infatti la giurisprudenza ormai consolidata ritiene che il termine in questione abbia assunto una valenza intrinsecamente offensiva, a prescindere dal fatto che sia rivolta verso un meridionale, esattamente come le altre parolacce diffuse nel gergo comune.
Quindi dare del terrone a qualcuno durante una lite, per esempio sul luogo di lavoro, può essere molto rischioso. Che sia un insulto a tutti gli effetti lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione nella sentenza numero 42933 del 2011.
Pertanto l’espressione “terrone” può essere assimilata ad un comportamento razzista o classista, il che, essendo un’offesa al decoro e all’onore personale può scaturire in una condanna per diffamazione o per ingiuria, con le conseguenze che andremo a vedere nel paragrafo successivo.
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Dire “terrone” a qualcuno: cosa si rischia?
Come abbiamo anticipato, “terrone” è un insulto che potrebbe avere spiacevoli conseguenze sul piano sanzionatorio. Il giudice però deve sempre prendere in considerazione il modo e il contesto in cui questa parola viene pronunciata. Infatti dire “terrone” a una persona è reato solo ha il fine di offendere o deridere.
In questo caso possono venirsi a creare due scenari: l’ingiuria personale o la diffamazione.
Come noto, il reato di ingiuria è stato depenalizzato (prima si rischiava fino a 6 mesi di carcere) dopo l’abrogazione operata dalla legge numero 7/2016, ma restano in ogni caso le sanzioni sul piano civile che sono la multa, che va da un minimo di 100 euro ad un massimo di 8.000 euro, e la condanna a risarcire i danni alla vittima.
Le conseguenze si fanno ancora più severe quando dare del “terrone” integra gli estremi del reato di diffamazione, ex articolo 595 del Codice penale che recita quanto segue:
“Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro.”
Quindi per esserci diffamazione la parola “terrone” deve essere pronunciata alle spalle della persona offesa, sempre con il fine di lederne l’onore e la dignità.
La pena prevista aumenta se il fatto avviene a mezzo stampa o su Internet (poiché in questo caso diventerebbe di dominio pubblico) e se viene rivolta ad un pubblico ufficiale, per esempio ad un membro delle Forze dell’ordine o un’autorità costituita. In tal caso si rischia fino a 3 anni di reclusione.
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