L’FMI taglia le previsioni di crescita nel mondo post-Brexit. Borse nervose.
Le borse europee continuano a viaggiare in rosso dopo l’aggiornamento del FMI sulle prospettive per la crescita mondiale, influenzate dagli effetti della Brexit per il prossimo biennio. Per il Fondo Monetario Internazionale è stato inevitabile tagliare le previsioni sulla crescita mondiale dopo la Brexit all’interno del suo World Economic Outlook.
Come anticipato dagli analisti, il FMI ha tagliato le stime sul PIL mondiale al 3.1% nel 2016 e al 3.4% nel 2017. Entrambe le stime sono in ribasso dello 0.1% rispetto ai dati contenuti nel report di aprile.
Un taglio anche per le stime 2016 e 2017 sul PIL Italia, mentre la crescita 2016 per Germania, Francia e Eurozona viene rivista al rialzo.
I mercati sono in rosso da inizio sessione, con le tensioni geopolitiche che continuano a pesare sull’incertezza percepita dagli investitori.
Al momento il DAX perde il -0.92%, il CAC cede il -0.85%. A Londra il FTSE 100 sale del +0.02% mentre a Piazza Affari il FTSE MIB segna un ribasso del -1.54%.
Alla Borsa Italiana pesano ancora una volta i titoli bancari, in attesa dei risultati dello stress test della BCE del 29 luglio e di un accordo tra Italia e UE per l’ok agli aiuti di Stato per salvare le banche italiane in crisi.
FMI taglia le previsioni sulla crescita
Il FMI annuncia oggi le revisioni alle stime sulla crescita mondiale e delle maggiori economie, un aggiornamento sulle aspettative per l’economie mondiali nel mondo dopo la vittoria della Brexit al referendum del 23 giugno.
La Lagarde, come noto, nei mesi prima del referendum si è detta personalmente contraria alla Brexit, avvisando che il Regno Unito rischia una bolla immobiliare e un crollo profondo del mercato azionario.
All’interno del report del FMI si legge:
"Il risultato del voto in Gran Bretagna, che ha sorpreso i mercati finanziari globali, implica la materializzazione di un significativo rischio al ribasso per l’economia mondiale.
Di conseguenza, l’outlook globale per il biennio 2016-17 è peggiorato, nonostante la performance migliore del previsto a inizio 2016. Il peggioramento riflette le previste conseguenze macroeconomiche di un consistente aumento dell’incertezza, anche sul fronte politico".
FMI su Italia: PIL allo 0.9% nel 2016
Brutte notizie anche per l’Italia. L’FMI ritiene che il PIL per il 2016 segnalerà una crescita dello 0.9%, contro l’1% segnalato nel report dello scorso aprile e l’1.1% previsto a maggio.
Nel 2017 la stima scende dall’1.1% all’1%.
Se prima il FMI segnalava un certo ottimismo circa la crescita italiana, l’effetto Brexit e la reazione delle banche italiane devono essere state abbastanza da allontanarsi dalle stime pompate contenute del Def (+1.2% nel 2016 e +1.4 nel 2017).
FMI rivede al rialzo le stime sul PIL eurozona 2016
Le brutte notizie non riguardano tutti. Il FMI ha comunicato di aver rivisto al rialzo la stima sul PIL dell’eurozona per il 2016 dall’1.5% all’1.6% nella convinzione che la performance buona del primo trimestre possa compensare gli effetti sull’economia generati dalla Brexit. Taglio, invece, per la stima del 2017 dal +1.6% al +1.4%.
Il FMI ha rivisto al rialzo le stime per il PIL 2016 di Germania (+1,6%), Francia (+1,5%), i dati sulla Spagna rimangono invariati. L’Italia è ancora una volta l’ultima della classe.
Nikkei in rialzo, attesa per stimolo da BoJ
Il Nikkei ha chiuso la sessione asiatica in rialzo dell’1,4 per cento, dopo la chiusura di ieri per festività, grazie ad una nuova fase di debolezza dello yen.
Nella settimana precedente, il benchmark giapponese ha guadagnato il 9,2 per cento fino a segnare il rialzo settimanale più grande da dicembre 2009, sostenuto dalla ripesa di Wall Street alimentata a sua volta dal buon andamento delle trimestrali delle banche.
Aiutano, inoltre, le aspettative per un aumento dello stimo dalla Bank of Japan alla prossima riunione di politica, prevista alla fine del mese.
Occhi alla riunione della BCE
Occhi anche la riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea in programma per giovedì, prima della pausa estiva. Gli analisti sono d’accordo nel non aspettarsi alcuna novità per il meeting di luglio.
Come da tradizione, il presidente della BCE Mario Draghi potrebbe rivolgersi ancora una volta ai governi affinché facciano di più per sostenere l’economia della zona euro a seguito della vittoria della Brexit al referendum nel Regno Unito del 23 giugno.
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