I mercati europei ignorano i dazi. Qualcosa non torna

Tommaso Scarpellini

27 Marzo 2025 - 14:58

Mercati europei in rialzo nonostante l’inasprirsi della guerra commerciale. Tra dati macro positivi e contraddizioni apparenti, l’Eurozona sorprende con segnali di ripresa inattesi.

I mercati europei ignorano i dazi. Qualcosa non torna

Qualcosa non torna. È la frase che molti investitori e trader si trovano a pensare guardando il comportamento recente dei mercati finanziari europei. Mentre la minaccia di una guerra commerciale si fa più concreta, con l’amministrazione Trump che impone nuove tariffe, ci si aspetterebbe un impatto negativo anche sui listini europei.

E invece no: mentre Wall Street arretra, l’Europa avanza. Un paradosso apparente, che solleva più di una domanda.

Il fatto curioso è che, a mano a mano che le tariffe vengono annunciate o implementate, cresce la paura legata agli effetti economici negativi. Tuttavia, nello stesso tempo, le aspettative di crescita del PIL dell’Eurozona stanno migliorando. Uno scenario che sembra stridere con la narrativa dominante fino a pochi mesi fa, quando l’Europa sembrava condannata a un 2025 piatto, se non addirittura a rischio recessione.

PMI e segni di bottom out

Un indicatore significativo è il PMI manifatturiero, salito da 48,9 a febbraio a 50,7, raggiungendo i massimi livelli in due anni e mezzo. Questo dato è importante non solo per la sua entità, ma anche per il momento in cui arriva: in un contesto in cui i segni di bottom out dell’economia europea si fanno più evidenti. A rafforzare questo scenario contribuiscono le aspettative di investimenti pubblici in difesa e infrastrutture, che potrebbero fornire nuova linfa al ciclo economico.

L’attività economica dell’area euro è aumentata dello 0,1% nel quarto trimestre del 2024. Un risultato modesto ma significativo se si considera il clima generale di stagnazione che ha dominato il dibattito economico europeo. Le previsioni della Banca Centrale Europea parlano ora di una crescita dello 0,9% per il 2025 e di un triennio positivo con un CAGR medio dell’1,2%. Ancora al di sotto della media globale, stimata al 3,3%, ma con margini per possibili sorprese rialziste.

Inoltre, va sottolineato che il settore dei servizi europeo appare meno esposto agli effetti di una potenziale guerra commerciale, rendendo il blocco continentale meno vulnerabile rispetto ad altri player globali.

Aspettative ribaltate

Eppure, solo pochi mesi fa, lo scenario sembrava molto diverso. La contrazione dell’economia cinese, unita ai dazi statunitensi e alle sanzioni contro la Russia, sembrava delineare un contesto globale cupo. Il Fondo Monetario Internazionale stimava un calo del 7% del PIL globale, con un contributo importante da parte dell’Europa.

Il caso più emblematico era quello della Germania: colosso industriale e primo esportatore europeo, rappresenta circa il 25% del PIL dell’Eurozona. Eppure, secondo l’OCSE, il Paese mostrava segnali di rallentamento economico e instabilità politica, con prospettive persino recessive. Se la locomotiva tedesca si fermava, cosa ne sarebbe stato del resto d’Europa?

Mercati e aspettative: un rapporto instabile

Questa apparente contraddizione tra dati, previsioni e reazioni di mercato ci ricorda una lezione fondamentale: le aspettative economiche e politiche contano, ma spesso vengono superate dai fatti o da logiche di mercato meno intuitive. Ciò che ieri faceva paura oggi non spaventa più; e ciò che oggi entusiasma, domani potrebbe diventare motivo di preoccupazione.

Prendiamo ad esempio il recente piano di emissione di nuovo debito da parte di diversi paesi europei: oggi interpretato come una mossa espansiva, potrebbe rivelarsi domani un boomerang per la crescita, se mal gestito. I mercati, per loro natura, reagiscono in anticipo, ma non sempre in maniera razionale o coerente con le attese economiche.

Il caso Trump è emblematico: impone tariffe e i mercati reagiscono vendendo titoli americani e acquistando quelli europei e cinesi. Una dinamica controintuitiva, che sottolinea ancora una volta quanto i mercati siano guidati da logiche complesse e, a volte, puramente opportunistiche.

EU50 EU50 Grafico ad area dell'indice EU50. Fonte: baha.com

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