Quali ingredienti nell’etichetta alimentare ci dicono che non è un prodotto salutare

E. C.

01/08/2021

Saper leggere l’etichetta alimentare è fondamentale per la scelta del cibo: ecco quali ingredienti ci dicono se un cibo è salutare o meno.

Quali ingredienti nell’etichetta alimentare ci dicono che non è un prodotto salutare

Quando si acquistano dei prodotti alimentari, si è sempre più abituati a prestare attenzione alle etichette per vedere se quello specifico cibo contiene elementi che potrebbero nuocere, se pur in forma lieve, alla nostra salute. Secondo il regolamento 1169/2011, sulle etichette vanno riportate delle diciture specifiche.

Tuttavia, secondo le normative attualmente vigenti, non tutti gli ingredienti devono essere per forza dichiarati in etichetta o, quantomeno, esistono degli “elementi nascosti” che talora sono nominati con diciture trasversali che non lasciano comprendere, di fatto, la totalità dell’elemento presente in quel cibo che stiamo per acquistare.

Tuttavia, è possibile capire da alcuni ingredienti o diciture riportate nell’etichetta alimentare quali sono quelli che suggeriscono che quel prodotto non è salutare. Prendendo coscienza di come leggere anche questo aspetto delle etichette alimentari che ormai sono riportate su tutte le confezioni in commercio, potremo anche capire gli ingredienti nascosti e valutare meglio un eventuale acquisto, sempre secondo le nostre preferenze. Lo stesso vale anche per capire qual è l’acqua migliore da bere.

Quali sono le informazioni obbligatorie sulle etichette

Le diciture obbligatorie per tutte le etichette degli alimenti che devono essere riportate sono:

  • il nome dell’alimento;
  • l’elenco degli ingredienti di cui è composto;
  • i coadiuvanti;
  • sostanze che possono provocare allergie;
  • quantità degli ingredienti;
  • quantità netta dell’alimento;
  • data di scadenza o termine di conservazione;
  • modalità di conservazione di quel prodotto specifico;
  • nome dello stabilimento di produzione;
  • Paese d’origine o se il cibo proviene fuori dall’UE;
  • istruzioni per l’uso;
  • titolo alcolometrico per bevande con più dell’1,2% di alcool;
  • tabella nutrizionale allegata.

L’uso degli additivi: quando non è salutare

Gli additivi sono aggiunti al cibo per migliorarne il sapore oppure il tempo di conservazione o ancora l’aspetto. La lettera E indica che quell’additivo utilizzato è permesso per legge in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Il numero che ne segue indica la categoria a cui quell’additivo specifico appartiene.

I coloranti vanno da E100 a E199, i conservanti da E200 a E299, gli antiossidanti da E300 a E322, i correttori di acidità da E325 a E385 e addensanti, emulsionanti e stabilizzanti da E400 a E495. Gli aromatizzanti, poi, naturali o artificiali, vengono generalmente indicati sotto la dicitura generale di aromi.

In linea generale, per capire se un cibo è salutare, bisogna innanzitutto verificare che sia un additivo consentito dall’Unione Europea e poi, in secondo luogo, valutare la quantità di tutti additivi presenti nell’alimento in questione. Più additivi ci sono, più non è salutare il prodotto. Infatti, in alcuni casi queste sostanze possono mascherare la scarsa qualità delle materie prime impiegate.

Gli zuccheri con nome diverso in etichetta

L’assunzione degli zuccheri è sconsigliata in eccessive quantità dall’Istituto Superiore della Sanità. In linea generale, un eccesso di zuccheri aumenta il rischio di diabete, di obesità e di patologie strettamente correlate.

Degli zuccheri fanno parte:

  • lo sciroppo di glucosio-fruttosio;
  • il miele;
  • il succo di mela da concentrato;
  • lo sciroppo di riso, anche se si tratta di riso Venere;
  • lo sciroppo d’acero;
  • il saccarosio;
  • il fruttosio;
  • il destrosio;
  • il zucchero d’uva,
  • il succo d’agave,
  • il malto,
  • lo zucchero integrale.

Nello specifico, c’è da sottolineare che alcuni zuccheri semplici possono essere presenti con nomi diversi. Ciò significa che in un alimento possono essere presenti anche più zuccheri. Ad esempio, possono comparire insieme in un’etichetta sia il miele, sia il saccarosio, sia lo sciroppo di glucosio. Questo farà sì che la percentuale reale di zucchero sia molto più alta. In tal senso, è bene leggere la tabella nutrizionale che riporta la somma di tutti gli zuccheri presenti nell’alimento. Anche il Maltitolo è un sostitutivo dello zucchero.

Gli oli e i grassi dei prodotti non salutari

Qualora siano presenti oli o grassi in un prodotto, l’origine animale o vegetale degli stessi dovrà essere specificata per legge.

Già in linea generale, i grassi sarebbero da evitare. Tra i grassi da evitare maggiormente, ci sono quelli riportati sotto la dicitura “grassi saturi non idrogenati” o anche “grassi idrogenati” o “trans”, poiché contengono sostanze nocive a livello cardiovascolare.

Ciò significa che gli alimenti che li contengono - specialmente quelli che ne hanno in quantità elevata - non sono assolutamente dei cibi salutari. Il campanello d’allarme deve esserci anche nei prodotti biologici, poiché anche questi possono talora presentare questi tipi di grassi in etichetta.

Come riconoscere il sale nelle etichette degli alimenti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia anche di non superare i 5 grammi di sale da cucina per giorno, che più o meno equivalgono a un cucchiaino da caffè.

Il sale nelle etichette è presente a volte anche come estratto di lievito, poiché ha la funzione di esaltare e conservare meglio il sapore dei cibi che i clienti consumano. L’estratto di lievito si trova in molti cibi confezionati e anche nella carne lavorata, in alcuni tipi di pollo, nelle zuppe in confezione o nei cracker e prodotti da forno.

Pertanto, anche per la quantità di sale bisogna essere attenti a considerare anche l’estratto di lievito, in modo da poter essere in grado di comprendere al meglio quanto il cibo che stiamo comprando sia salutare o meno.

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