La Russia punta all’Africa mentre le controparti sono impegnate a guardare l’Ucraina. È in questo modo che Putin approfitta degli errori dell’UE per espandere la propria influenza. Ecco come.
Un accordo alla volta, uno Stato alla volta. È in questo modo che Vladimir Putin estende silenziosamente la propria influenza in Africa, tra la vendita di armi e i barili di petrolio.
I rapporti tra Russia e Africa sono ormai storici, così come la loro versatilità. Tra il sostegno di rivoluzioni e accordi economici la Russia ha sempre mantenuto vivo il rapporto con questo Continente, e adesso che l’Europa si preoccupa della situazione in Ucraina, Putin approfitta della situazione per espandersi ulteriormente.
Stando all’accurata analisi di Leonardo Bellodi di Formiche.net la strategia è quasi sempre la stessa: garantirsi un’influenza determinante, “sempre borderline” rispetto al diritto internazionale, spendendo poco e traendo vantaggi dalla debolezza delle controparti. Cerchiamo quindi di capire perché la Russia è interessata all’Africa, cosa sta accadendo in Ucraina e qual è la strategia della Russia.
Perché la Russia è interessata all’Africa?
La Russia intesse con cura i proprio rapporti nei Paesi Africani, a oggi il motore principale del suo interesse è soprattutto economico. Infatti lo Stato di Putin presenta un’attività economica estera fortemente ridotta nella direzione occidentale a causa delle sanzioni. È importante quindi per la Russia trovare nuovi mercati per i suoi prodotti, principalmente per le esportazioni. L’attenzione non poteva non ricadere sull’Africa, leader mondiale in termini di crescita e dei consumi,
L’agricoltura, la raffinazione del petrolio, l’energia e le tecnologie più avanzate si stanno rapidamente sviluppando nel Continente e, grazie a una popolazione di 1,4 miliardi di persone, l’Africa ben presto potrebbe influenzare la domanda di consumo globale. È per questo motivo che la Russia è interessata a partecipare alla creazione di infrastrutture energetiche con petrolio e gas, a sviluppare un piano di sicurezza alimentare e un sistema sanitario, stringendo sempre di più i rapporti ed espandendo la propria influenza.
Un altro settore del commercio che non può essere ignorato è quello delle armi, approfittando dell’alta instabilità di alcuni Paesi come la Libia. Oltre agli interessi economici, non bisogna dimenticare che i 54 Paesi africani rappresentano circa il 28% dei seggi all’ONU. Un sostegno politico indispensabile per la Russia.
Russia e Ucraina: ecco come Putin distrae l’Europa
La situazione in Ucraina preoccupa particolarmente l’UE. Lo stesso Paese ucraino avverte come imminente un’invasione da parte del vicino russo. Kiev è a oggi uno dei punti critici tra Occidente e la Russia, specialmente dopo il dispiegamento di circa 175.000 militari russi al confine con l’Ucraina, seguite da una serie di dichiarazioni del presidente, Vladimir Putin, riguardo le “linee rosse” che la NATO starebbe varcando, non rispettando gli accordi.
Così mentre Putin invia nuove truppe al confine con l’ Ucraina, i Paesi occidentali si interrogano su come far a meno del gas russo e trovare una soluzione certa per gli approvvigionamenti energetici. Sono in molti infatti a sostenere che l’aumento dei prezzi del gas sia dovuto alla minore esportazione della Russia del proprio gas in Europa. Con i problemi energetici e la crescente tensione in Crimea, l’UE guarda con meno attenzione all’Africa, dove invece il presidente russo sta espandendo la propria influenza.
Qual è la strategia di Putin per prendersi l’Africa?
Interessante è stata l’analisi condotta da Leonardo Bellodi di Formiche.net sulla strategia di Vladimir Putin in politica internazionale, la quale sembra basarsi su “un nuovo ordine internazionale liberale fondato più sulla governance che sui valori democratici condivisi dall’ Occidente”.
Con la propria “presenza militare di gruppi parastatali, campagne di disinformazione, diplomazia e mirati interventi finanziari” la Russia va a compensare l’immobilità delle politiche estere occidentali, approfittando degli spazi vuoti e degli errori delle controparti. Esattamente come accadde per la Libia, dove la Russia non poté intervenire nel 2011 a causa dei veti delle Nazioni Uniti.
In seguito a causa dell’assenza di una strategia comune in UE negli ultimi anni nella questione libica, esattamente come quella degli USA, oltre all’eccessivo endorsment nei confronti di Haftar, la Russia è riuscita a intervenire in Libia con molteplici strumenti, come il dispiego di forze parastatali che ha “consentito il controllo di importanti basi aeree hanno garantito una presenza flessibile.” Ma l’intervento militare non è stato il solo strumento utilizzato. Analogamente si può ravvisare lo stesso schema negli interventi e nei rapporti stretti dalla Russia con gli altri Paesi africani.
Infatti grazie agli strumenti d’informazione e disinformazione e a una studiata e costante presenza militare Putin ha ottenuto il supporto di élite e governanti in diversi Paesi come: il Congo, Gabon, Mozambico, Madagascar, Zimbabwe, Sud-Sudan e Repubblica Centro Africana. Il presidente della Repubblica Centrafricana ha inoltre nominato un russo come proprio national security advisor.
È grazie a questa strategia che la Russia si è così garantita l’accesso a “materie prime essenziali nonché ai porti nel Mar Rosso che gli consentono di avere una leva nel canale di Suez e nello stretto di Bad el-Mandeb”, come riportato da Bellodi, dove transita il 30% del traffico marittimo commerciale mondiale.
Va ricordato però che la Russia è riuscita nel suo intento anche grazie agli errori maldestri di una politica estera immobile dell’UE: la Russia infatti va a riempire un vuoto lasciato dalle altre istituzioni internazionali, rispondendo a una incapacità di agire della comunità internazionale.
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