Dopo il via libera di Draghi per AstraZeneca come seconda dose, il ministro Speranza ha diffuso le nuove indicazioni. Vediamo i dettagli.
Il Presidente del Consiglio Draghi ha dato l’ok durante una conferenza stampa in merito alla possibilità di scegliere AstraZeneca per tutti coloro che devono ancora fare la seconda dose, a patto che si abbia un chiaro parere medico e relativo consenso.
La conferenza stampa era stata convocata d’urgenza dal premier a Palazzo Chigi proprio per fare “chiarezza sui vaccini” e la notizia è certa: si potrà fare la seconda dose utilizzando Vaxzevria.
Subito dopo la videoconferenza di Draghi, sono state diffuse tutte le direttive e tutte le indicazioni direttamente dal dicastero del ministro Speranza per la richiesta di Vaxzevria come seconda dose. Vediamo i dettagli.
Perché ora è possibile la seconda dose con AstraZeneca
La possibilità di scelta era già stata preannunciata nel corso dei giorni passati dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Il motivo per il quale è ora possibile fare AstraZeneca come seconda dose risiede nello scongiurare il rischio di una fuga dai richiami causata dal possibile scetticismo di fare un mix di vaccini.
Questa possibilità di utilizzo di AstraZeneca per la seconda dose è attiva a livello nazionale per rassicurare sul “cocktail di vaccini”. In merito, il premier Draghi aveva già rassicurato spiegando che comunque è bene sentire un parere medico per decidere su quale vaccino scegliere.
Le nuove direttive e le indicazioni
Il Ministero della Salute - attraverso una circolare - ha messo finalmente bianco su nero la possibilità per tutti gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino con AstraZeneca e che rifiutano o hanno paura di farsi inoculare un vaccino diverso come seconda dose, di continuare con Vaxzevria.
Ad ogni modo, però, per chi abbia ricevuto la prima dose con AstraZeneca, prima di decidere se continuare con la seconda dose dello stesso vaccino o se cambiare, c’è bisogno assolutamente di parlarne col proprio medico di fiducia e valutare con lui la situazione specifica. Solo il medico, infatti, sarà in grado di dire che cosa è meglio per ogni singola situazione specifica.
Comunque, dopo aver sentito il parere del medico di fiducia, per richiedere AstraZeneca come seconda dose, sarà necessario firmare un modulo di consenso informato. Questo modulo farà confermare al cittadino di essere a conoscenza di tutti i possibili rischi che potrebbe comportare il vaccino (in pochissimi e rari casi).
Valutare il rischio con AstraZeneca: fiducia e trombosi
Una considerazione che arriva direttamente dal Comitato tecnico scientifico è che “i fenomeni tromboembolici” riguardanti il vaccino Vaxzevria che tanto spaventano, sono effettivamente molto rari e ancor di più sono poco frequenti dopo la somministrazione della seconda dose.
Secondo le stime provenienti dal Regno Unito, infatti, i casi di trombosi sono 1,3 su 1 milione, valore che corrisponde a meno di un decimo e questo riguarda solamente, comunque, il post-prima dose.
Pertanto, questo vaccino viene ritenuto sicuro per la maggioranza della popolazione. Coloro che potrebbero risentire maggiormente di questa situazione sono soltanto le persone a rischio e che presentano patologie pregresse relative alle trombosi.
Un rallentamento vaccinale potrebbe essere dannoso
Il commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, ha dichiarato che “non ci sarà alcun rallentamento” nel percorso della campagna vaccinale. La media continuerà a essere pari a circa 500 mila somministrazioni al giorno e la presenza di seconde dosi sufficienti per il corrente mese è già stata assicurata.
L’idea d’indire la conferenza stampa è nata in seguito alle polemiche scaturite dalle vicissitudini successive alla morte di Camilla Canepa e il conseguente allontanamento dagli hub vaccinali.
Secondo Figliuolo, il Presidente del Consiglio ha indetto la conferenza stampa per chiarire una “confusione sui vaccini” e - dichiara - c’è bisogno che la popolazione continui ad avere fiducia nella campagna vaccinale. È importante - continua poi Draghi - che l’intenzione di vaccinarsi non diminuisca.
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