Salute: secondo una ricerca italiana condotta dal San Raffaele di Milano le cellule geneticamente modificate potrebbero sconfiggere le leucemie.
Tumori: secondo una ricerca italiana le cellule geneticamente modificate potrebbero sconfiggere le leucemie. Si tratterebbe di una nuova terapia anti-cancro che non solo sarebbe in grado di sconfiggere il tumore ma potrebbe anche aiutare a evitare che lo stesso si ripresenti per anni.
Questa scoperta rivoluzionaria è il risultato di una ricerca condotta dal San Raffaele di Milano presentata in questi giorni a Washington in occasione del meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science (Aaas) e già pubblicata su “Science Translational Medicine”.
«Ci siamo riusciti”, ha assicurato Chiara Bonini, vicedirettore della Divisione di immunologia, trapianti e malattie infettive del San Raffaele,»Negli ultimi 15 anni non ho visto tassi di remissione così alti in test clinici. Abbiamo individuato quali sono i linfociti con le maggiori probabilità di riuscire in questa impresa”.
Nel frattempo anche una ricerca condotta al Fred Hutchinson Cancer Research Center di Washington ha dato un esito positivo: il 94% dei pazienti con leucemia linfoblastica che si sono sottoposti al nuovo trattamento ha visto scomparire i sintomi.
Salute, terapia anti-cancro: la conduzione della ricerca italiana
Dopo la ricerca inglese sulla sclerosi multipla ora in Italia si parla di una terapia anti-cancro.
L’obiettivo perseguito dai ricercatori italiani era quello di selezionare delle cellule del sistema immunitario e modificarle geneticamente per renderle in grado di riconoscere e uccidere selettivamente le cellule tumorali. Innanzitutto però dovevano essere individuate le cellule con le maggiori probabilità di resistere.
La verifica di tali cellule è avvenuta attraverso un trial clinico di fase III che ha coinvolto 10 pazienti affetti da leucemia acuta che dal 2000 avevano ricevuto il trapianto di midollo osseo. La sperimentazione prevedeva l’infusione di linfociti T del donatore, modificati geneticamente con il “gene suicida” Tk, con l’obiettivo di fornire ai pazienti un nuovo sistema immunitario capace di combattere la leucemia.
Salute, terapia anti-cancro: i risultati della ricerca italiana
A distanza di anni da trapianto e terapia genica l’esito è stato positivo: i parametri immunologici sono infatti risultati uguali a quelli di persone sane e di pari età. Il passo successivo è stato quindi quello di identificare quali cellule del sistema immunitario avessere resistito maggiormente nel tempo: sono state le “memory stem T cells” o staminali della memoria immunologica. Così è intervenuta la Bonini sulla questione:
“Ogni linfocita T riconosce un antigene specifico su un’altra cellula, che sia un virus dell’influenza o della varicella, o un qualunque altro agente patogeno. Nel nostro organismo ci sono poi i linfociti T che riconoscono le cellule tumorali, ma sono molto rari, mentre un paziente ha bisogno di averne molti. Il nostro compito è proprio questo: somministrargli un esercito di linfociti T anticancro costruito da noi".
Per arrivare all’obiettivo finale attualmente gli studiosi stanno sperimentando due possibili strade: “armare i linfociti T usando i recettori Car” oppure “usare il recettore Tcr, naturalmente presente nei linfociti T e in grado di colpire anche un antigene interno alla cellule bersaglio”.
"Con entrambi i progetti”, ha concluso la scienziata Bonini, “siamo in fase preclinica molto avanzata. Ora si tratta di terminare gli ultimi passaggi e di trovare i finanziamenti per passare sull’uomo”.
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