Tra novembre e dicembre sono oltre 100 milioni le dosi di vaccino che rischiano di essere buttate in Occidente: si tratta soprattutto di AstraZeneca e J&J che farebbero molto comodo in Africa.
Per i vaccini il nuovo paradosso è servito: mentre in Africa le somministrazioni restano una rarità e il programma COVAX è ben lontano dal raggiungimento del suo obiettivo, in Occidente presto potrebbero essere buttate oltre 100 milioni di dosi.
La stima l’ha fatta il Fatto Quotidiano: 46,5 milioni di vaccini in scadenza a novembre e 60,6 milioni a dicembre, per un totale di 107,1 milioni di dosi che presto rischiano di diventare inutilizzabili.
Una autentica beffa per i Paesi in ritardo nella vaccinazione che da tempo, insieme all’OMS, chiedono un maggiore sforzo da parte delle grandi potenze che si sono accaparrate la maggior parte dei vaccini finora prodotti dalle case farmaceutiche.
Così i Paesi del G7 come l’Italia hanno in pancia milioni di dosi di AstraZeneca e Johnson & Johnson che non vengono più utilizzate, ma solo una piccola parte di questi lotti sono stati donati attraverso il programma COVAX oppure tramite accordi bilaterali.
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Nei gironi scorsi il numero uno dell’OMS Tedros Ghebreyesus ha ribadito che “la pandemia Covid-19 è ancora lontana dalla fine, finirà quando lo deciderà il mondo visto che abbiamo tutti gli strumenti sanitari e medicinali di cui abbiamo bisogno”.
L’obiettivo rimane sempre lo stesso: vaccinare il 40% della popolazione mondiale per superare la pandemia, una mission che al momento appare tutta in salita. Mentre in Occidente si sta programmando la terza dose, negli altri Paesi infatti le campagne procedono a rilento.
Se in Italia oltre il 70% della popolazione ha completato il proprio ciclo vaccinale, in Africa la maggior parte dei Paesi è ben al disotto del 10%. Uniche eccezioni sono il Marocco con il 45% e la Tunisia con il 26%.
Per cercare di garantire un equo accesso ai vaccini l’OMS ha creato il programma COVAX, un progetto che prevede la distribuzione entro il 2021 di almeno 1 miliardo di dosi ai Paesi a medio e basso reddito.
Al momento sarebbero 350 milioni i vaccini donati, con una discreta accelerata nelle ultime settimane visto che l’OMS a settembre parlava del 12% delle dosi pattuite che era stato consegnato. Arrivare a 1 miliardo entro la fine dell’anno però sarà dura.
Di recente la Cina ha promesso 2 miliardi di dosi del suo vaccino Sinovax entro il 31 dicembre, mentre a giugno il G7 si è impegnato a donare 1 miliardo di vaccini in questo 2021: a parole le dosi per i Paesi e basso reddito quindi ci sarebbero, ma nel concreto siamo ancora molto indietro.
Per quanto riguarda l’Italia, Mario Draghi si è impegnato a donare 45 milioni di vaccini entro l’anno. Al momento dal nostro Paese sono state consegnate, principalmente a COVAX ma in parte anche a Tunisia e Vietnam tramite accordi bilaterali, in totale 7,8 milioni di dosi. Anche noi come il resto dell’Occidente difficilmente riusciremo a mantenere gli impegni che ci siamo presi.
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