Visiere in plastica contro il coronavirus: funzionano davvero?

Leonardo Pasquali

06/05/2020

Le visiere in plastica sono sempre più utilizzate per proteggersi dal coronavirus. In molti però si stanno chiedendo se funzionino davvero: vediamo cosa rispondono gli esperti.

Visiere in plastica come protezione dal coronavirus: il dispositivo comincia a essere utilizzato con più frequenza ma sorgono gli interrogativi sulla sua efficacia.

Gli esperti hanno voluto rispondere ai dubbi emersi in queste settimane sulla questione, ricordando innanzitutto che si tratta di uno strumento complementare alle mascherine e agli altri dispositivi di protezione individuale.

Cerchiamo di capire come funzionano e se sono utili per scongiurare la trasmissione del virus.

Coronavirus, le visiere in plastica funzionano?

Nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus sarà fondamentale l’utilizzo di mascherine e guanti per evitare che si verifichino nuovi focolai. Tra gli strumenti che si stanno utilizzando con frequenza sempre maggiore anche le visiere in plastica, che fino a poco tempo fa erano retaggio esclusivo dei medici dei reparti COVID-19. Anche in Italia stanno andando a ruba, non a caso l’Ordine dei Farmacisti di Roma ha deciso di acquistarne ben 5mila da destinare agli specialisti.

Ma questi dispositivi funzionano davvero? Gli esperti tengono a precisare come siano in primo luogo solamente secondarie alla mascherina e non un’alternativa. Inoltre, come sottolineato dal virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano, sono utili principalmente per difendersi dagli aereosol, solo in parte dai droplet e dalle goccioline. Rimane sicuramente una protezione aggiuntiva, soprattutto negli spazi chiusi, anche perché mettono al riparo anche le mucose degli occhi, una delle vie di ingresso del virus.

Pro e contro della visiera protettiva

Al momento non sono presenti studi sufficienti in merito ai rischi in “uscita” di questi dispositivi, mentre la maggior parte delle mascherine sono progettate e utilizzate per contenere le goccioline espulse dalla bocca.

Ricercatori dell’Università dell’Iowa sono riusciti a dimostrare che le visiere hanno bloccato in mezz’ora di esposizione il 70% delle particelle dell’aerosol. Il problema è che si ritiene che queste non rappresentino il metodo di trasmissione prescelto dal SARS-COV-2. In un articolo pubblicato dalla rivista JAMA viene infine spiegato che per essere davvero efficaci le visiere in plastica dovrebbero essere estese sotto il mento e fin dietro le orecchie e che non dovrebbe esserci spazio tra il viso e il plexiglas.

I vantaggi però non vanno sottovalutati. Le visiere possono essere lavate, disinfettate e riprodotte molto facilmente, ad esempio attraverso l’utilizzo di stampanti 3D. Ciononostante non rappresentano uno strumento da utilizzare individualmente, almeno fino a che non vi siano prove sulle capacità di protezione dal virus.

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# Fase 2

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