Questi 4 marchi di acqua in bottiglia venduti in Italia sono gli unici senza pesticidi. Ecco di quali si tratta e ciò cosa comporta.
Gli italiani sono i primi consumatori di acqua in bottiglia in Europa, medaglia d’argento nella classifica mondiale, secondi soltanto ai messicani. Anche per questo motivo i marchi d’acqua venduti in Italia sono davvero numerosi e anche all’interno della stessa marca si trovano varietà diverse, proposte per tutte le esigenze. Le differenze tra una tipologia di acqua e l’altra sono spesso minime, anche dal punto di vista della salute.
In assenza di problematiche personali mediche non ci sono particolari criteri di scelta nell’acqua in bottiglia, peraltro nemmeno il consumo di acqua dal rubinetto è controindicato, perché i rigidi criteri imposti dalla legge assicurano la salubrità dei prodotti venduti. Eppure, la composizione dell’acqua varia a causa delle contaminazioni. Pur non arrivando a livelli tossici, non tutte le acque sono uguali da questo punto di vista.
Il Salvagente ha condotto un’indagine in proposito, evidenziando che ci sono soltanto 4 marchi di acqua in Italia senza pesticidi. Tutti gli altri campioni hanno mostrato tracce di sostanze potenzialmente nocive - tra cui pesticidi - seppur entro i livelli massimi previsti dalla legge. Scopriamo quali sono le acque in bottiglia non contaminate e che cosa comporta ciò per gli altri marchi.
Gli unici 4 marchi di acqua senza pesticidi
Il test per verificare la contaminazione dell’acqua in bottiglia ha avuto luogo su 18 marchi di acqua in bottiglia, tra i più venduti nel nostro Paese. I campioni sono stati analizzati alla ricerca di sostanze potenzialmente dannose per la salute, con attenzione ai pesticidi e ai nitrati. Proprio riguardo alla prima categoria di sostanze sono emersi risultati spiacevoli, visto che soltanto 4 marchi d’acqua ne sono risultati completamente privi. Si tratta di:
- acqua Panna naturale;
- San Benedetto Ecogreen naturale;
- Evian naturale in vetro;
- Fonte essenziale naturale.
Queste acque sono anche prive di nitrati (come tutte le altre), ma nell’inchiesta viene precisato che l’ultima, Fonte essenziale naturale, ha un’elevata concentrazione di minerali. Non è un elemento problematico in sé, ma potrebbe non essere adatta a tutti, a seconda delle proprie condizioni di salute.
Pesticidi nelle acque più vendute in Italia
Come anticipato, tutti i restanti marchi analizzati hanno riportato la presenza di pesticidi in misura variabile, anche se sempre molto inferiore al livello massimo fissato dalla legge. Nessuna di queste bottiglie d’acqua è considerata pericolosa, rientrando ampiamente nei parametri consentiti. Rispetto ai 4 marchi citati, però, qui alcuni pesticidi sono presenti:
- Sant’Anna naturale;
- Lete effervescente naturale;
- Gran Guizza naturale;
- Uliveto naturale;
- Fiuggi naturale;
- S. Pellegrino frizzante naturale;
- Ferrarelle effervescente naturale;
- Saguaro naturale;
- Levissima naturale;
- Vitasnella naturale;
- BrioBlu leggermente frizzante;
- Rocchetta naturale;
- Eva naturale;
- Lauretana naturale.
Nessuna di queste ha riportato valori superiori al consentito: 0,1 microgrammi al litro per il singolo prodotto fitosanitario e 0,5 microgrammi al litro per la loro somma. Nemmeno marchi come San Pellegrino, Levissima e Guizza - in cui le sostanze trovate sono ben 4 - hanno oltrepassato le soglie massime, perciò sono tutti considerabili sicuri.
Attenzione a interpretare bene i dati
I pesticidi, anche se più propriamente bisognerebbe parlare di prodotti fitosanitari, sono impiegati nell’agricoltura per la tutela dagli organismi nocivi. Il largo impiego di antiparassitari nelle colture provoca necessariamente una contaminazione di acque e alimenti, per questo è importante che i prodotti rispettino i requisiti fissati dalla legge.
Non tutti i prodotti fitosanitari sono autorizzati per l’utilizzo agricolo e i vari processi di lavorazione devono avvenire secondo precise modalità, al fine di eliminarne il più possibile le tracce residue. La legge fissa quindi delle soglie massime, ben al di sotto dei valori potenzialmente nocivi (soprattutto tenendo conto delle quantità medie di assunzione), non potendo chiedere valori nulli.
Trattandosi di sostanze potenzialmente dannose per la salute è però importante che questi valori siano mantenuti più bassi possibile e il monitoraggio è essenziale per adeguare la protezione degli impianti. In base agli esiti dei test regolarmente effettuati i produttori sanno dove intervenire, almeno per quanto è nelle loro possibilità.
Non soltanto non viene fornito loro un elenco completo delle sostanze da ricercare, visto che viene data priorità a quelle più frequenti e pericolose, ma alcune contaminazioni avvengono direttamente presso le fonti. In ogni caso, servono analisi su larga scala per determinare la composizione delle acque in bottiglia in modo preciso. I risultati potrebbero infatti variare anche semplicemente da una confezione all’altra, visti gli innumerevoli fattori in gioco. Senza dubbio, più i valori sono bassi e più ci sono garanzie di sicurezza.
Pesticidi nelle acque, un problema di inquinamento
La presenza di pesticidi nelle acque destinate al consumo alimentare è un problema davvero diffuso, non semplice da contenere. I prodotti fitosanitari impiegati nella produzione agricola vengono immessi nell’ambiente, da cui arrivano a contaminare le acque superficiali e sotterranee, danneggiando al contempo l’ecosistema.
In questo modo persistono nei terreni, in modo estremamente diffuso sul territorio, ed entrano prepotentemente nella catena alimentare con diversi rischi per l’uomo. Bisogna anche sapere che le piante assorbono soltanto una minima parte del prodotto impiegato, che si disperde anche attraverso l’aria.
I prodotti fitosanitari sono concepiti e impiegati appositamente per debellare gli organismi nocivi per le piante, perciò è piuttosto intuitivo il fatto che danneggino anche l’uomo e gli animali. I fattori di rischio sono numerosi e variegati, in quanto esistono molte tipologie di pesticidi, con scopi anche differenti. Si passa dai danni al sistema nervoso a quelli intestinali, passando per la funzionalità epatica. Questi prodotti, allo stesso tempo, annoverano tra le funzioni vantaggiose anche quelle per la salute, avendo contribuito negli anni all’allontanamento di varie malattie.
La normativa europea e poi quella italiana delimita quindi la quantità di residui ammessa nei prodotti destinati al consumo alimentare, tenendo conto del fatto che la contaminazione nulla è molto rara. Come abbiamo visto, tra le acque più vendute soltanto 4 marchi ne sono completamente privi. Il quantitativo massimo viene quindi stabilito, in via precauzionale, ben al di sotto dei valori potenzialmente nocivi. È comunque fondamentale monitorare la questione, verso un’agricoltura più sostenibile e salubre.
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