Assegno unico sospeso ai maggiorenni, ecco come riattivarlo subito

Simone Micocci

22 Ottobre 2024 - 10:49

Cosa succede all’Assegno unico quando il figlio diventa maggiorenne? Ecco come evitare la sospensione dei pagamenti.

Assegno unico sospeso ai maggiorenni, ecco come riattivarlo subito

Quando il figlio o la figlia diventa maggiorenne il pagamento dell’Assegno unico viene sospeso fino a quando il richiedente non effettua quelle comunicazioni necessarie alla ripresa dei pagamenti.

Per quanto l’Assegno unico spetti anche ai figli maggiorenni, ma per un importo più basso, è importante sapere che il proseguimento dei pagamenti non è automatico. Di fatto, una volta che l’Inps apprende del compimento dei 18 anni da parte del figlio sospende il pagamento fino a quando non viene confermato che è nella condizione di poter continuare a fruire del beneficio.

Non tutti i maggiorenni infatti hanno diritto all’Assegno unico universale, ma solo quelli che soddisfano determinati requisiti, come ad esempio se è ancora studente oppure se svolge un tirocinio. Ne hanno poi diritto, indipendentemente dall’età anagrafica, i figli disabili ma per questi i pagamenti continuano in automatico senza che sia necessario dare alcuna comunicazione aggiuntiva rispetto a quanto già indicato nell’Isee in corso di validità.

A tal proposito, vediamo cosa succede all’Assegno unico universale quando il figlio diventa maggiorenne e come fare per riattivarlo in caso di sospensione (e chiedere gli arretrati non goduti nei mesi in cui c’è stato lo stop dei pagamenti).

Cosa succede all’Assegno unico universale quando il figlio compie 18 anni

Come anticipato, al compimento dei 18 anni del figlio l’Assegno unico si trasforma. Intanto non si tratta più di una misura “universale”, in quanto il pagamento prosegue fino al compimento dei 21 anni nel solo caso in cui si tratti di persona con disabilità accertata - almeno di livello medio - oppure che rientra in una delle seguenti categorie:

  • frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, o un corso di laurea;
  • svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui;
  • sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • svolga il servizio civile universale.

Dopodiché a variare è l’importo: mettendo da parte la situazione particolare dei figli disabili - che potete approfondire qui - per tutti gli altri figli maggiorenni l’importo si riduce da una forbice compresa tra 199,40 e 57 euro a un massimo di 96,90 euro e un minimo di 28,50 euro euro al mese.

Come anticipato la prosecuzione dei pagamenti non è automatica: in assenza di una modifica della domanda già presentata, infatti, l’Assegno unico viene sospeso.

Cosa fare quando il figlio compie 18 anni per riattivare l’Assegno unico

Se il pagamento dell’Assegno unico per il figlio maggiorenne è stato sospeso non dovete temere perché è semplice riattivarlo e nessuna mensilità non goduta andrà persa.

Andiamo con ordine. Una volta che il figlio compie 18 anni, nell’apposita area Inps dedicata all’Assegno unico la domanda viene posta in evidenza con la richiesta di integrarla con le informazioni necessarie per sbloccare il pagamento.

Entrando nel servizio “Consulta e gestisci le domande che hai presentato” e selezionando la domanda in cui è compreso il neo maggiorenne, è necessario autocertificare che il figlio, o la figlia, si trova in una di quelle condizioni per cui è prevista la prosecuzione dei pagamenti. Dopodiché si può aggiornare anche la modalità di pagamento (ma non è obbligatorio), in quanto l’Assegno unico può essere pagato o al genitore o direttamente al maggiorenne.

A questo punto l’Inps prosegue i pagamenti fino al compimento dei 21 anni o comunque fino a quando viene meno la condizione che legittima il riconoscimento al maggiorenne (evento che va tempestivamente comunicato all’Inps). E nel caso in cui tra il compimento dei 18 anni e lo sblocco della domanda dovessero esserci dei pagamenti sospesi, questi verranno riconosciuti a titolo di arretrato in sede di conguaglio.

Nulla da fare invece per l’Assegno unico dopo i 21 anni, ma la perdita del beneficio è comunque parzialmente compensata dal ritorno delle detrazioni in busta paga (solo se ancora a carico del genitore).

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