Come opporsi a una bocciatura, la guida per fare ricorso

Ilena D’Errico

22 Maggio 2023 - 23:08

Bocciatura ingiusta: ecco quando è possibile opporsi e la guida per fare ricorso.

Come opporsi a una bocciatura, la guida per fare ricorso

A quasi tutti gli studenti sarà capitato, almeno una volta nel percorso scolastico, di trovarsi di fronte a prove particolarmente complesse o insegnanti piuttosto esigenti. Le difficoltà dipendono da diversi elementi e in una certa misura sono un aspetto inevitabile nel percorso formativo, purché non si traducano in vere e proprie ingiustizie nei confronti degli studenti. Che si tratti di un unico voto o di una vera e propria bocciatura è bene sapere che è possibile opporsi se si ritiene di aver subito un’ingiustizia. Vediamo come fare ricorso e quando è consigliabile.

È possibile opporsi a una bocciatura?

Prima di lasciarsi trasportare da false speranze di contestazione è bene sapere che la legge riconosce agli insegnanti una spiccata autonomia professionale. Questo significa che il giudizio degli insegnanti e di conseguenza i voti sono da considerarsi giusti, in via delle capacità professionali del docente.

Allo stesso tempo, esistono delle dovute eccezioni a questo principio generale, volte a tutelare gli studenti dalle azioni arbitrarie dei loro docenti. Bisogna comunque sapere che prima di addentrarsi in un ricorso contro una bocciatura è bene verificare che manchi il rispetto dei criteri stabiliti dalla legge e, non meno importante, di aver modo di provarlo.

In altre parole, non si può fondare il ricorso su elementi non previsti espressamente dalla legge e dall’ordinamento scolastico. Tanto per fare un esempio, gli insegnanti non sono in alcun modo tenuti a giustificare gli alunni dando loro dei voti non meritati per via dei loro problemi personali. Gli studenti possono semmai lamentare la poca empatia (anche se l’oggettività del voto è in realtà sintomo di professionalità), ma di certo non hanno motivo di fare ricorso.

Al contrario, se lo studente è stato penalizzato nei voti per ragioni estranee al suo rendimento scolastico o comunque ha subito un trattamento scorretto da parte dei docenti, tanto da arrivare alla bocciatura ingiustificata allora è opportuno adire le vie legali.

Va da sé che le occasioni per opporsi a una bocciatura sono estremamente limitate, proprio per il funzionamento del sistema scolastico italiano. Affinché uno studente sia bocciato, la discriminazione dovrebbe ripetersi più e più volte e da parte di diversi insegnanti per arrivare alla bocciatura. Questo però non vuol dire che di fronte a una bocciatura davvero illegittima gli studenti non possano opporsi, anzi la giurisprudenza mostra proprio il contrario.

L’autonomia professionale degli insegnanti, infatti, deve comunque articolarsi entro alcuni limiti. In particolare, la normativa prevede alcuni obblighi inderogabili per i docenti:

  • Agire nell’interesse e nel rispetto dei diritti altrui osservando la legge in qualità di dipendente pubblico;
  • effettuare le valutazioni esclusivamente in base al rendimento degli alunni e senza limitarsi a sottolineare i difetti;
  • motivare il giudizio insieme al voto numerico, evitando di esprimere giudizi personali sugli alunni;
  • ai fini della media scolastica valutare i voti (dati oggettivi) e i dati soggettivi inerenti inerenti all’ambiente scolastico (costanza nei compiti, dimostrazioni di impegno e così via).

È quindi ovvio che gli insegnanti non possono adottare trattamenti non equi o diversi per ognuno dei loro alunni, ma devono limitarsi alle condizioni previste dal sistema scolastico, anche in tema di assenze (non possono punire gli alunni per un’assenza giustificata), tempistiche (gli elaborati devono essere corretti entro il termine del quadrimestre o altro periodo di riferimento) e compilazione del registro elettronico.

Come fare ricorso per una bocciatura ingiusta

Il ricorso per opporsi a una bocciatura o comunque a un trattamento avvenuto in ambito scolastico (voti errati, trattamento penalizzante eccetera) deve essere presentato al Tribunale amministrativo regionale. Il Tar, infatti, si pronuncia sulle questioni in cui prende parte la pubblica amministrazione, rappresentata in questo caso dalla scuola.

Trattandosi di una causa civile a tutti gli effetti, il ricorso al Tar necessita dell’assistenza di un avvocato e comporta dunque una certa spesa legale e il tempo di procedimento. Durante la causa viene valutato l’operato dell’insegnante, che rischia provvedimenti disciplinari (dopo l’indagine scolastica interna). La decisione del Tar può comunque essere ulteriormente contestata presso il Consiglio di Stato, anche in questo caso con un ricorso gestito dall’avvocato.

In ogni caso, nulla impedisce di citare in giudizio gli insegnanti anche nel tribunale ordinario, purché ci siano presupposti che il docente abbia agito in malafede. La doppia possibilità deriva dal fatto che il Tar si pronuncia riguardo all’interesse legittimo (anche se sottoposto da un singolo è rilevante per tutti i cittadini), mentre il tribunale ordinario riguarda il diritto soggettivo del privato in causa.

Il ricorso può consentire la cancellazione della bocciatura, con un effetto diverso a seconda delle tempistiche ovviamente. Ad esempio, la sentenza 834/2022 del Tar ligure ha disposto il risarcimento nei confronti di una studentessa, ormai architetta abilitata, bocciata ingiustamente e pertanto danneggiata dal ritardo di inserimento nel mondo lavorativo.

Il ricorso legale può infatti essere esercitato anche a distanza di tempo e non è in ogni caso una risoluzione immediata. Ecco perché è spesso utile tentare di risolvere la controversia in altro modo, dapprima parlando con gli insegnanti e il dirigente scolastico, fino a ricorrere all’Ufficio scolastico regionale.

Quest’ultimo, che prima si chiamava Provveditorato, ha proprio il compito di risolvere le controversie scolastiche ma deve essere allertato entro 30 giorni dalla bocciatura. Si ricorda, tuttavia, che questo ufficio esiste in ogni Regione con eccezione di Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige dove la regolamentazione è differente. Va da sé che se queste strade sono insufficienti non resta poi che approdare nelle aule di tribunale.

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