Concorso Scuola 2016: perché ci sono stati così tanti bocciati? Ecco cosa ne pensa il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.
Concorso Scuola 2016: il Ministro dell’Istruzione Stafania Giannini è intervenuta per rispondere alle domande legate all’alta percentuale di bocciati al concorso docenti.
Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il Ministro dell’Istruzione ha fatto chiarezza su alcuni aspetti legati al Concorso Scuola. È innegabile infatti che il concorsone è stato uno dei fattori che hanno determinato la frattura che da tempo si è venuta a creare tra gli insegnanti e il Governo.
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Infatti, fin dall’uscita del bando ci sono state moltissime polemiche su questo concorso: in primis è stata contestata la decisione del Governo di permettere l’iscrizione solamente ai docenti abilitati; successivamente le lamentele hanno riguardato la struttura delle domande e i problemi riscontrati nell’uso della piattaforma informatica; infine, la polemica di questi giorni riguarda l’alta percentuale di bocciati che sta caratterizzando il Concorso Scuola 2016.
In alcune classi di concorso, infatti, la percentuale di bocciati è vicina al 100%, e ci si chiede come sia possibile che dopo anni di formazione universitaria e dopo l’esperienza acquisita nei percorsi abilitativi SIS, PAS, TFA gli insegnanti non siano stati giudicati abbastanza preparati da poter ottenere il ruolo.
La colpa è da attribuire alla loro scarsa preparazione oppure dipende dalla struttura del concorso? Ecco cosa ne pensa il Ministro Giannini.
Concorso Scuola 2016: ecco perché ci sono molti bocciati
Nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Stefania Giannini ha specificato che la percentuale di bocciati nel concorso scuola è perfettamente nella norma. Infatti, il “concorso è per sua natura selettivo”, quindi deve per forza basarsi sulla qualità.
Il Ministro dell’Istruzione ha svelato che la percentuale di bocciati dovrebbe attestarsi intorno al 50%, un numero che non deve sorprendere poiché raggiunto in un concorso dove non erano previste prove selettive. La Giannini comunque ha ricordato che il MIUR sta vigilando in maniera sistematica sulle presunte irregolarità del concorsone, poiché “con questi grandi numeri non è possibile del tutto escludere anomalie”. Infine ha aggiunto:
Credo di essere l’unico ministro della Repubblica ad avere contattato personalmente i presidenti di commissione laddove c’erano questioni gravi. Distinguiamo però le anomalie, che saranno osservate e sanzionate, dal dato un po’ più soggettivo. In un Paese in cui i concorsi non sono stati la normalità, è facile dire “valutiamo sì, ma non nel mio cortile”.
Concorso Scuola 2016, Stefania Giannini: “poca chiarezza su SIS, PAS e TFA”
La Giannini poi si è soffermata sui percorsi abilitativi SIS, PAS e TFA su cui secondo lei “non c’è stata grande chiarezza” Ed è per questo che il Governo nei prossimi mesi approverà la legge delega per l’introduzione di un percorso “unico e chiaro che sia abbinato al concorso, in modo da far sì che chi sceglie di fare l’insegnante, non lo prenda come un ripiego, ma una scelta di vocazione”.
Ricordiamo che il nuovo sistema per il reclutamento degli insegnanti prevede un concorso post laurea per l’accesso ad un periodo di praticantato di tre anni, un tirocinio formativo durante il quale gli insegnanti saranno legati con la scuola attraverso un contratto a tempo determinato. Per maggiori informazioni, leggi anche “Scuola, addio TFA: nuovi criteri per diventare insegnanti”.
Scuola: gli insegnanti del Sud concedono voti più alti?
Nel corso dell’intervista il Ministro dell’Istruzione è intervenuta anche su altri aspetti legati alla scuola. Uno dei più importanti riguarda la mobilità per cui la Giannini ha sottolineato l’utilità dell’algoritmo.
Inoltre, il Ministro ha risposto alla domanda sul perché i voti della Maturità al Nord sono più bassi di quelli del Sud, mentre nelle Prove Invalsi il risultato è stato totalmente diverso. Nel dettaglio, d’ora in poi con il nuovo sistema di valutazione dei professori voluto dal MIUR, verranno fatte delle verifiche sul modo di insegnare dei docenti e anche sul sistema che questi adottano nell’assegnare dei voti:
“Almeno sei ministri prima di me hanno provato a istituire un sistema che valutasse insegnanti e presidi. Capisco che ci sia reticenza, ma quando sentiranno che la valutazione non piove dall’alto, ma è un sistema per migliorare, allora funzionerà”.
La Giannini non ha escluso che per equiparare il sistema di valutazione della Maturità possa essere introdotta una quinta prova d’esame, relativa a quei test Invalsi tanto odiati dagli studenti. “Dobbiamo dare ai nostri ragazzi un passaporto internazionale che possa permettere loro di misurarsi in uno scenario internazionale”, ha concluso la Giannini.
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