Dengue, allarme in Italia: cos’è e come riconoscere i sintomi

Alessandro Cipolla

03/10/2024

Aumentano i casi di dengue in Italia, con un maxi focolaio registrato a Fano che sta destando preoccupazione: i sintomi, il vaccino e le conseguenze di questa malattia.

Dengue, allarme in Italia: cos’è e come riconoscere i sintomi

Anche in Italia c’è allarme per la dengue, la malattia infettiva tropicale trasmessa da una specifica zanzara che in Brasile, nei mesi scorsi, ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria in quattro Stati.

In Italia l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità ha reso noto che, dal primo gennaio al primo ottobre 2024, sono stati 572 i casi di Dengue confermati.

Nel dettaglio 442 casi sono associati a viaggi all’estero e 130 casi autoctoni, senza che si siano verificati decessi. In particolare c’è apprensione per il maxi focolaio di Fano, città del Nord delle Marche dove si sono registrati 105 casi di infezione.

A oggi a Fano si registrano 105 casi confermati e 14 casi probabili di dengue - si legge in una nota della Regione Marche -. I casi sono tutti autoctoni. Attualmente le persone ricoverate, non in condizioni gravi, risultano essere solo 6, di cui 2 casi accertati e 4 sospetti di infezione”.

Ma che cos’è la dengue? Quali sono i suoi sintomi? Quali invece le conseguenze per chi si contagia? Esiste infine un vaccino? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questa malattia ora temuta anche in Italia.

Cos’è la dengue

La febbre dengue è una malattia infettiva tropicale trasmessa da zanzare del genere Aedes. La storia di questo virus è molto antica, visto che le prime tracce sono risalenti all’enciclopedia medica cinese scritta quasi duemila anni fa.

La dengue è caratteristica soprattutto nei Paesi tropicali, con la sua diffusione che non avviene da persona a persona ma sempre tramite un vettore, in questo caso la zanzara.

I sintomi della dengue

I sintomi della febbre dengue sono simili a quelli dell’influenza: febbre, mal di testa, nausea e dolori muscolari e articolari, tanto da essere stata ribattezzata nei secoli scorsi anche come febbre spaccaossa. Viene facilmente riconosciuta anche grazie all’eruzione cutanea che provoca simile a quella del morbillo.

Chi viene contagiato dalla febbre dengue di solito sviluppa i sintomi per massimo 1-2 settimane, a meno che non venga colpito dalla forma più grave della malattia che può essere mortale.

Il tasso di mortalità della dengue

Il suo tasso di mortalità non è particolarmente alto - l’1%, solitamente si manifesta come un’influenza particolarmente fastidiosa soprattutto per i dolori articolari che comporta -, ma la malattia può manifestarsi anche in una forma grave chiamata dengue emorragica.

Questa forma più grave in Brasile ha causato - nel periodo che va da gennaio ad agosto - più di 5.000 morti.

Le terapie contro la dengue

Il trattamento della dengue è uguale a quello dell’influenza: non esistono farmaci specifici ma vengono utilizzati quelli classici per abbassare la febbre e lenire i dolori ossei e muscolari. Bere molta acqua poi per evitare la disidratazione.

Bisogna invece evitare gli antinfiammatori non steroidei - come per esempio l’aspirina -, poiché aumentano il rischio di sanguinamento.

Il vaccino anti dengue

A oggi in Italia contro la dengue è disponibile - in alcune Regioni - il vaccino QDENGA che prevede la somministrazione di due dosi a distanza di tre mesi.

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