Quali sono i Paesi europei e del mondo che stanno ancora acquistando il gas dalla Russia e perché? Un’analisi con dati aggiornati.
Il gas russo è ancora richiesto in Europa e in altri Paesi del mondo, nonostante la guerra in Ucraina scoppiata nel 2022 abbia cambiato molto le relazioni commerciali nel settore energetico.
Non stupisce, quindi, che ci siano ancora degli acquirenti europei di questo combustibile proveniente dalla Russia tramite gasdotti e sotto forma di Gnl. L’UE ha avviato una vera e propria rivoluzione nell’approvvigionamento energetico da quando l’esercito di Putin ha invaso Kiev.
La dipendenza dal gas di Mosca, che faceva dell’Unione Europea il principale acquirente di questa materia prima cruciale, ha subito un drastico ridimensionamento. Oggi Norvegia, Stati Uniti, Paesi del Nord Africa, Qatar, Azerbaijan giocano ruoli di spicco nella fornitura di gas al vecchio continente, ma leggendo i dati la Russia ancora compare tra gli esportatori in Europa.
Nel secondo trimestre 2024, Mosca ha venduto complessivamente 12,4 miliardi di metri cubi di gas in UE, per una quota del 18% del totale delle importazioni dei 27 membri. La Russia rappresenta anche il 19% di fornitura di Gnl.
Chi sta acquistando ancora gas russo? Ecco quali sono i Paesi europei che non riescono a rendersi completamente indipendenti da Mosca.
Questi Paesi UE (e non solo) stanno acquistando il gas dalla Russia
Il gas russo arriva in Europa attraverso tre percorsi: il corridoio ucraino che convoglia il combustibile dalla Russia in Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Moldavia; il Turkstream che dalla Russia passa per il Mar Nero, la Turchia ed entra in Bulgaria e infine i terminali di Gnl.
I tre Paesi UE che acquistano maggiormente gas naturale liquefatto russo sono:
- Francia;
- Spagna;
- Paesi Bassi
Questi Stati sfruttano il loro sbocco sul mare per trasportare Gnl su navi cisterna che possono quindi attraccare nei terminal. Tutti e tre i Paesi hanno importato l’87% del gas naturale liquefatto arrivato dalla Russia nei primi sei mesi del 2024.
Secondo i dati dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis i terminali europei che hanno importato più Gnl russo nel primo semestre del 2024 sono tutti situati proprio nei tre Paesi citati: Zeebrugge (Belgio), Montoir-de-Bretagne (Francia), Bilbao (Spagna), Dunkerque (Francia) e Mugardos (Spagna).
Da segnalare, inoltre, che la società francese TotalEnergies partecipa al progetto dell’impianto Yamal LNG (situato in Russia) tramite una quota di minoranza del 20%.
La rotta ucraina è invece cruciale per altri Paesi europei. Il transito attraverso l’Ucraina fornisce oggi soltanto il 5% del gas importato dall’UE, ma gioca un ruolo non secondario per l’approvvigionamento di:
- Slovacchia;
- Repubblica Ceca;
- Austria;
- Ungheria;
- Moldavia
La nazione austriaca è quella che beneficia di una quota maggiore di gas russo, circa l’80%. Anche la Slovacchia si affida ancora molto alla materia prima proveniente dalla Russia. Le compagnie OMV austriaca e SPP slovacca hanno dichiarato che saranno in grado di soddisfare i propri obblighi di fornitura da altre fonti qualora i flussi di gas russo attraverso l’Ucraina fossero sospesi dall’inizio del 2025.
Tuttavia, soprattutto il Paese slovacco ha insistito molto affinché fossero individuati nuovi accordi per scongiurare la chiusura del corridoio. La Slovacchia ricava anche delle entrate in quanto Stato di transito per il gas russo che viene inviato in Austria.
Allargando lo sguardo sul mondo, i maggiori acquirenti di gas russo a settembre 2024 (dati di CREA - Center for Research on Energy and Clean Air) sono stati:
- Cina;
- Giappone;
- Turchia
Anche Corea del Sud, Taiwan e India hanno importato Gnl russo.
Quanto gas russo arriva ancora in Europa?
Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (YEEFA), nel primo semestre del 2024, il 48% delle importazioni di Gnl dell’Europa (intesa come Ue, Regno Unito, Norvegia e Turchia) proveniva dagli Stati Uniti, il 16% dalla Russia, l’11% dall’Algeria, il 10% dal Qatar e il 4% da Nigeria e Norvegia.
Nel settore del gas naturale liquefatto Mosca risulta un fornitore cruciale per il vecchio continente. Lo dimostrano anche i numeri del think tank Bruegel, che raccoglie i dati sull’import del gas nell’Unione Europa.
Secondo questa analisi, i volumi di Gnl russo che raggiungono i terminali europei sono rimasti inalterati dal 2020 a oggi, come evidente nel grafico aggiornato al mese di ottobre:
Il colore rosso scuro rappresenta il gas naturale liquefatto russo acquistato in Ue: la sua quantità risulta pressoché identica prima e dopo la guerra. I dati raccontano, quindi, una realtà un po’ diversa dall’illusione di poter escludere completamente la Russia tra i fornitori energetici dell’Unione.
Non a caso Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista capo per l’Europa presso YEEFA, ha commentato questa tendenza con parole preoccupate: “Nonostante l’UE abbia accettato di vietare i trasbordi di Gnl russo entro marzo 2025, i trasbordi di carburante dai porti dell’UE dal terminal russo di Yamal sono aumentati del 15% su base annua nel primo semestre del 2024.”
Per quanto riguarda il gas naturale russo, questo arriva ancora in Europa attraverso due corridoi: quello ucraino e quello turco, tramite il Turkstream.
Secondo i dati di Bruegel, a metà novembre sono entrati in UE da queste due vie almeno 700 milioni di metri cubi di gas russo a settimana.
Da evidenziare che dal 1° gennaio 2025 il contratto che regola il transito del gas russo attraverso l’Ucraina probabilmente non sarà più attivo poiché Kiev non intende rinnovarlo alla scadenza del 31 dicembre 2024. Le implicazioni per i Paesi dell’Europa centrale e orientale che usufruiscono del gas russo da questo corridoio potrebbero essere pesanti.
Cosa può accadere ai Paesi Ue senza gas russo da gennaio 2025?
La sicurezza energetica degli Stati coinvolti nello stop al passaggio dal gas russo in Ucraina è a rischio. Non è facile sostituire il gas russo che arriva ancora tramite gasdotti e il motivo è spiegato con chiarezza da Izvestiya Maxim Chirkov, professore associato del Dipartimento di politica economica e misurazioni economiche dell’Università statale russa:
“I Paesi europei sono interessati al gas russo perché è più economico dell’energia di altri fornitori e il suo approvvigionamento è più affidabile.”
Per i Paesi dell’Europa centrale e orientale si aprono nuove possibilità di fornitura, come indicato dagli analisti di Bruegel: i terminali Gnl in Polonia, Germania, Lituania, Italia, Croazia e Grecia, le nuove unità di rigassificazione e stoccaggio galleggianti in Germania e Italia e la potenziale espansione della capacità del gasdotto Turkstream che attraversa il Mar Nero dalla Russia alla Turchia.
In alternativa si potrebbe trovare un accordo con l’Azerbaigian che acquisterebbe gas russo per poi passarlo in Europa sempre tramite l’Ucraina, questa volta però in intesa con gli azeri.
Tutte le nuove ipotesi, però, rischiano di essere complesse per la necessità di negoziare nuovi accordi commerciali. I costi per l’acquisto del gas diventerebbero anche più onerosi. Ecco perché la questione energetica resta una delle “più calde” nelle agende politiche dei Paesi europei.
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