Tecnologia, commercio, finanza e politiche militari si stanno mescolando in un modo mai visto nell’era neoliberista.
Di recente a Washington, vicino alla Casa Bianca, decine di economisti provenienti da università e istituzioni come il FMI si sono riuniti per discutere dello stato della «geoeconomia».
Geo-cosa?, potrebbero chiedere alcuni lettori. Non c’è da stupirsi: fino a poco tempo fa, questo termine era poco usato, poiché sembrava in contrasto con gli standard moderni.
Questo perché l’espressione descrive come i governi possano usare le politiche economiche e finanziarie per giocare a giochi di potere. Ma nel quadro intellettuale del libero mercato del XX secolo – quello in cui la maggior parte dei professionisti occidentali ha costruito la propria carriera – si dava generalmente per scontato che a farla da padrone fosse l’interesse economico razionale, non la politica meschina. La politica sembrava essere un derivato dell’economia, non il contrario. [...]
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