Un rapporto, quello di 1 CHF pari a 1 EU, che non si vedeva dal lontano 2015, dopo l’abbandono del tasso minimo da parte della Banca Nazionale Svizzera (Bns).
Un franco svizzero così forte non lo si vedeva da molti anni.
Da quattro giorni ormai, la valuta della Confederazione viene scambiata alla pari con quella dell’Unione Europea.
Un rapporto, quello di 1 CHF pari a 1 EU, che non si vedeva dal lontano 2015, dopo l’abbandono del tasso minimo da parte della Banca Nazionale Svizzera (Bns).
Franco, bene rifugio
Ma più che alla forza del franco, questo confronto «alla pari» sembra sia da attribuire soprattutto alla debolezza della divisa europea, che paga tutte le incertezze e la vulnerabilità dei mercati, scaturite dal conflitto in corso in Ucraina.
Come l’oro, quindi, anche il franco svizzero riconferma tutta la sua valenza di bene rifugio nei momenti di crisi e di incertezza. E non è il solo: il dollaro e lo yen infatti rappresentano al momento la migliore copertura per chi intende mettere al riparo i propri guadagni da eventuali rischi di svalutazione.
Ascesa rapida
La scalata della divisa elvetica era cominciata mercoledì. L’intensificarsi della guerra in Ucraina ha spinto via via la moneta svizzera ad acquistare sempre più forza sull’euro, fino a raggiungere la parità. A fare il resto ci hanno pensato i prezzi sempre più elevati delle materie prime, che di giorno in giorno mettono in discussione le aspettative di crescita economica europea.
La debolezza della moneta unica però non può essere considerata una novità dell’ultimo momento. Già nel 2020, anno in cui scattava la pandemia, l’euro aveva perso il 12,5% sul dollaro, l’8% sul franco svizzero e il 10% sullo yen. Un calo determinato dal rallentamento dell’economia mondiale e della produzione di materiali.
Chi difenderà l’euro?
È molto probabile che l’intensificarsi della crisi delle materie prime, l’aumento del costo di petrolio e gas e il perdurare della guerra in Ucraina porteranno la valuta comunitaria a soffrire sempre di più.
Toccherà alla BCE pianificare un intervento sostanziale per rafforzare l’euro, afflitto da una svalutazione pesante: l’inflazione annua è al massimo storico del 5,8% e - secondo molte voci degli addetti ai lavori - sarebbe destinata ad aumentare.
Le conseguenze del super franco
Valuta forte, anzi fortissima, dicevamo, che comincia a preoccupare anche gli operatori economici svizzeri. La Confederazione, infatti, sta attraversando un momento caratterizzato da un rincaro dei prezzi al consumo, controbilanciato da un tasso di disoccupazione più basso che mai.
Il perdurare dell’apprezzamento del franco - cioè l’incremento del suo valore - rischia di generare spiacevoli conseguenze sulle esportazioni e sul turismo , specie alla vigilia della stagione estiva. Altro tema è l’occupazione: una valuta molto forte, produce da un lato effetti positivi per i lavoratori frontalieri, ma rischia di rendere più complicati gli scenari in altri ambiti.
Cosa farà la Banca Nazionale Svizzera?
Non è ancora dato sapere se la Banca nazionale svizzera stia pianificando qualche contromossa per frenare l’aumento di valore della propria valuta. Un rafforzamento eccessivo del franco potrebbe trasformarsi in un boomerang per l’economia della Confederazione, che ora guarda con una certa apprensione al pericolo di deflazione.
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