L’Austria corre ai ripari contro l’influenza aviaria: si alza il livello di allerta e si impongono nuove misure restrittive.
Mentre in Europa si ripresenta la minaccia dell’influenza aviaria, l’Austria sta prendendo provvedimenti seri per cercare di contenere la diffusione del virus. La situazione è così preoccupante che il Paese ha deciso di classificare tutto il territorio come area a rischio, imponendo regole rigide agli allevatori di pollame. L’obiettivo è evitare che il virus si diffonda ulteriormente, proteggendo animali e, di conseguenza, anche la popolazione.
Un’intera nazione sotto allerta per un virus in crescita
Il Ministero della Salute austriaco ha scelto di dichiarare l’intero Paese “zona a rischio” per l’influenza aviaria. È una mossa molto forte (e insolita) che obbliga tutti gli allevatori di pollame a prendere misure di protezione per i propri animali, come coperture e reti, per ridurre il rischio di contagio dagli uccelli selvatici. Inoltre, nei distretti considerati più esposti, cioè 25 aree specifiche, i proprietari di allevamenti con più di 50 animali dovranno tenere i loro volatili esclusivamente al chiuso.
Durante le ultime settimane, casi di influenza aviaria sono stati riscontrati in varie zone dell’Austria, con un impatto significativo su alcuni allevamenti di pollame. Solo in Alta e Bassa Austria, quattro allevamenti hanno registrato infezioni, coinvolgendo circa 200.000 animali. Questo ha spinto le autorità a intervenire con misure rigorose per contenere la diffusione di un virus che, con l’arrivo della stagione fredda, può diffondersi rapidamente.
Virologi preoccupati e la questione della Slovacchia
Il virologo tedesco Christian Drosten, noto esperto della Charité di Berlino, ha messo in guardia quest’estate su un rischio crescente: quello di “una prossima pandemia” legata all’influenza aviaria. Anche altri esperti hanno sollevato preoccupazioni, soprattutto per la capacità del virus di adattarsi ai mammiferi, un passo che potrebbe rendere più facile il passaggio agli esseri umani. Sebbene non siano ancora state rilevate mutazioni pericolose in Europa, la situazione resta sotto stretta osservazione.
Il problema, però, non si ferma ai confini dell’Austria. Anche la vicina Slovacchia ha recentemente vissuto un’epidemia che ha costretto le autorità ad abbattere circa 400.000 polli in un grande allevamento. Le autorità locali assicurano che non vi sia pericolo per i consumatori, ma misure così drastiche stanno generando preoccupazioni diffuse in tutta Europa. Ma si parla anche di luoghi più lontani come il Vietnam, dove decine di tigri e leoni sono stati uccisi dal virus, o negli Stati Uniti, dove sono stati segnalati contagi persino tra le mucche.
Il virus tra i mammiferi: rischi e prospettive
La questione si fa preoccupante per un motivo in particolare. Recentemente, uno studio ha dimostrato come il virus possa trasmettersi anche tra mammiferi, come ad esempio tra mucche e gatti. Gli scienziati temono che questa adattabilità possa rendere il virus un pericolo anche per gli esseri umani. Se il virus circolasse ampiamente tra mammiferi, le possibilità di trasmissione potrebbero aumentare. Per questo motivo, ricercatori e autorità sanitarie tengono d’occhio la situazione, sperando di evitare l’evoluzione verso uno scenario più grave.
Le azioni dell’Austria e degli altri Paesi limitrofi mettono quindi in luce quanto sia urgente rafforzare le misure contro l’influenza aviaria. Se il virus continuasse a circolare liberamente, i rischi per la salute pubblica potrebbero aumentare, anche se al momento l’impatto resta limitato agli animali. Una maggiore collaborazione a livello europeo potrebbe aiutare a contenere questa minaccia e a prevenire conseguenze ben più serie.
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