Innaffiare le piante è un gesto abituale, ma bisogna rispettare alcune regole per non recare danni o disturbi, soprattutto in condominio. Ecco cosa si rischia e quando si commette un reato.
Innaffiare le piante è un gesto abituale e di norma innocuo, ma è importante fare attenzione a non disturbare le persone e a non danneggiare oggetti altrui. Bisogna infatti rispettare alcune semplici regole, per evitare che lo sgocciolamento dell’acqua sulle proprietà sottostante sia oggetto di controversie e sanzioni. Addirittura, innaffiare le piante può perfino integrare un reato, come confermano le numerose sentenze della Cassazione al riguardo.
Di cause civili sull’argomento ce ne sono moltissime, in particolare sull’atto di innaffiare le piante in condominio. Quest’ultimo, così come più in generale il vicinato, dà spesso adito a liti e ricorsi, perciò richiede qualche attenzione in più. Chi vive in una casa indipendente non è esente dalle leggi, ma ha ovviamente qualche libertà in più data la ridotta possibilità di arrecare disagi ad altri.
Vediamo allora cosa rischia chi annaffia le piante in modo imprudente, quando commette un reato e soprattutto quali regole seguire per evitare conseguenze spiacevoli.
Quando innaffiare le piante è un reato
Può sembrare strana l’idea di associare un gesto tanto semplice come quello di innaffiare le piante a un reato, soprattutto considerando l’importanza di prendersi cura delle piante e i relativi benefici. Con tutta probabilità, scoprire che tipo di reato si tratta desterà ancora più stupore, visto il nome apparentemente esagerato e dissonante.
Innaffiare le piante può infatti integrare il reato di getto pericoloso di cose, individuato dall’articolo 674 del Codice penale. La definizione di pericoloso non deve creare confusione, non è infatti necessario che si tratti di un materiale per definizione nocivo, corrodente o tossico. Anche la semplice acqua, soprattutto se porta con sé il terriccio delle piante, può comunque danneggiare e infastidire. Il concetto di pericolo va quindi letto in questo senso.
Il Codice penale, in particolare, prevede per questo illecito che la cosa gettata sia idonea a imbrattare o molestare le persone, oltre che avvenga in luogo di pubblico transito oppure di uso comune o condiviso. In ogni caso, questo reato è punito con l’arresto fino a 1 mese o l’ammenda fino a 206 euro.
Con la definizione più completa di questo reato è facile intuire come possa applicarsi al semplice innaffiare delle piante in condominio, ma la Cassazione ha sottolineato che la condotta è penalmente rilevante quando si protrae nel tempo senza apprezzabili interruzioni.
Se il vicino viene accusato per questo reato, la parte offesa ha anche diritto a costituirsi come parte civile per chiedere un risarcimento dei danni patiti, che devono essere documentabili (ad esempio, tende, vetri, abiti e altri oggetti rovinati da acqua e terriccio).
Cosa rischia chi innaffia le piante
Oltre all’ipotesi di reato, chi innaffia le piante senza avere cura di non infastidire i vicini al piano di sotto rischia comunque di essere portato in tribunale. In condominio, così come in generale tra vicini, si è infatti chiamati a contenere le immissioni entro la soglia della normale tollerabilità. Il giudice può quindi intimare la cessazione del comportamento e applicare delle sanzioni pecuniarie in caso di recidiva, oltretutto in caso di danni sarà dovuto il risarcimento.
Le regole da seguire
Non ci sono particolari regole da seguire, se non quella di evitare che l’acqua cada e crei disagi agli altri. Può essere utile impiegare strutture apposite o cambiare la collocazione dei vasi, oppure eseguire l’operazione al mattino presto o alla sera tardi così da evitare che le persone possano bagnarsi in caso di caduta. In ogni caso, è importante anche evitare che l’acqua imbratti il balcone di sotto.
Se dovesse capitare comunque, non bisogna comunque spaventarsi. Finché si tratta di un episodio isolato e involontario, che magari neanche ha prodotto particolari danni, sono assai remoti i risvolti legali. Per l’armonia condominiale sarebbe comunque consigliabile scusarsi ed eventualmente offrirsi di riparare i danni, se ve ne sono stati, magari concordando modalità più congeniali a tutti.
Infine, è fondamentale controllare che non ci siano specifiche direttive sul regolamento condominiale. Quest’ultimo, infatti, può anche prevedere delle sanzioni pecuniarie per le violazioni.
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