Nonostante l’esposizione a un’economia in fortissima sofferenza, Intesa Sanpaolo al momento ha il migliore price/book value d’Europa. A rilevarlo è il Financial Times.
Strette nella morsa del blocco innescato dal Coronavirus, dei tassi negativi della Banca Centrale Europea e dell’avanzata delle società fintech, le banche europee attraversano un periodo particolarmente complesso.
Inoltre, con il forte deterioramento dell’economia ci sarà un nuovo peggioramento delle sofferenze. Per quegli istituti, come quelli italiani, che negli ultimi anni hanno fatto moltissimo per ripulire i propri bilanci dai crediti problematici, si tratta di un’autentica beffa.
Le banche italiane si trovano poi a dover fare i conti anche con un’esposizione al debito sovrano che impedisce di dormire sogni tranquilli.
Nonostante tutto questo, come rilevato dal Financial Times, il primo posto in Europa per quanto riguarda il rapporto tra prezzo di mercato e valore di libro è appannaggio di una banca italiana: Intesa Sanpaolo.
Prezzo/Valore di Libro: che cosa è
Il rapporto tra prezzo e valore di libro (Price/Book Value, P/B) è il valore che si ottiene dividendo il prezzo di mercato di un’azione (la sua quotazione) e il valore del capitale proprio della società risultante dal bilancio (valore di libro) per azione.
In genere il prezzo di mercato tende ad essere più alto del valore contabile, dal momento che include aspettative circa il futuro.
Intesa Sanpaolo ha il miglior valore di libro in Europa
Come rilevato dal Financial Times, Intesa Sanpaolo oggi ha il maggior valore di libro in Europa. Questo nonostante il Coronavirus dovrebbe far perdere il Pil italiano il 9,5%, tre punti in più rispetto alla Germania, e il fatto che Intesa Sanpaolo è fortemente esposta al debito sovrano italiano.
Il dato relativo Intesa Sanpaolo è doppio sia nel confronto di competitor domestici, leggi UniCredit, e sia rispetto ad alcuni importanti competitor europei come Barclays, Santander e Bnp Paribas.
Tra le spiegazioni, gli esperti citano la forza della divisione asset management e del private banking. Indicazioni positive arrivano anche dalla divisione assicurativa e dai coefficienti patrimoniali di Intesa Sanpaolo.
Inoltre, la banca ha recentemente confermato la politica dei dividendi indicata nel Piano di Impresa 2018-2021, che prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 75% del risultato netto per l’esercizio 2020 e al 70% per il 2021 (ma qui bisognerà fare i conti con la politica prudenziale della BCE).
Intesa Sanpaolo: FT, ecco a cosa bisogna fare attenzione
Dal Financial Times arriva anche qualche consiglio sui prossimi mesi. Prima di tutto, Intesa Sanpaolo dovrà fare attenzione ai crediti problematici: nel primo trimestre per questa eventualità sono stati accantonati 800 milioni, mezzo miliardo in meno, per dire, rispetto a quanto fatto da UniCredit. Anche se lo “spread” potrebbe essere giustificato dalla qualità dei crediti, occorre fare attenzione.
Focus anche sui prezzi dei titoli sovrani italiani, che si muovono in maniera inversa rispetto al rendimento e, rileva il Financial Times, Intesa Sanpaolo deve stare attenta anche alla divisione trading, il cui successo è in parte legato all’assunzione di maggiori rischi.
Secondo la testata londinese, provare a dipingere uno scenario migliore di quello che realmente è, potrebbe essere funzionale al matrimonio con UBI Banca. Secondo l’istituto guidato da Carlo Messina, l’unione con UBI, valutata 4,9 miliardi, è destinata a creare una realtà ancora più solida.
Oggi sono arrivate importanti novità per quanto riguarda il matrimonio con UBI Banca.
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