Gli effetti delle novità in Legge di Bilancio si riflettono sulle aliquote marginali effettive determinando squilibri con fasce di reddito inferiori che pagano di più rispetto aquelle superiori.
Nonostante l’Irpef a tre aliquote che la Legge di Bilancio ha prorogato per il 2025 e reso strutturale, le aliquote marginali effettive passano da quattro a sette determinando valori effettivi che arrivano fino al 56% per il ceto medio.
A rilevare l’anomalia è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio che ha analizzato l’Irpef che i contribuenti verseranno realmente di imposta su ogni euro in più guadagnato, anche in base ai bonus di sostegno al reddito previsti.
Cosa sono le aliquote marginali? Perché sono così importanti? E come mai si assiste a questa impennata che le porta ad arrivare al 56%? Scopriamolo.
Aliquote marginali effettive, cosa sono?
Iniziamo con il capire cosa sono le aliquote marginali effettive. Si tratta dell’aliquota percentuale che deve essere versata come imposta all’incremento del reddito guadagnato. Le aliquota marginali effettive si calcolano come combinazione delle aliquote marginali nominali. Attualmente il sistema di imposizione sui redditi prevede tre aliquote:
- quella al 23% per redditi fino a 28.000 euro;
- quella al 35% per redditi fino a 50.000 euro;
- quella al 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Per comprendere l’aliquota marginale effettiva bisogna capire anche che sul reddito agiscono le detrazioni fiscali e il taglio al cuneo fiscale. Normalmente si potrebbe dire che l’aliquota marginale è quella che si paga sull’ultima porzione di reddito e fa comprendere come sarebbe tassato un suo eventuale incremento.
Se, ad esempio, si ricade nell’aliquota del 35% e si ha un reddito di 30.000 euro si potrebbe desumere che 1.000 euro in più su questo reddito sarebbero tassati al 35%. In realtà non è così perché l’aliquota nominale (35%) è più bassa di quella marginale: all’effetto dell’aliquota si deve aggiungere, infatti, anche il fatto che al salire del reddito diminuiscono le detrazioni spettanti per il lavoro e per i carichi di famiglia.
Aumentano le aliquote marginali, chi paga di più?
Nel documento fornito dall’UPB si può notare che per la fascia di reddito compresa tra 32.000 e 40.000 euro l’aliquota marginale sale fino al 56% per scendere al 41% per redditi al di sopra dei 40.000 euro. Come si spiega tutto ciò? A differenza delle aliquote Irpef nominali, che sono tre, le aliquote marginali effettive sono sette.
L’UPB spiega che:
Nonostante la riduzione del numero di aliquote legali disposta con il decreto attuativo della delega, il numero delle aliquote marginali effettive aumenta, passando da 4 a 7, e il loro andamento risulta più irregolare, con valori che raggiungono il 50% per i redditi compresi tra 32.000 e 40.000 euro.
Chi è maggiormente svantaggiato dalle aliquote marginali sono i contribuenti che hanno redditi tra 32.000 e 40.000 euro che per ogni euro aggiunto al reddito pagano un’aliquota marginale del 56%, più alta rispetto a chi si colloca in fasce di reddito più alte.
Vediamo la differenza tra le aliquote nominali e quelle marginali effettive nelle seguenti tabelle.
SCAGLIONE DI REDDITO | ALIQUOTA NOMINALE |
0-28.000 euro | 23% |
28.001- 50.000 euro | 35% |
oltre 50.000 euro | 43% |
Le aliquote marginali effettive variano e sono di numero maggiore per effetto delle detrazioni da lavoro e per carichi di famiglia e per effetto del taglio al cuneo fiscale.
FASCIA DI REDDITO | ALIQUOTA MARGINALE EFFETTIVA |
0 – 15.000 euro | 23% |
15.001 – 28.000 euro | 25% |
28.001 – 32.000 euro | 35% |
32.001 – 40.000 euro | 56% |
40.001 – 50.000 euro | 41% |
50.001 – 100.000 euro | 43% |
Oltre 100.000 euro | 43% |
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