In Italia il virus continua la sua corsa. Per questa ragione l’obbligo di mascherine al chiuso potrebbe essere prorogato. Ecco in quali luoghi continueremo a indossarle.
Addio mascherine al chiuso dal 1° maggio? Potrebbe arrivare la proroga. In Italia il virus ha ripreso la sua corsa, nel bollettino di ieri - mercoledì 6 aprile - i nuovi positivi nelle 24 ore sono stati 69.278. Le vittime sono 150.
Per questa ragione, continua il dibattito interno al governo per decidere se prorogare o meno l’obbligo del dispositivo al chiuso. Obbligo che, da decreto Covid, dovrebbe terminare il 30 aprile. Il ministro della Salute Roberto Speranza si pronuncerà intorno al 20 aprile. Probabilmente la mascherina resterà obbligatoria nei contesti più a rischio contagio. Ecco le ipotesi in campo.
Mascherine al chiuso? Ecco dove potrebbero rimanere obbligatorie
Fino al 30 aprile, le mascherine al chiuso saranno obbligatorie in tutti i luoghi diversi dalla dimora privata. Fino a quella data, dunque, le Ffp2 vanno indossate nei luoghi più a rischio: sono obbligatorie in aereo, nave, treno, autobus, metro, pullman, funivie, cabinovie e seggiovie coperte. A scuola, nei bar e nei ristoranti è sufficiente la mascherina chirurgica.
Sul luogo di lavoro, la mascherina va indossata se non si può rispettare il metro di distanza dai colleghi. Nessun obbligo invece per i bambini fino a sei anni, i fragili e gli accompagnatori delle persone disabili. Niente mascherina in pista in discoteca o quando si fa sport.
È possibile che dal 1° maggio che le mascherine non saranno più obbligatorie in alcuni luoghi al chiuso. Ma gli esperti spingono perché l’obbligo sia prorogato nei posti più a rischio, dove il virus circola più facilmente.
Probabilmente, resterà in vigore l’obbligo di indossare la mascherina per chi svolge la propria attività in esercizi aperti al pubblico. Come nel caso dei cassieri del supermercato, dei commessi o degli impiegati in uffici pubblici. Non è ancora chiaro se l’obbligo sarà esteso anche ai clienti.
Non solo. Ci sono altri ambiti in cui probabilmente resterà l’obbligo al chiuso: mezzi di trasporto pubblici, cinema, teatri, concerti. Forse in questi casi potrebbe essere abolito l’obbligo di Ffp2 e potrebbe bastare anche una chirurgica.
Altrove ci potrebbero essere semplici raccomandazioni, soprattutto dove si rischiano assembramenti. Nei luoghi di lavoro privati, la decisione dovrebbe spettare al datore di lavoro.
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Mascherine al chiuso sì o no? La posizione degli esperti
In un’intervista a Repubblica, epidemiologo Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, ha parlato dell’importanza delle mascherine al chiuso, in particolar modo quelle Ffp2: «Io la metterò lo stesso. Anche se mi sentirò un extraterrestre. Soprattutto al chiuso, perché con la Ffp2 il rischio di contagio si abbatte di oltre la metà. E poi ha una doppia funzione: serve a se stessi e agli altri. Ci sono contesti dove terrei l’obbligo come forma di rispetto per le persone più fragili: penso a ospedali, case di riposo, residenze per anziani o disabili. Quel mondo è molto esposto, va tenuto in considerazione».
Della stessa opinione, Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova. Ecco le parole dell’esperta: «Sono contraria, al momento, alla rimozione delle mascherine nei luoghi chiusi, perché ad oggi è l’unica difesa che noi ancora possiamo utilizzare. Visto che la quarta dose del vaccino al momento non sarà per tutti, come è giusto che sia, ma eventualmente sarà dedicata soltanto alle persone più fragili. Per tutti gli altri è importante proteggersi attraverso l’uso della mascherina».
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