Ecco chi è responsabile dei danni causati dagli oggetti caduti dal balcone e cosa rischia secondo la legge.
La caduta accidentale di oggetti dal balcone è un problema molto grave, perché possono derivare danni a oggetti e persone. Dagli incidenti più blandi agli esiti più fatali, come la cronaca purtroppo non manca di ricordare, c’è una questione fondamentale da affrontare: la responsabilità. Si parte dal presupposto che gli oggetti siano caduti dal balcone, quindi non lanciati volontariamente, azione che implicherebbe tutt’altra fattispecie legale.
Ecco chi è responsabile della caduta di oggetti dal balcone a seconda dei casi e soprattutto cosa rischia.
Chi è responsabile per gli oggetti caduti dal balcone
La caduta può essere causata da numerosi fattori, dal gesto di distrazione alla folata di vento, passando per un movimento imprevedibile dei figli o degli animali domestici. Concentrarsi sulla causa materiale per cui gli oggetti sono caduti dal balcone, però, non è molto utile o quantomeno non è sufficiente per individuare correttamente il responsabile. La legge è molto chiara in merito: l’elemento chiave è la custodia delle cose, per le quali tendenzialmente risponde il proprietario o il detentore, tanto dal punto di vista civile quanto da quello penale.
Lo stesso principio si applica nel caso in cui il danno sia provocato da bambini o animali domestici, dei quali risponde l’adulto che si occupava di vigilarli. L’unica esenzione alla responsabilità è rappresentata dal caso fortuito, una circostanza davvero eccezionale e imprevedibile, tanto da vanificare l’effetto delle precauzioni assunte dal soggetto.
Per esempio, un terremoto o un’altra calamità naturale rappresenta senza dubbio un evento imprevedibile per tempistiche e portata. Allo stesso tempo, però, se l’oggetto era già pericolante, non assicurato correttamente, o traballante è evidente che non è la scossa di terremoto la causa principale. Colui che ha in custodia degli oggetti, infatti, deve agire con prudenza e diligenza, adottando tutte le misure necessarie per limitare eventuali danni.
La presunzione di colpa può comunque essere superata dimostrando con le prove a disposizione la responsabilità altrui, se presente. Per esempio, della ditta che ha installato dei beni sul balcone e non li ha fissati doverosamente, oppure del condominio laddove la manutenzione del bene rientrasse nella sua competenza, per lo più per quanto riguarda gli ornamenti.
Cosa si rischia se degli oggetti cadono dal balcone?
Dal punto di vista civile, il responsabile è chiamato a un risarcimento nei confronti del soggetto che ha subito danni personali oppure ai propri beni. In determinate ipotesi, può anche essere sanzionato per un illecito, ad esempio quello di danneggiamento. Quest’ultimo, tuttavia, è condizionato alla volontarietà del comportamento.
C’è poi la responsabilità penale per alcuni reati colposi, ovvero commessi per negligenza e non per la volontà di arrecare un determinato danno. Si va dalle lesioni fino all’omicidio, a seconda ovviamente delle conseguenze riportate dalla vittima. L’unica eccezione in tal senso, oltre al caso fortuito, è rappresentata dal reato commesso dai figli minori di 14 anni. Questi ultimi non hanno, infatti, responsabilità penale ed essendo quest’ultima strettamente personale i genitori non sono perseguibili. I figli che hanno più di 14 anni, invece, rispondono personalmente delle proprie condotte penalmente rilevanti.
Può seguire inoltre una responsabilità amministrativa, molto comune nel caso dei balconi. Proprio per limitare i danni a oggetti e persone, infatti, la maggior parte degli enti locali e dei regolamenti di Polizia Urbana dispongono precise regole sugli oggetti vietati sui balconi, sul fissaggio di vasi o fioriere e così via. Disattendere queste disposizioni comporta il pagamento di una sanzione pecuniaria, nella misura fissata dal regolamento di riferimento.
Lo stesso si può dire del regolamento condominiale, che ricordiamo può prevedere sanzioni pecuniarie fino a un massimo di 200 euro per ogni violazione. La multa può però arrivare fino a un importo di 800 euro nei casi di recidiva, dunque nel caso in cui la stessa violazione venga ripetuta dal condomino.
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