Vuoi sapere come arrivare a una pensione netta di 1.000 euro nel 2025? Eccolo spiegato analizzando le regole per il calcolo dell’assegno.
Nel dibattito sulle pensioni si è smesso di parlare dell’obiettivo di portare le pensioni minime a 1.000 euro, obiettivo che era stato posto da Silvio Berlusconi in campagna elettorale ma che anche la maggioranza ha ritenuto fosse irrealistico.
Tanto che oggi si sta discutendo di un aumento che nel 2025 sarà di 3 o 6 euro, a seconda del tasso di rivalutazione straordinario che verrà fissato in manovra (al momento fermo al 2,2%), che porterà le pensioni minime al massimo a raggiungere la soglia dei 625 euro al mese, con la possibilità poi si arrivare a poco più di 740 euro per effetto dell’incremento al milione.
Ma cosa serve nel 2025 per arrivare a prendere una pensione di 1.000 euro netti? Con la pubblicazione delle regole e dei valori da utilizzare per il calcolo dell’assegno per chi smette di lavorare il prossimo anno possiamo rispondere a questa domanda, sottolineando come sull’importo dell’assegno incidono tanto i contributi quanto l’età in cui si va in pensione, come pure il regime di riferimento.
Pensione di 1.000 euro netti al mese, che lordo?
Come prima cosa è bene sapere che il risultato del calcolo della pensione restituisce un importo al lordo delle tasse. Dobbiamo quindi fissare l’obiettivo a cui vogliamo arrivare, facendo chiarezza su qual è il lordo se la pensione netta è pari a 1.000 euro.
Considerando l’imposta applicata, il 23%, la detrazione prevista, come pure le addizionali regionali, per arrivare a una pensione netta di 1.000 euro bisogna avere un lordo annuo di almeno 14.900 euro. Come ci si arriva? Scopriamolo tenendo conto di come funzionano le regole per il calcolo della pensione nel 2025.
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Come avere una pensione di 1.000 euro netti al mese se calcolata tutta con il contributivo
Partiamo dal caso più svantaggioso, quello in cui la pensione risulti calcolata interamente con il sistema contributivo. Ciò vale nel caso in cui i contributi risultino versati tutti successivamente al 1 gennaio 1996, o comunque nei casi in cui il ricalcolo contributivo risulti previsto dalla soluzione utilizzata per andare in pensione: si pensi ad esempio a chi ricorre all’Opzione Dini, come pure al computo della Gestione separata o alle opzioni di pensionamento anticipato quali Opzione Donna e Quota 103.
Ebbene, con questo sistema di calcolo si prendono tutti i contributi versati in carriera che, una volta applicato un tasso di capitalizzazione che li rivaluta, vengono trasformati in pensione attraverso un apposito coefficiente tanto più vantaggioso quanto più si ritarda il collocamento in quiescenza.
A tal proposito, di recente sono state ufficializzate le regole per il calcolo contributivo nel 2025, stabilendo ad esempio che il tasso di rivalutazione del montante contributivo è pari a 3,662% (e si applica su tutti i contributi versati in carriera, salvo quelli nell’anno che precede il pensionamento), mentre i coefficienti di trasformazione sono pari a:
Età | Divisori | Valori |
---|---|---|
57 | 23,789 | 4,204% |
58 | 23,213 | 4,308% |
59 | 22,631 | 4,419% |
60 | 22,044 | 4,536% |
61 | 21,453 | 4,661% |
62 | 20,857 | 4,795% |
63 | 20,258 | 4,936% |
64 | 19,656 | 5,088% |
65 | 19,049 | 5,250% |
66 | 18,441 | 5,423% |
67 | 17,831 | 5,608% |
68 | 17,218 | 5,808% |
69 | 16,600 | 6,024% |
70 | 15,980 | 6,258% |
71 | 15,360 | 6,510% |
A tal proposito, da questa possiamo rispondere alla domanda su qual è il montante contributivo minimo richiesto per arrivare a 14.900 euro di pensione lorda.
Età | Coefficiente di trasformazione | Montante contributivo |
---|---|---|
57 | 4,204 | 354.424,36 |
58 | 4,308 | 345.868,15 |
59 | 4,419 | 337.180,36 |
60 | 4,536 | 328.483,25 |
61 | 4,661 | 319.673,89 |
62 | 4,795 | 310.740,35 |
63 | 4,936 | 301.863,86 |
64 | 5,088 | 292.845,91 |
65 | 5,250 | 283.809,52 |
66 | 5,423 | 274.755,67 |
67 | 5,608 | 265.691,87 |
68 | 5,808 | 256.542,70 |
69 | 6,024 | 247.343,96 |
70 | 6,258 | 238.095,24 |
71 | 6,510 | 228.878,65 |
Ora sappiamo che il montante contributivo gode di una rivalutazione del 3,662%, che per semplicità di calcolo applicheremo su tutti i contributi maturati compresi quelli nell’ultimo anno (il risultato non sposta così tanto rispetto al funzionamento reale che invece esclude quanto versato negli ultimi 12 mesi). Dopodiché possiamo calcolare, una volta arrivati al montante contributivo al netto della rivalutazione che corrisponde al totale dei contributi versati, quanto serve aver guadagnato in media per ogni anno di lavoro in base a quanti sono gli anni di carriera (per semplicità abbiamo preso in considerazione 20, 30 e 40).
Il tutto è riassunto nella seguente tabella:
Età | Montante contributivo | Contributi effettivamente versati | Media contributi ogni anno con 20 anni di lavoro | Media stipendio | Media contributi ogni anno con 30 anni di lavoro | Media stipendio | Media contributi ogni anno con 40 anni di lavoro | Media stipendio |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
57 | 354.424,36 | 341.903,84 | 17.095,19 | 51.803,61 | 11.396,79 | 34.535,74 | 8.547,60 | 25.901,81 |
58 | 345.868,15 | 333.649,89 | 16.682,49 | 50.553,01 | 11.121,66 | 33.702,01 | 8.341,25 | 25.276,51 |
59 | 337.180,36 | 325.269,01 | 16.263,45 | 49.283,18 | 10.842,30 | 32.855,46 | 8.131,73 | 24.641,59 |
60 | 328.483,25 | 316.879,14 | 15.843,96 | 48.011,99 | 10.562,64 | 32.007,99 | 7.921,98 | 24.006,00 |
61 | 319.673,89 | 308.380,98 | 15.419,05 | 46.724,39 | 10.279,37 | 31.149,59 | 7.709,52 | 23.362,20 |
62 | 310.740,35 | 299.759,45 | 14.987,97 | 45.417,49 | 9.991,98 | 30.266,22 | 7.494,49 | 22.708,74 |
63 | 301.863,86 | 291.196,30 | 14.559,82 | 44.120,67 | 9.706,54 | 29.412,88 | 7.279,91 | 22.060,33 |
64 | 292.845,91 | 282.586,74 | 14.129,34 | 42.785,87 | 9.419,56 | 28.543,91 | 7.064,67 | 21.407,69 |
65 | 283.809,52 | 273.964,58 | 13.698,23 | 41.509,77 | 9.132,82 | 27.676,50 | 6.849,11 | 20.754,89 |
66 | 274.755,67 | 265.330,87 | 13.266,54 | 40.200,62 | 8.844,36 | 26.801,10 | 6.633,27 | 20.100,31 |
67 | 265.691,87 | 256.691,70 | 12.834,59 | 38.891,18 | 8.556,39 | 25.928,12 | 6.417,29 | 19.417,59 |
68 | 256.542,70 | 248.057,36 | 12.402,87 | 37.585,36 | 8.268,58 | 25.086,44 | 6.201,43 | 18.793,89 |
69 | 247.343,96 | 239.404,80 | 11.970,24 | 36.242,55 | 7.980,16 | 24.182,04 | 5.985,12 | 18.179,77 |
70 | 238.095,24 | 230.738,08 | 11.536,90 | 34.960,91 | 7.691,27 | 23.307,27 | 5.768,45 | 17.482,96 |
71 | 228.878,65 | 222.154,17 | 11.107,71 | 33.660,34 | 7.405,14 | 22.440,23 | 5.553,85 | 16.827,78 |
Chi quindi va in pensione a 67 anni (pensione di vecchiaia) e ha la pensione calcolata interamente con il contributivo deve aver guadagnato in media 38.890 euro se va in pensione con 20 anni di contributi, quasi 26.000 l’anno se ci va con 30 e poco meno di 19.500 se ne ha 40.
Come avere una pensione di 1.000 euro netti al mese se calcolata con il sistema misto
Come visto sopra per arrivare a una pensione netta di 1.000 euro bisogna assicurarsi un assegno annuo di circa 14.900 euro.
Con il sistema misto è leggermente più semplice arrivarci, specialmente nel caso in cui la parte calcolata con il retributivo sia particolarmente rilevante. Pensiamo ad esempio a 10 anni nel retributivo, che assicurano un 20% della media delle ultime retribuzioni percepite per andare in pensione (ne spetta un 2% per ogni anno).
Con uno stipendio medio di 30.000 euro, ad esempio, ci si assicurano già 6.000 euro di pensione, mentre con il sistema contributivo ne dovranno risultare poco meno di 9.000 euro. Con uno stipendio medio di 40.000 euro, invece, ne spettano già 8.000, mentre altri 7.000 dovranno arrivare dal contributivo.
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