In pensione con la Legge Dini, tutte le possibilità che offre

Patrizia Del Pidio

21 Maggio 2023 - 08:15

Non sempre si conoscono tutte le possibilità che offre una legge previdenziale per accedere alla pensione, esaminiamo la Legge Dini.

In pensione con la Legge Dini, tutte le possibilità che offre

Nel momento in cui la riforma delle pensioni sembra un passaggio sempre più difficile da realizzare per il prossimo anno, la cosa migliore è guardare ai sistemi di uscita dal mondo del lavoro che sono attualmente in vigore. Tra questi va presa seriamente in considerazione la Legge varata dal Governo Dini nel 1995 poiché offre diverse modalità di pensionamento, anche con agevolazioni più o meno convenienti.

In questo articolo cercheremo, però, di sfatare anche alcuni miti nati su questa riforma previdenziale e sulla possibilità o meno di accedere alla pensione con 15 anni di contributi grazie all’Opzione contributiva.

La Legge Dini e in cambiamenti di calcolo della pensione

La Legge Dini del 1995 è stata una delle riforme più importanti del sistema pensionistico italiano, poiché ha introdotto il passaggio dal calcolo retributivo al calcolo contributivo per il trattamento pensionistico.

Il sistema retributivo e il sistema contributivo sono due metodi diversi per calcolare l’importo della pensione spettante al lavoratore. Il sistema retributivo è quello più antico e più vantaggioso (nella maggior parte dei casi) per il lavoratore, mentre il sistema contributivo è quello più recente e più sostenibile per lo Stato (sempre nella maggior parte dei casi).

Il sistema retributivo calcola la pensione in base alla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro, a cui si applica una percentuale che dipende dagli anni di contributi versati. In questo modo, la pensione è proporzionale al reddito da lavoro e garantisce una sostituzione adeguata dello stipendio. Non conviene al lavoratore quando gli ultimi anni di lavoro sono stati caratterizzati da retribuzioni più basse (a causa, ad esempio, di cassa integrazione, disoccupazione o lavoro part time).

Il sistema contributivo calcola la pensione in base al totale dei contributi versati nel corso della vita lavorativa, rivalutati secondo un coefficiente di rivalutazione annuale. In questo modo, la pensione è proporzionale ai contributi versati e garantisce l’equilibrio tra le entrate e le uscite del sistema previdenziale. Può convenire a chi ha avuto sempre retribuzioni alte e una carriera continua e senza buchi contributivi.

Non è solo la differenza di calcolo della pensione l’unica novità introdotta dalla Legge Dini visto che la riforma ha previsto anche una serie di opzioni per consentire ai lavoratori di accedere alla pensione con requisiti più favorevoli rispetto alla normativa ordinaria. Vediamo quali sono queste opzioni e a chi convengono.

Pensione anticipata contributiva a 64 anni

Uno dei vantaggi maggiori che il sistema contributivo offre sono due tipologie di pensioni che sono negate a coloro che hanno contributi versati prima del 1996 e che non possono optare per il computo in Gestione Separata. Una è la pensione a 64 anni con 20 anni di contributi e l’altra è la pensione a 71 anni.

La pensione anticipata a 64 anni con soli 20 anni di contributi sembra essere una opzione davvero interessante, ma purtroppo si tratta di una metodologia di pensionamento riservata davvero a pochissimi fortunati. La misura richiede, infatti, requisiti molto rigidi quali:

  • 64 anni di età;
  • 20 anni di contributi versati e nessun contributo versato nel sistema retributivo (si può accedere con contributi versati prima del 1996 solo con computo in Gestione Separata);
  • che l’importo della pensione che pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale Inps.

Appare chiaro, proprio in virtù dell’ultimo requisito, che si tratta di una pensione destinata solo a chi ha avuto carriere con retribuzioni molto alte.

2 pensioni di vecchiaia, una a 67 e una a 71 anni

La Legge Dini prevede, inoltre, due pensioni di vecchiaia. La classica, a 67 anni che richiede, però, rispetto alla generalità dei lavoratori, che sia soddisfatto un terzo requisito: l’importo della pensione deve essere pari o superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale Inps. Se non si riesce a soddisfare questo requisito il pensionamento è rimandato al compimento dei 71 anni, quando non c’è un requisito che vincola l’importo.

Ma ad essere interessante è la possibilità prevista di pensionamento a 71 anni perchè questa misura, solo per i contributivi puri, permette l’uscita con un minimo di 5 anni di contributi versati. Si tratta, quindi, di un’opzione che può essere sfruttata da chi non ha maturato troppi anni di contributi.

L’opzione contributiva e i falsi miti dei 15 anni di contributi per la pensione di vecchiaia

L’opzione contributiva è una soluzione che permette anche a chi ha contributi versati prima del 1995 di avere la pensione calcolata solo ed esclusivamente con il sistema contributivo. Ma attenzione. Esercitando questa opzione si avrà solo il calcolo contributivo e non l’accesso alle modalità di pensionamento riservate ai cosiddetti contributivi puri, ovvero coloro che non hanno contributi versati prima del 1996 (o che hanno esercitato il computo in Gestione Separata).

Per esercitare l’Opzione al contributivo serve rispettare determinati requisiti, quali:

  • avere al 31 dicembre 1995 meno di 18 anni di contributi versati ma avere contributi prima del 1996;
  • avere almeno 15 anni di contributi totali versati;
  • avere almeno 5 anni di contributi versati dopo il 1° gennaio 1996.

Ma attenzione, esercitare questo opzione non consente di andare in pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi. I 15 anni di contributi sono un requisito richiesto per l’esercizio dell’opzione stessa.

La Legge Dini per le donne con figli

La Legge Dini prevede, inoltre, delle agevolazioni importanti per le donne lavoratrici. La più interessante è senza dubbio, quella che offre uno sconto sull’età per accedere alla pensione di vecchiaia di 4 mesi per ogni figlio avuto fino a un massimo di 12 mesi.

Le lavoratrici madri con contributi versati solo nel sistema contributivo, quindi, possono accedere alla pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi e con:

  • 66 anni e 8 mesi di età se hanno avuto un figlio;
  • 66 anni e 4 mesi di età se hanno avuto due figli;
  • 66 anni se hanno avuto tre o più figli.

Da tenere presente che il beneficio non si applica a chi sceglie l’opzione contributiva.

L’opzione mista per la pensione anticipata

L’opzione mista per la pensione anticipata è un’altra possibilità offerta dalla Legge Dini ai lavoratori che hanno versato almeno un contributo entro il 31 dicembre 1995. Questi lavoratori possono scegliere di andare in pensione anticipata con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e almeno 41 anni e 10 mesi per le donne (nel 2023), indipendentemente dall’età anagrafica. In questo caso, però, devono accettare che la pensione sia calcolata con il sistema misto, ossia con il sistema retributivo fino al 31 dicembre 1995 e con il sistema contributivo dal 1° gennaio 1996.

Iscriviti a Money.it