Pensioni, addio Fornero. Arriva subito la riforma del governo Meloni

Simone Micocci

10 Aprile 2025 - 09:44

Il governo Meloni punta a congelare l’incremento dell’età pensionabile previsto dalla riforma Fornero. Serviranno appena 200 milioni di euro.

Pensioni, addio Fornero. Arriva subito la riforma del governo Meloni

Tanto tuonò che piovve: il governo Meloni sembra aver deciso di porre fine - almeno per questa legislatura - al meccanismo secondo cui le regole per l’accesso alla pensione devono essere adeguate ogni biennio all’andamento delle speranze di vita dopo i 65 anni.

È stata la riforma Fornero del 2011 a stabilire che debba esserci con cadenza biennale, con il rischio che da qui in avanti l’età pensionabile cresca a un ritmo di 2 o tre mesi ogni due anni. Se dal 2019 a oggi i requisiti per l’accesso alla pensione come disciplinati dalla legge Fornero non hanno subito alcuna variazione - l’ultimo aumento c’è stato appunto nel 2019 ed è stato di 5 mesi - il “merito” è solamente della pandemia e delle conseguenze disastrose che ci sono state per le speranza di vita dopo i 65 anni.

Ora che la situazione è tornata alla normalità, l’Istat ha accertato un incremento delle aspettative di vita di ben 5 mesi, il che - una volta sottratto quanto è andato perso negli ultimi anni - dovrebbe portare a un incremento di 3 mesi dell’età pensionabile a decorrere dal 2027.

Il condizionale è d’obbligo: sembra infatti che sia in arrivo fin da subito la riforma delle pensioni firmata dal governo Meloni che porterà alla sospensione di quanto stabilito dalla legge Fornero per quanto riguarda il legame che c’è tra requisiti di pensionamento e le speranze di vita.

Pensioni, stop all’adeguamento con le speranze di vita fin da subito

Elsa Fornero, autrice della riforma che ha disciplinato gran parte delle regole di pensionamento oggi previste dal nostro ordinamento, aveva parlato di 4 miliardi di euro necessari a bloccare l’adeguamento con le speranze di vita (che lei stessa ha fissato con cadenza biennale).

Di diverso parere fonti governative, secondo cui per evitare che l’età pensionabile cresca a partire dal 2027 basteranno 200 milioni di euro.

A chiarirlo è il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega), il quale ha spiegato che non si attenderà oltre per congelare l’incremento dell’età pensionabile. D’altronde, serve avere una visione di lungo periodo, specialmente per quei lavoratori che programmano con largo anticipo l’accesso alla pensione ad esempio ricorrendo alle opportunità di scivolo - vedi ad esempio l’isopensione - per le quali è previsto il contributo dell’azienda.

Per questo motivo una nuova riforma delle pensioni ci sarà fin da subito, per quanto ovviamente limitata solo a questo aspetto: non verranno rivisti i requisiti per smettere di lavorare nel 2025, ci si limiterà a bloccare l’adeguamento con le aspettative di vita annunciato dall’Inps mantenendo così anche nel biennio 2027-2028 il diritto alla pensione di vecchiaia con 67 anni di età, mentre per la pensione anticipata basteranno 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne).

A tal proposito, l’opportunità per attuare la nuova riforma delle pensioni dovrebbe essere quella del decreto 1° maggio. Anche quest’anno, infatti, il governo approfitterà della “Festa dei lavoratori” per dare risonanza a un decreto contenente diverse misure in favore di lavoratori e pensionati, tra cui appunto quella in oggetto.

Riforma delle pensioni 2026, non ci sono buone notizie

Non ci sono invece buone notizie per chi spera in una riforma delle pensioni nel 2026 che possa rendere maggiormente flessibile la legge Fornero. Proprio in queste ore, infatti, il governo ha approvato il Documento di Economia e Finanza (Def) - che da quest’anno si trasforma in Dfp, Documento di finanza pubblica - nel quale vengono riviste le stime di crescita. Nel dettaglio, la percentuale è stata letteralmente dimezzata: siamo passati, infatti, dall’1,2% allo 0,6% (allineandosi così alle stime di Bankitalia), un dato che come spiegato dal ministro dell’Economia - Giancarlo Giorgetti - pone una riflessione su quali dovranno essere le misure adottate dal governo nei prossimi mesi.

Ecco che in questo contesto, in cui le risorse sono persino meno rispetto a quelle che erano state preventivate e in cui ci sono scenari internazionali - vedi i dazi, per il momento non presi in considerazione nel Documento - che potrebbero portare a un peggioramento, è da escludere che il governo si concentri con la prossima legge di Bilancio ad approvare una riforma che punti a rivedere, questa volta al ribasso, l’età pensionabile.

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