Vuoi andare in pensione prima dei 67 anni? Ecco cosa prevede la pensione anticipata che anche nel 2025 presenta tre differenti varianti.
Anche nel 2025 resta in vigore la pensione anticipata che presenta tre diverse varianti.
C’è quella aperta a tutti i lavoratori che consente di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica al raggiungimento di un certo numero di contributi a cui si affianca la cosiddetta Quota 41 per i lavoratori precoci. E ancora, la pensione anticipata riservata ai contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi successivamente alla data del 31 dicembre 1995, che dal 2025 cambia per effetto delle novità contenute nell’ultima legge di Bilancio con la quale ad esempio aumenta il numero di contributi necessari per l’accesso alla misura.
Non bisogna quindi commettere l’errore di pensare che la pensione di vecchiaia a 67 anni sia l’unica opzione per smettere di lavorare nel 2025. La pensione anticipata - che è bene sottolineare viene disciplinata direttamente dalle legge Fornero - rappresenta infatti un’importante soluzione per rendere maggiormente flessibile il nostro sistema previdenziale, per quanto sia comunque riservata a coloro che hanno lavorato per molti anni.
Requisiti 2025
La pensione anticipata Inps è stata introdotta il 1° gennaio 2012 in sostituzione della pensione di anzianità.
Il vantaggio della pensione anticipata è che non prevedendo un requisito di tipo anagrafico è possibile andarci a qualsiasi età. Il solo requisito richiesto, infatti, è di tipo contributivo e si tratta di una delle poche misure che lo differenziano tra uomini e donne.
Rispetto alla pensione anticipata 2024 non ci sono novità. Quindi, anche nel 2025 l’unico requisito richiede il raggiungimento di:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Nel caso dei contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare successivamente al 1° gennaio 1996, per la maturazione dei suddetti requisiti non si tiene conto dell’eventuale contribuzione derivante dalla prosecuzione volontaria. Tuttavia, laddove risultassero contributi maturati entro il compimento dei 18 anni di età, questi varranno di più in quanto rivalutati dell’1,5.
Finestre mobili
Il decreto n. 4 del 2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 26 del 2019, ha bloccato fino al 31 dicembre 2026 il meccanismo secondo cui i requisiti per l’accesso alla pensione ogni 2 anni devono essere adeguati a eventuali variazioni (positive) delle speranze di vita.
Tuttavia, con lo stesso provvedimento è stata introdotta una finestra mobile, ossia un arco di tempo che deve trascorrere da quando vengono maturati i requisiti alla decorrenza della pensione. Nel dettaglio, per la pensione anticipata è stata fissata una finestra mobile di 3 mesi, tanto per gli uomini quanto per le donne.
Questo significa che il primo assegno di pensione viene pagato tre mesi dopo da quando è stato raggiunto il requisito contributivo richiesto.
Calcolo pensione anticipata
Il calcolo della pensione, laddove non sono previste penalizzazioni, avviene sempre allo stesso modo, applicando ai contributi versati il sistema contributivo, quello retributivo o quello misto.
Per i lavoratori che non hanno contributi versati prima del 1996 o che hanno optato per il computo nella gestione separata o scelto l’opzione contributiva il calcolo dell’assegno spettante è con il sistema contributivo.
Per i lavoratori che al 31 gennaio 1995 potevano vantare almeno 18 anni di contributi versati il calcolo della pensione avviene invece con il sistema retributivo per tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 2011 e con il sistema contributivo per i contributi versati a partire dal 2012.
Per i lavoratori che avevano anzianità contributiva al 1996 ma non potevano vantare almeno 18 anni di contributi versati, il calcolo retributivo si applica per tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 1995 e per tutti i contributi versati a partire dal 1996 si applica il sistema contributivo.
È molto probabile che con l’accesso alla pensione anticipata si vada a percepire un assegno d’importo inferiore a quello che sarebbe spettato con la pensione di vecchiaia. Specialmente per la parte calcolata con il contributivo, dove viene penalizzato - attraverso un coefficiente di trasformazione meno vantaggioso - chi va in pensione prima dei 67 anni.
Opzione contributiva
Come anticipato, la pensione anticipata prevede un’apposita opzione riservata ai soli contributivi puri. Anche questa consente di andare in pensione prima dei 67 anni, ma ai normali requisiti anagrafici e contributivi si affianca anche uno di tipo economico.
Per accedere a questa opzione, previa presentazione della domanda, bisogna aver:
- iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 (data del passaggio dal sistema retributivo al contributivo);
- compiuto i 64 anni di età;
- 25 anni di contribuzione.
È poi richiesto un requisito di tipo economico. Nel dettaglio, al momento del pensionamento l’assegno deve essere almeno pari o superiore a:
- 3 volte il valore dell’assegno sociale, quindi 1.616,04 euro, per la generalità dei pensionati;
- 2,8 volte il valore dell’assegno sociale, quindi 1.508,30 euro, per le donne con un figlio
- 2,6 volte il valore dell’assegno sociale, quindi 1.400,56 euro, per le donne con almeno due figli.
Non basta quindi avere almeno 25 anni di contributi. La ragione per cui il legislatore ha previsto una determinata regola è chiara: ci si è voluti assicurare che chi richiede l’anticipo abbia maturato un sufficiente importo su cui poter contare, senza dover pesare sulle casse dello Stato.
Pensione anticipata precoci
Veniamo ora all’ultima opzione per la pensione anticipata ovvero quella riservata ai precoci, ossia coloro che entro il compimento dei 19 anni di età hanno maturato già 12 mesi di contributi.
Ci riferiamo a Quota 41, oggetto di desiderio di molti (tant’è che c’è chi ne chiede l’estensione a tutti i lavoratori) ma opportunità per pochi. Nel dettaglio, il vantaggio di Quota 41 è che consente - al pari della pensione anticipata - di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica con soli 41 anni di contributi.
Tuttavia, non basta, perché per accedere a Quota 41 serve appartenere ad almeno una delle seguenti categorie:
- caregiver, che assista da almeno 6 mesi un familiare convivente con handicap grave ai sensi della legge n. 104 del 1992;
- disoccupati che hanno smesso di percepire da almeno 3 mesi dell’indennità sostitutiva di disoccupazione;
- invalidi con percentuale almeno del 74%;
- lavoratori impegnati in mansioni usuranti.
Ed è bene specificare che non possono andare in pensione con Quota 41 coloro che hanno contributi versati esclusivamente a partire dal 1 gennaio 1996 o chi ricorre al computo della Gestione separata.
Anche per la pensione anticipata precoci è stata prevista una finestra mobile trimestrale: dalla maturazione dei requisiti alla decorrenza della pensione, quindi, devono trascorrere 3 mesi. Di conseguenza, la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo all’apertura della relativa finestra.
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