Pensioni, ogni quanti anni scattano gli aumenti? Guida alle maggiorazioni riconosciute a chi ha un reddito basso.
Chi ha una pensione, e un reddito, molto bassa gode di alcune maggiorazioni sociali riconosciute in base all’età anagrafica.
Per maggiorazioni sociali si intendono quelle particolari forme di incremento delle prestazioni previdenziali riconosciute in favore dei soggetti economicamente svantaggiati, a patto che abbiano compiuto un’età di almeno 60 anni. Già una volta compiuti i 60 anni, quindi, vengono riconosciuti i primi aumenti, il cui importo cresce con il passare degli anni fino a quando, con l’incremento al milione che scatta all’età di 70 anni, si raggiunge il picco massimo.
In realtà per tutto il 2023 è in programma un ulteriore aumento riconosciuto a chi ha compiuto almeno 75 anni: si tratta dell’incremento straordinario per le pensioni il cui importo non supera la soglia del trattamento minimo, pari all’1,5% per tutti e al 6,4% per gli over 75.
Con il passare degli anni, quindi, chi ha una pensione molto bassa gode di diversi tipi di aumenti: quel che è importante sottolineare è che in alcuni casi questi vengono riconosciuti solo su richiesta dell’interessato. Conoscere le norme è quindi molto importante così da non rischiare di perdere quanto in realtà spetterebbe di diritto.
A chi spettano le maggiorazioni sociali
Come anticipato, la prima maggiorazione sociale che aumenta la pensione spetta già al compimento dei 60 anni. Poi, con il passare degli anni l’importo aumenta progressivamente.
C’è una caratteristica che però accomuna gran parte delle maggiorazioni sociali: il pensionato non deve superare una certa soglia di reddito, il cui valore è pari al valore del trattamento minimo Inps. Nel caso dei pensionati coniugati, invece, il limite equivale al valore del trattamento minimo maggiorato dell’assegno sociale.
A tal proposito, nel 2023 il valore definitivo della pensione minima - come ufficializzato dal messaggio Inps n. 4050 del 15 novembre - è pari a 567,94 euro, 7.383,22 euro annui, mentre per l’assegno sociale è di 507,03 euro, 6.591,39 euro annui.
Quindi, spetta la maggiorazione a chi ha un reddito:
- personale: pari o inferiore a 7.383,22 euro;
- coniugale: pari o inferiore a 13.974,61 euro.
Tuttavia, le maggiorazioni possono spettare anche in misura parziale: tutti gli aumenti, infatti, vengono riconosciuti in modo tale da non comportare il superamento delle soglie. Quindi, per chi ha un reddito molto vicino alla soglia, è molto probabile che l’importo della maggiorazione spettante venga ridotto per evitare appunto lo sforamento del limite.
Maggiorazione sociale dopo i 60 anni
La prima maggiorazione sociale spettante ha un importo pari a 25,83 euro mensili e spetta tra i 60 e i 64 anni. Per averne diritto bisogna fare domanda all’Inps: a tal proposito, consigliamo di utilizzare il nuovo servizio “Il consulente digitale delle pensioni”, dove appunto potete verificare se avete diritto a questa o alle altre prestazioni integrative che aumentano il proprio importo in pagamento ed eventualmente farne immediatamente richiesta.
Maggiorazione sociale dopo i 65 anni
Al compimento dei 65 anni, la maggiorazione sociale aumenta fino a 82,64 euro.
Tuttavia, per coloro che hanno almeno 25 anni di contributi, spetta direttamente un aumento di 136,44 euro (124,44 euro nel caso dei titolari della quattordicesima mensilità), in quanto si anticipa il pagamento del cosiddetto incremento al milione, solitamente spettante al compimento dei 70 anni.
Maggiorazione sociale dopo i 70 anni
Come anticipato, al compimento dei 70 anni la maggiorazione sociale si trasforma nell’incremento al milione come riconosciuto dal governo Berlusconi nel 2022; l’importo è fisso e non soggetto a rivalutazione e pari a 136,44 euro, ridotto a 124,44 euro per chi prende anche la quattordicesima (di cui vi parleremo di seguito).
Tuttavia, il limite di 70 anni può essere anticipato, in quanto si riduce di 1 anno per ogni 5 anni di contributi, fino ad arrivare al massimo a 65 anni. In caso non si raggiungano i 5 anni, una riduzione è riconosciuta anche con più di 2 anni e mezzo di contribuzione: ad esempio, chi ha 7 anni e mezzo di contributi avrà comunque diritto alla suddetta maggiorazione all’età di 68 anni.
Quattordicesima
Al compimento dei 64 anni viene poi riconosciuta la quattordicesima mensilità, solitamente pagata a luglio, a dicembre per coloro che ne soddisfano i requisiti successivamente.
A differenza delle suddette maggiorazioni sociali, in questo caso l’accredito spetta in automatico a coloro che ne soddisfano i requisiti, ossia per chi ha una pensione che non supera di 2 volte il trattamento minimo (14.766,44 euro). L’importo anche in questo caso è determinato dalla legge e dipende dal reddito, dagli anni di contributi e dalla gestione di appartenenza, come sintetizzato nella seguente tabella:
Reddito | Lavoratori dipendenti | Lavoratori autonomi | Importo quattordicesima |
---|---|---|---|
Fino a 11.074,83 euro | Fino a 15 anni di contributi | Fino a 18 anni di contributi | 437,00 euro |
Fino a 11.074,83 euro | Tra i 15 e i 25 anni di contributi | Tra i 18 e i 28 anni di contributi | 546,00 euro |
Fino a 11.074,83 euro | Oltre i 25 anni di contributi | Oltre i 28 anni di contributi | 655,00 euro |
Sopra i 11.074,83 euro ma entro i 14.766,44 euro* | Fino a 15 anni di contributi | Fino a 18 anni | 336,00 euro |
Sopra i 11.074,83 euro ma entro i 14.766,44 euro* | Tra i 15 e i 25 anni di contributi | Tra i 18 e i 28 anni di contributi | 420,00 euro |
Sopra i 11.074,83 euro ma entro i 14.766,44 euro* | Oltre i 25 anni di contributi | Oltre i 28 anni di contributi | 504,00 euro |
*Una volta superate le relative soglie la maggiorazione spetta comunque, ma in misura parziale: la quattordicesima, infatti, viene corrisposta fino a concorrenza del predetto limite reddituale incrementato della somma aggiuntiva ipoteticamente spettante.
Aumento per chi ha più di 75 anni
Fino a dicembre 2023 si aggiunge un’ulteriore maggiorazione della pensione: nel dettaglio, spetta un incremento pari al 6,4% dell’importo per coloro che hanno un assegno inferiore al trattamento minimo.
Di fatto, la soglia minima non è più pari a 567,94 euro, ma a 604,28 euro.
Da gennaio 2024, però, questa maggiorazione non ci sarà più, in quanto su tutte le pensioni inferiori al minimo si aggiungerà, indipendentemente dall’età, un incremento del 2,7%.
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