Pensioni, ottime notizie per chi ha lavorato almeno un mese come autonomo

Simone Micocci

18 Novembre 2024 - 09:32

Hai lavorato almeno un mese come autonomo (nella Gestione Separata)? Ci sono ottime notizie per te.

Pensioni, ottime notizie per chi ha lavorato almeno un mese come autonomo

Ci sono due misure per il pensionamento che per un motivo o per un altro rappresentano degli importanti strumenti: si tratta delle opzioni contributive della pensione anticipata e di quella di vecchiaia, riservate a coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo l’1 gennaio 1996.

La prima è importante perché consente di anticipare l’accesso alla pensione di vecchiaia di 3 anni nel caso in cui l’assegno maturato sia giudicato sufficiente per vivere, mentre la seconda rappresenta una valida alternativa per coloro che non sono riusciti a raggiungere il minimo legale di contributi, in quanto basta averne maturati almeno 5 anni (anziché 20 anni) per andare in pensione, ma non prima del compimento dei 71 anni di età. Per quanto il pensionamento arrivi in ritardo è comunque meglio rispetto al perdere quei pochi contributi versati.

Come anticipato, però, per accedere a queste due misure è necessario non avere contributi prima del 31 dicembre 1995, rientrando così interamente nel calcolo contributivo dell’assegno. Ma esiste una soluzione alternativa, valida per coloro che hanno lavorato per almeno un mese come autonomi.

La pensione anticipata contributiva

Prima di vedere quali sono le “ottime” notizie per coloro che almeno un mese hanno versato contributi come autonomi, dobbiamo fare chiarezza su quali sono i requisiti per accedere alle due misure in oggetto.

Partiamo dalla pensione anticipata contributiva, per la quale sono sufficienti 20 anni di contributi (come per la pensione di vecchiaia) a fronte di 64 anni di età (3 in meno quindi).

L’accesso anticipato alla pensione è però condizionato al raggiungimento di alcune soglie reddituali, pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale (che si riduce a 2,8 volte nel caso delle lavoratrici con un figlio, 2,6 volte per quelle con almeno due). Considerando i valori aggiornati, quest’anno per accedere a questa opzione bisogna aver maturato una pensione rispettivamente di almeno 1.603,23, 1.496,34 o 1.389,46 euro.

La pensione di vecchiaia contributiva

Anche la pensione di vecchiaia ha una sua opzione riservata a coloro che hanno contributi versati solo dopo l’1 gennaio 1996. Una misura importante perché come anticipato permette di smettere di lavorare anche con pochi anni di contributi, 5 per l’esattezza.

Ricordiamo infatti che la normativa richiede almeno 20 anni di contributi per andare in pensione, 15 nel solo caso in cui vengano soddisfatti i requisiti per rientrare nelle cosiddette deroghe Amato.

L’aspetto negativo è che non riuscendo a raggiungere la soglia minima di contributi tutti i soldi versati all’Inps vanno persi. Ecco perché la pensione di vecchiaia contributiva è importante, dal momento che richiede un requisito minimo di appena 5 anni, considerando però la sola contribuzione effettiva (da cui è esclusa quella figurativa).

Come anticipato, però, l’accesso alla pensione viene ritardato, in quanto l’assegno arriva solo al compimento dei 71 anni, 4 anni dopo rispetto alla normale pensione di vecchiaia.

Come accedere a queste misure con un solo mese di lavoro come autonomo

Abbiamo visto sopra di come queste misure, seppure importanti, siano un’esclusiva di coloro che hanno iniziato a lavorare, e di conseguenza a versare contributi, dopo l’1 gennaio 1996.

Vi abbiamo anticipato però di una seconda strada, riservata a chi per almeno una settimana ha versato contributi come lavoratore autonomo, più precisamente alla Gestione Separata dell’Inps.
Esiste uno strumento, conosciuto come computo della Gestione Separata Inps, che consente di riunire tutti i contributi nella stessa, anche quelli versati in diverse gestioni, con la conseguenza però che viene utilizzato interamente il sistema di calcolo contributivo per il calcolo dell’assegno.

A differenza dell’Opzione Dini, che prevede esclusivamente un ricalcolo contributivo dell’assegno, però, questa consente al lavoratore anche di accedere alle misure riservate ai cosiddetti contributivi puri, quindi anche alla suddetta pensione di vecchiaia e anticipata a 71 e 64 anni.

Serve però soddisfare determinati requisiti, quali:

  • deve poter vantare il versamento di almeno un contributo mensile presso la predetta Gestione separata;
  • deve altresì avere un’anzianità contributiva nelle predette gestioni coinvolte nel computo corrispondente o al di sopra dei 15 anni dei quali almeno 5 collocati dopo il primo gennaio 1996;
  • deve possedere un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, ma al di sotto dei 18 anni all’appena citata data.

Di fatto serve aver maturato almeno 15 anni di contributi, di cui almeno 5 nel sistema contributivo (dopo il 1996): quindi, la suddetta pensione di vecchiaia contributiva rappresenta una valida alternativa per coloro che hanno versato meno di 20 anni di contributi, ma almeno 15, e non rientrano tra i beneficiari delle deroghe Amato. Per quanto riguarda la pensione anticipata contributiva, invece, il computo della Gestione Separata permette di ricorrervi esattamente con 64 anni di età e 20 anni di contributi, come previsto dalla normativa, per quanto ovviamente essendoci un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno non è detto che si riesca a raggiungere le soglie economiche suddette.

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